Genitori arrestati per bancarotta Renzi attacca i giudici come B.
Inchiesta partita da 2 fatture sospette al re degli outlet Dagostino
Tiziano Renzi e Laura Bovoli, i genitori dell’ex premier Matteo Renzi, ieri sono finiti agli arresti domiciliari con l’accusa di bancarotta fraudolenta e false fatturazioni. La bomba nella casa di Rignano sull’Arno è scoppiata al l’ora di cena. Ma al di là dell’indagine della Procura di Firenze, Il Fatto può rivelare un dettaglio inedito: secondo una testimonianza il padre dell’ex premier potrebbe aver addirittura fatto cancellare alcuni dati da un pc per il timore delle indagini.
Ma procediamo con ordine. Al centro dell’i nc h ie st a fiorentina che ieri ha portato agli arresti dei coniugi Renzi c’è il fallimento di tre cooperative (le due fallite “Delivery Service”, costituita nel 2015 e “Europe Service”, e la “Marmodiv”), tutte in rapporti con la società di famiglia, la “Eventi 6”. Secondo i pm l’obiettivo era risparmiare sugli oneri previdenziali: “le cooperative – scrive il gip – (...) sono state costituite essenzialmente per consentire alla s.r.l. ‘Chil Post’/‘Eventi6’ (...) di avere a disposizione lavoratori dipendenti senza dover sopportare i costi relativi a ll ’ adempimento di oneri previdenziali ed erariali, tutti spostati in capo alle cooperative stesse”.
SECONDO LE ACCUSE si tratta di un escamotage che si è ripetuto più volte. “II modus operandi adottato da Renzi Tiziano e Bovoli Laura – è scritto nelle 96 pagine di ordinanza – (...) è consistito nel costituire e nell’avvalersi delle cooperative ‘Delivery Service’, ‘Europe Service’ e ‘Marmodiv’, poi destinandole all’abbandono non appena esse raggiungevano uno stato di difficoltà economica”.
Si tratta di fatti “non sono occasionali” che “si inseriscono in un unico programma criminoso in corso da molto tempo, realizzato in modo professionale con il coinvolgimento di numerosi soggetti”.
L’inchiesta infatti conta una decina di indagati. E tra questi, Mariano Massone, ritenuto amministratore di fatto della “Delivery Service” e anche questi finiti ai domiciliari, e Roberto Bargilli, detto “Billi”, nel cda della stessa società, noto per essere l’autista delle primarie del 2012 di Matteo Renzi.
Così la storia – secondo le accuse – si è ripetuta più volte. Per la “Europe Service”, “é stato accertato l’omesso versamento sistematico degli oneri previdenziali e tributari soltanto con riferimento al periodo successive all’abbandono della cooperativa da parte di Renzi Tiziano e Bovoli Laura in favore di Massone Mariano. Certo è che la fallimentare fine della Cooperativa era ben prevedibile al momento del suo abbandono”. Come pure per la “Delivery Service”: “Renzi Tiziano, Bovoli Laura e Massone Mariano hanno ritenuto, fin da poco dopo la costituzione della cooperativa, di omettere sistematicamente il versamento di oneri previdenziali e imposte”.
L’ATTIVITÀ non si fermata neanche in tempi più recenti. Infatti il gip ha deciso di emettere la misura cautelare perchè - proprio mentre la Procura indagava – era in corso “la fase dell’abbandono della Marmodiv”.“È del tutto verosimile – scrive il gip – che, ove non si intervenga con l’ado- zione delle richieste misure cautelari, essi proseguiranno nell’utilizzo di tale modus operandi criminogeno, coinvolgendo altre cooperative”.
Tra i dipendenti sentiti come persone informate dei fatti dai pm c’è Silvia Gabrielleschi, la quale ha parlato “delle sovrapposizioni di soggetti che operavano per ‘Marmodiv’ e per la ‘Eventi6’ confermando la ipotesi che le due strutture societarie venissero utilizzate in modo unitario”.
La dipendente dai pm Per Silvia Gabrielleschi della Marmodiv, Tiziano avrebbe fatto “ripulire” alcuni pc
La Gabrielleschi è la stessa citata in una denuncia depositata il 26 ottobre 2018 da Alessandro Maiorano, che più volte ai pm ha denunciato, senza risultato, l’ex premier.
ALLA FINANZA di Prato, Maiorano ha spiegato che la Gabrielleschi gli disse che “prima della perquisizione avvenuta a ottobre 2017 presso la ‘ Mar modiv’, Tiziano Renzi sapeva già dell’arrivo dei finanzieri e si premunì contattando un tecnico informatico suo amico al fine di formattare i computer, contenenti le fatture per operazioni ed assegni collegati alle suddette fatture, riportanti firme false”. Non sappiamo se il resoconto della Gabrielleschi a Maiorano corrisponda al vero, di certo c’è che oggi la Gabrielleschi è una delle testimoni chiavi di un’inchiesta che ha portato i genitori di Matteo Renzi ai domiciliari.