Accise, pedaggi, tempo ed emissioni tra calcoli gonfiati e stime generose
Calano gli introiti per lo Stato, sopravvalutati i benefici ambientali
La perdita sulle accise è di 1,6 miliardi. Per i concessionari meno entrate per 3 miliardi
Èdefinito minor gettito e corrisponde a quanto costa in termini di mancati introiti fiscali per lo Stato la realizzazione e lo spostamento di merci e passeggeri dalla strada alle rotaie. “Gli Stati - si legge nell’analisi - subiscono una perdita netta di accise che supera 1,6 miliardi e i concessionari una riduzione delle entrate da pedaggio, al netto della riduzione dei costi per la minore usura della infrastruttura, che sfiora i 3 miliardi”.
Meno consumo di benzina, meno pedaggi, meno tasse ai concessionari, meno entrate per il fisco. Per le accise, l’analisi ha tenuto conto del consumo di carburante delle varie tipologie di veicoli e dell’incidenza delle diverse componenti fiscali per litro. È stato calcolato il prelievo fiscale per veicolo a chilometro sulla base degli ultimi dati del ministero dello Sviluppo economico, facendo poi una media anche sui dati di Francia e Spagna, soprattutto per i mezzi pesanti. Per i pedaggi, invece, l’analisi tiene conto della media tra Italia e Francia. Un calcolo essenziale: era già stato utilizzato nell’analisi costi-benefici del 2011, rea- lizzata dall’Osservatorio Tav di Palazzo Chigi guidato da Paolo Foietta ( favorevole all’opera) e che, basandosi su uno scenario più ottimistico di variazione modale rispetto a quello utilizzato in questa analisi, di conseguenza prevedeva anche una maggiore riduzione di accise e pedaggi: 7 miliardi di mancate entrate per lo Stato e 9,5 miliardi per gli operatori autostradali.
LA ‘PERDITA’ era però compensata da un sovrastimato beneficio in termini ambientali, valutato economicamente in circa 5 miliardi di euro. Beneficio che praticamente si annulla nello scenario attuale. La voce più rilevante riguarda la qualità dell’aria: “Sulle emissioni di Co2 si osserva come la riduzione attesa con l’ac- quisizione della ferrovia del 37 per cento dei flussi si attesti intorno alle 500 mila tonnellate - si legge -. Tale quantità rappresenta cir ca lo 0,5 % delle emissioni di gas serra nel settore dei trasporti in Italia (su dato 2016, ndr), lo 0,05 % delle emissioni del settore dei trasporti in Europa e lo 0,12% del totale delle emissioni in Italia”. Numeri piccolissimi. Sono poi stati analizzati i valori di PM10 e NO2 da otto stazioni di misurazione lungo gli assi che conducono ai trafori del Monte Bianco e del Fréjus. “Tra il 2007 e il 2017 c’è stata una significativa tendenza di riduzione della concentrazione che era pari in media a 23 microgrammi/m3 nel 2007 e si è attesta a 17 microgrammi/m3 nel 2017” si legge. Inoltre, anche immaginando scenari di
traffico con un aumento del 2 e del 3 per cento di mezzi pesanti entro il 2030 “le emissioni totali di ossidi di azoto si ridurrebbero nel primo caso dell’80 per cento e nel secondo del 77 per cento rispetto al 2016”, complici i vincoli normativi sulle emissioni automobilisti- che e il progressivo rinnovo del parco veicolare. “I flussi veicolari internazionali rappresentano una quota molto modesta del totale dei traffici a livello locale/regionale - dice l’analisi - . Si pensi che a fronte dei circa 5mila veicoli giornalieri al traforo del Fréjus di cui poco più di 2mila mezzi pesanti, sulla ‘tangenziale’di Torino transitano ogni giorno oltre 300mila veicoli, circa il 20 per cento mezzi pesanti”.
IN ULTIMO, la questione della congestione e del risparmio di tempo, anche questi irrisori: “I benefici economici dei risparmi di tempo da congestione, che nel loro valore totale annuo superano nell’ultimo anno di analisi i cento milioni di euro, derivano in realtà da risparmi di tempi individuali molto piccoli”. Se per la lunga percorrenza dei passeggeri, sommando anche il potenziamento delle linea storica Torino, Avigliana e Bussoleno, il beneficio sul tempo di viaggio è di un’ora, si stima che in media, nell’arco della giornata, la durata dei viaggi dei mezzi pesanti tra Milano e Parigi si riduca di 2 minuti e 20 secondi, quelli tra Milano e Lione di 1 minuto e 20 secondi mentre il tempo di attraversamento della tangenziale di Torino diminuirebbe di circa 5 secondi.