Il Fatto Quotidiano

Bilanci 2018 L’annosa questione dei margini

- » MARCO SCAFATI

Quella appena trascorsa è stata la s e t t i m ana dei numeri. Note positive dagli Usa, dove Gm chiuso il 2018 con utili per 8,1 miliardi di dollari. La cura Mary Barra funziona e con essa il processo di trasformaz­ione che la più grande delle Big Three ha da tempo messo in moto: razionaliz­zazione della produzione, focus su nuove tecnologie (nel 2019 investirà un miliardo sulla guida autonoma) e servizi di mobilità.

NON È ANDATA troppo bene a Daimler: utili in calo del 29% a 7,58 miliardi di euro, a fronte di previsioni che la accreditav­ano poco sotto gli 8. A pesare, la Guerra Santa (e illogica) contro il diesel e l’introduzio­ne del nuovo ciclo di omologazio­ne Wltp. E dietro l’angolo c’è l’ingombrant­e azionista Geely, con cui il gran capo uscente Zetsche ha dichiarato di voler allargare la collaboraz­ione. Chissà cosa ne pensa il governo tedesco, che vuole comprare azioni delle industrie nazionali (comprese quelle dell’automotive) per evitare imbarazzan­ti takeover stranieri. A proposito di imbarazzi, Toyota ha ridimensio­nato le previsioni per il suo anno fiscale, complice il calo dei profitti del 29% nei primi 9 mesi: i mercati di Usa e Cina che non tirano più come prima, e le incertezze sulla Brexit non aiutano. Da ultima, Fca. Nel 2018 ha centrato gli obiettivi che si era prefissata, con profitti per oltre 5 miliardi. Ottenuti però anche grazie alla dismission­e di gioielli di famiglia come Magneti Marelli. L’o u

tlook per il 2019 non è così roseo, è necessario investire su ricerca, sviluppo e prodotto. Nuovo.

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