Se mia madre fuma cannabis?
“Le leggi son ma chi pon mano ad esse? Nullo …” scrive Dante tra gli iracondi del Purgatorio. Mi ritorna in mente il verso mentre passo la canna al mio vicino di divano, nel girotondo fumesco del dopo cena tra gli amici. Ho appena posato le labbra, senza aspirare. Non ci riesco, anche se l’odore è buono. Nei salotti e nelle strade, nei bagni degli uffici e nei cortili delle scuole, nella vita di tutti i giorni si fuma che è una meraviglia, nell’indifferenza o nell’ignoranza delle leggi. Non c’è legge che potrebbe punire così tanti colpevoli! E intanto si dibatte. Legalizzazione, proibizione, regolamentazione. Marco Pannella offre in diretta tv un grammo di hashish alla D’Eusanio: ennesima provocazione per una lotta che non finisce mai. “Le restrizioni sulle sostanze finiscono per essere restrizioni sulle persone”, sussurra sorridente a un cronista e mi sembra più convincente di Fini che da Costanzo si scaglia contro un’assurda libertà di drogarsi, se non altro in perfetta coerenza con le sue idee politiche. L’argomento è delicato e io non so bene che cosa pensare. Un amico mi ha regalato una canna per il mio compleanno, sa che non ho mai fumato e vuole che colmi questa lacuna. Non ho mai fumato perché non mi piace. Ma se non fosse così? Magari è solo un’esperienza piacevole. Forse ho questa diffidenza perché ho paura di andare contro la legge. E poi le leggi sono sempre giuste? Intanto la canna sta lì, nel mio cassetto e io continuo a passare la staffetta tra gli amici facendo finta di fumarla. Li osservo, ridono, si divertono, mi sembrano tutt’altro che strafatti, men che mai dei fuori legge. Non sono dei criminali, sono solo i miei amici che si passano una stupida canna. Mi decido, apro il cassetto e cerco trepidante la mia canna, non c’è più. Oddio, vuoi vedere che se l’è fumata mia madre!
(Ha collaborato Massimiliano Giovanetti)