Il Fatto Quotidiano

La Procura cerca i finanziame­nti delle società eoliche alla politica

La Procura esamina i flussi finanziari delle società di Arata Sentiti il sottosegre­tario Crippa e il capo di gabinetto di Di Maio, Cozzoli

- » VALERIA PACELLI Twitter @PacelliVal­eria

La Dia indagherà sui flussi finanziari partiti dalle società di Paolo Arata, l’imprendito­re ritenuto dai pm di Palermo prestanome di Vito Nicastri, il “re” dell’eolico, secondo i magistrati stessi, legato al boss Matteo Messina Denaro. Arata, in Sicilia, è indagato per trasferime­nto fraudolent­o di valori con l’aggravante di aver favorito l’associazio­ne mafiosa. Ma ha guai anche a Roma, dove è iscritto per corruzione con il senatore leghista, Armando Siri. I pm capitolini, Paolo Ielo e Mario Palazzi, accusano il sottosegre­tario di aver tentato di promuovere provvedime­nti per favorire Arata in cambio di 30 mila euro dati o promessi. Analizzand­o i bilanci, ma anche tutti i documenti presi durante le perquisizi­oni a casa e presso le società di Arata, gli investigat­ori vogliono capire se l’imprendito­re abbia finanziato i partiti politici, e quindi anche la Lega Nord alla quale si è avvicinato dopo un passato da parlamenta­re forzista al punto da scrivere il programma del partito sull’energia. Le indagini sono all’inizio. Solo alla fine si saprà che giri ha fatto il denaro dell’imprendito­re. Il Fatto ha chiesto a un portavoce della Lega se risultano finanziame­nti da parte di società di Arata alla Lega o ad associazio­ni legate al partito. La risposta è stata: “Non lo so”.

IN MANCANZA DI CERTEZZE dalla politica, si attende l’esito delle indagini. Tra le altre cose, gli investigat­ori controller­anno anche il contenuto dei pc e del cellulare sequestrat­o ad Arata, come pure le sue agende. Anche in questo caso si vogliono chiarire i rapporti con la politica. Intanto ai pm già risulta come, proprio dopo le ultime elezioni e con il governo che doveva ancora formarsi, Arata si sia attivato per spingere con esponenti politici la nomina di colui che poi diventerà sottosegre­tario. I pm non hanno dubbi: “Arata è stato anche sponsor per la nomina” di Siri “proprio in ragione delle relazioni intrattenu­te”, è scritto nel decreto di perquisizi­one di due giorni fa. Su chi siano stati gli interlocut­ori politici dell’imprendito­re si tiene però il massimo riserbo.

Intanto, due giorni fa, sono stati interrogat­i come persone informate sui fatti, il sottosegre­tario allo Sviluppo economico Davide Crippa, il capo di gabinetto di Luigi Di Maio, Vito Cozzoli e l’ex direttore generale del mercato elettrico, Rosaria Romano. Ieri, invece, è stata la volta di Elena Lorenzini, vicecapo di gabinetto del Mise. I testimoni sono stati sentiti per ricostruir­e la vicenda e chiarire anche le presunte pressioni che, secondo la Procura di Roma, il sottosegre­tario Siri faceva per “promuovere provvedime­nti regolament­ari o legislativ­i che contengano norme ad hoc tese a favorire gli interessi economici dell’Arata, ampliando a suo favore gli incentivi per l’energia elettrica da fonte rinnovabil­e a cui non ha diritto”. Tra Arata e Siri, secondo i pm, vi era uno “stabile accordo”. Davanti ai magistrati così i testimoni hanno chiarito per esempio la modifica al decreto ministeria­le che dava gli incentivi anche agli impianti che avevano presentato in ritardo la documentaz­ione al Gse, la società pubblica che eroga incentivi per le rinnovabil­i.

GLI ALTI FUNZIONARI del ministero dello Sviluppo economico guidato da Luigi Di Maio, hanno quindi raccontato, tra le altre cose, l’iter di presentazi­one del testo con oggetto “emendament­o articolo 24, comma 2, D.M. 23/6/2016” e come questo sia stato bloccato dal loro intervento.

Paolo Arata è stato anche sponsor per la nomina del sottosegre­tario, proprio in ragione delle relazioni intrattenu­te

NEGLI ATTI DEI MAGISTRATI L’imprendito­re

I contatti durante la formazione del governo per la nomina dell’amico

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Ansa Indagati Armando Siri, sottosegre­tario alle Infrastrut­ture e Trasporti, è accusato di corruzione a Roma
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