La Procura cerca i finanziamenti delle società eoliche alla politica
La Procura esamina i flussi finanziari delle società di Arata Sentiti il sottosegretario Crippa e il capo di gabinetto di Di Maio, Cozzoli
La Dia indagherà sui flussi finanziari partiti dalle società di Paolo Arata, l’imprenditore ritenuto dai pm di Palermo prestanome di Vito Nicastri, il “re” dell’eolico, secondo i magistrati stessi, legato al boss Matteo Messina Denaro. Arata, in Sicilia, è indagato per trasferimento fraudolento di valori con l’aggravante di aver favorito l’associazione mafiosa. Ma ha guai anche a Roma, dove è iscritto per corruzione con il senatore leghista, Armando Siri. I pm capitolini, Paolo Ielo e Mario Palazzi, accusano il sottosegretario di aver tentato di promuovere provvedimenti per favorire Arata in cambio di 30 mila euro dati o promessi. Analizzando i bilanci, ma anche tutti i documenti presi durante le perquisizioni a casa e presso le società di Arata, gli investigatori vogliono capire se l’imprenditore abbia finanziato i partiti politici, e quindi anche la Lega Nord alla quale si è avvicinato dopo un passato da parlamentare forzista al punto da scrivere il programma del partito sull’energia. Le indagini sono all’inizio. Solo alla fine si saprà che giri ha fatto il denaro dell’imprenditore. Il Fatto ha chiesto a un portavoce della Lega se risultano finanziamenti da parte di società di Arata alla Lega o ad associazioni legate al partito. La risposta è stata: “Non lo so”.
IN MANCANZA DI CERTEZZE dalla politica, si attende l’esito delle indagini. Tra le altre cose, gli investigatori controlleranno anche il contenuto dei pc e del cellulare sequestrato ad Arata, come pure le sue agende. Anche in questo caso si vogliono chiarire i rapporti con la politica. Intanto ai pm già risulta come, proprio dopo le ultime elezioni e con il governo che doveva ancora formarsi, Arata si sia attivato per spingere con esponenti politici la nomina di colui che poi diventerà sottosegretario. I pm non hanno dubbi: “Arata è stato anche sponsor per la nomina” di Siri “proprio in ragione delle relazioni intrattenute”, è scritto nel decreto di perquisizione di due giorni fa. Su chi siano stati gli interlocutori politici dell’imprenditore si tiene però il massimo riserbo.
Intanto, due giorni fa, sono stati interrogati come persone informate sui fatti, il sottosegretario allo Sviluppo economico Davide Crippa, il capo di gabinetto di Luigi Di Maio, Vito Cozzoli e l’ex direttore generale del mercato elettrico, Rosaria Romano. Ieri, invece, è stata la volta di Elena Lorenzini, vicecapo di gabinetto del Mise. I testimoni sono stati sentiti per ricostruire la vicenda e chiarire anche le presunte pressioni che, secondo la Procura di Roma, il sottosegretario Siri faceva per “promuovere provvedimenti regolamentari o legislativi che contengano norme ad hoc tese a favorire gli interessi economici dell’Arata, ampliando a suo favore gli incentivi per l’energia elettrica da fonte rinnovabile a cui non ha diritto”. Tra Arata e Siri, secondo i pm, vi era uno “stabile accordo”. Davanti ai magistrati così i testimoni hanno chiarito per esempio la modifica al decreto ministeriale che dava gli incentivi anche agli impianti che avevano presentato in ritardo la documentazione al Gse, la società pubblica che eroga incentivi per le rinnovabili.
GLI ALTI FUNZIONARI del ministero dello Sviluppo economico guidato da Luigi Di Maio, hanno quindi raccontato, tra le altre cose, l’iter di presentazione del testo con oggetto “emendamento articolo 24, comma 2, D.M. 23/6/2016” e come questo sia stato bloccato dal loro intervento.
Paolo Arata è stato anche sponsor per la nomina del sottosegretario, proprio in ragione delle relazioni intrattenute
NEGLI ATTI DEI MAGISTRATI L’imprenditore
I contatti durante la formazione del governo per la nomina dell’amico