La strana inchiesta (e i verbali diversi) sul giudice Santoro
L’istanza dell’indagato “Non c’è niente contro di me”, e chiede che si chiuda la nomina a presidente aggiunto bloccata a gennaio
Èprobabile che nelle prossime settimane Sergio Santoro, presidente della Sesta sezione del Consiglio di Stato, sarà nominato presidente aggiunto, affiancando il presidente suo arci-nemico Filippo Patroni Griffi. È quanto si deduce dall’istanza inviata da Santoro stesso al Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa (Cpga), in cui tra l’altro il cosiddetto “Csm” amministrativo viene messo al corrente di dettagli sconcertanti dell’incidente giudiziario che aveva azzoppato Santoro.
IL 24 GENNAIOscorso, ventiquattro ore prima che il plenum del Cpga formalizzasse la nomina di Santoro dopo la designazione della Quarta Commissione, è uscita la notizia che Santoro era indagato per corruzione in atti giudiziari. Mica poco. Quello di Santoro, si è letto, è “un nome che scotta nel lungo elenco di consiglieri di Stato, imprenditori e avvocati che da anni pilotavano le sentenze amministrative in Italia”. Così il presidente del Cpga Patroni Griffi, ha sospeso il procedimento di nomina di Santoro, e ha chiesto notizie al procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone. Il quale ha risposto che Santoro era indagato per fatti “commessi in Roma in epoca anteriore e prossima al 31 dicembre 2015”. Santoro fa notare nell’istanza che allora era presidente di una sezione consultiva, dove non si facevano sentenze. Santoro è indagato dallo scorso luglio, ha saputo di esserlo a gennaio in seguito alla richiesta di proroga delle indagini e non ha mai saputo di che cosa è accusato né quali indagini siano state compiute. Ha chiesto di essere interrogato, ma il pm Paolo Ielo ha per ora respinto la richiesta.
A quanto è dato sapere – visto che tutto rimane segreto fuorché la notizia che qualcuno è accusato di un grave reato – le disgrazie giudiziarie di Santoro coincidono con quelle del segretario del Pd Nicola Zingaretti. Il 6 luglio 2018 l’avvocato Giuseppe Calafiore, arrestato nel febbraio precedente insieme all’avvocato dell’Eni Piero Amara, ha parlato a Ielo di Santoro e Zingaretti. Sul leader politico ha firmato un verbale in cui dice che l’imprenditore Fabrizio Centofanti, arrestato con lui, “era sicuro di non essere arrestato (…) in ragione di erogazioni che aveva fatto per favorire l’attività politica di Zingaretti”. Alla domanda se fossero erogazioni lecite, Calafiore risponde: “Assolutamente no, per quanto egli mi diceva”. Non si sa se i pm romani abbiano chiesto conferme a Centofanti. Si sa solo che hanno iscritto Zingaretti nel registro degli indagati e quando è uscita la notizia, un mese fa, hanno fatto circolare l’ipotesi di un’imminente archiviazione.
Il caso di Santoro è ancora più singolare. Nello stesso interrogatorio si chiede a Calafiore di descrivere il sistema lobbistico di Centofanti. Dice Calafiore a verbale: “Vi è un dipendente del Consiglio di Stato, Antonio Serrao, che riceve denaro da Centofanti, ma anche da Amara, per influire su decisioni di appartenenti al Cds, ai quali versa una parte delle somme che gli pervengono. A mia memoria (…) Virgilio, tale Bianchi e Santoro erano magistrati che ricevevano tali elargizioni, secondo quanto ho appreso dal Serrao medesimo”. Così Santoro è stato indagato per corruzione in atti giudiziari. Si noti che l’ex magistrato del Consiglio di Stato Riccardo Virgilio era già indagato quando furono arrestati Amara, Calafiore e Centofanti, e con lui il giudice amministrativo Nicola Russo. Sono accusati di prendere soldi e Calafiore conferma. Quando Ielo gli chiede: “Ricorda altri nomi?”, Calafiore dice una cosa che nella trascrizione stenografica risulta opposta alla sintesi del verbale che ha firmato. Riferendo delle relazioni di Serrao, dice che il funzionario si vantava di “controllare” Santoro. Ielo: “Santoro, che prendeva soldi”. Calafiore: “Non ho detto che prendeva soldi”. Ielo: “Per quello che le ha rappresentato Serrao, chi di questi prendeva i soldi?”. Calafiore: “In quella vicenda lui mi ha detto che doveva portare soldi a Virgilio”.
TRE ANNI FAPatroni Griffi fu nominato presidente aggiunto del Consiglio di Stato scavalcando il più anziano Santoro, e allo stesso modo l’anno scorso Patroni Griffi è diventato presidente. Tra i due è nato un contenzioso a colpi di ricorsi respinti con sentenze non del tutto convincenti. La sventura giudiziaria di Santoro poteva chiudere la partita con la sua morte reputazionale. Ma il missile ha centrato il bersaglio quando al vertice della giustizia amministrativa era sopraggiunta la pax patronigriffiana che prelude alla sua prossima elezione alla Corte costituzionale. Se il missile era farlocco, il plenumdel Cpga sistemerà le cose senza ulteriori danni alla reputazione del Consiglio di Stato.
Come Zingaretti Anche il leader Pd, accusato “de relato” dall’avvocato Calafiore, attende notizie dalla Procura di Roma