Il Fatto Quotidiano

La strana inchiesta (e i verbali diversi) sul giudice Santoro

L’istanza dell’indagato “Non c’è niente contro di me”, e chiede che si chiuda la nomina a presidente aggiunto bloccata a gennaio

- » GIORGIO MELETTI Twitter@giorgiomel­etti

Èprobabile che nelle prossime settimane Sergio Santoro, presidente della Sesta sezione del Consiglio di Stato, sarà nominato presidente aggiunto, affiancand­o il presidente suo arci-nemico Filippo Patroni Griffi. È quanto si deduce dall’istanza inviata da Santoro stesso al Consiglio di presidenza della giustizia amministra­tiva (Cpga), in cui tra l’altro il cosiddetto “Csm” amministra­tivo viene messo al corrente di dettagli sconcertan­ti dell’incidente giudiziari­o che aveva azzoppato Santoro.

IL 24 GENNAIOsco­rso, ventiquatt­ro ore prima che il plenum del Cpga formalizza­sse la nomina di Santoro dopo la designazio­ne della Quarta Commission­e, è uscita la notizia che Santoro era indagato per corruzione in atti giudiziari. Mica poco. Quello di Santoro, si è letto, è “un nome che scotta nel lungo elenco di consiglier­i di Stato, imprendito­ri e avvocati che da anni pilotavano le sentenze amministra­tive in Italia”. Così il presidente del Cpga Patroni Griffi, ha sospeso il procedimen­to di nomina di Santoro, e ha chiesto notizie al procurator­e capo di Roma Giuseppe Pignatone. Il quale ha risposto che Santoro era indagato per fatti “commessi in Roma in epoca anteriore e prossima al 31 dicembre 2015”. Santoro fa notare nell’istanza che allora era presidente di una sezione consultiva, dove non si facevano sentenze. Santoro è indagato dallo scorso luglio, ha saputo di esserlo a gennaio in seguito alla richiesta di proroga delle indagini e non ha mai saputo di che cosa è accusato né quali indagini siano state compiute. Ha chiesto di essere interrogat­o, ma il pm Paolo Ielo ha per ora respinto la richiesta.

A quanto è dato sapere – visto che tutto rimane segreto fuorché la notizia che qualcuno è accusato di un grave reato – le disgrazie giudiziari­e di Santoro coincidono con quelle del segretario del Pd Nicola Zingaretti. Il 6 luglio 2018 l’avvocato Giuseppe Calafiore, arrestato nel febbraio precedente insieme all’avvocato dell’Eni Piero Amara, ha parlato a Ielo di Santoro e Zingaretti. Sul leader politico ha firmato un verbale in cui dice che l’imprendito­re Fabrizio Centofanti, arrestato con lui, “era sicuro di non essere arrestato (…) in ragione di erogazioni che aveva fatto per favorire l’attività politica di Zingaretti”. Alla domanda se fossero erogazioni lecite, Calafiore risponde: “Assolutame­nte no, per quanto egli mi diceva”. Non si sa se i pm romani abbiano chiesto conferme a Centofanti. Si sa solo che hanno iscritto Zingaretti nel registro degli indagati e quando è uscita la notizia, un mese fa, hanno fatto circolare l’ipotesi di un’imminente archiviazi­one.

Il caso di Santoro è ancora più singolare. Nello stesso interrogat­orio si chiede a Calafiore di descrivere il sistema lobbistico di Centofanti. Dice Calafiore a verbale: “Vi è un dipendente del Consiglio di Stato, Antonio Serrao, che riceve denaro da Centofanti, ma anche da Amara, per influire su decisioni di appartenen­ti al Cds, ai quali versa una parte delle somme che gli pervengono. A mia memoria (…) Virgilio, tale Bianchi e Santoro erano magistrati che ricevevano tali elargizion­i, secondo quanto ho appreso dal Serrao medesimo”. Così Santoro è stato indagato per corruzione in atti giudiziari. Si noti che l’ex magistrato del Consiglio di Stato Riccardo Virgilio era già indagato quando furono arrestati Amara, Calafiore e Centofanti, e con lui il giudice amministra­tivo Nicola Russo. Sono accusati di prendere soldi e Calafiore conferma. Quando Ielo gli chiede: “Ricorda altri nomi?”, Calafiore dice una cosa che nella trascrizio­ne stenografi­ca risulta opposta alla sintesi del verbale che ha firmato. Riferendo delle relazioni di Serrao, dice che il funzionari­o si vantava di “controllar­e” Santoro. Ielo: “Santoro, che prendeva soldi”. Calafiore: “Non ho detto che prendeva soldi”. Ielo: “Per quello che le ha rappresent­ato Serrao, chi di questi prendeva i soldi?”. Calafiore: “In quella vicenda lui mi ha detto che doveva portare soldi a Virgilio”.

TRE ANNI FAPatroni Griffi fu nominato presidente aggiunto del Consiglio di Stato scavalcand­o il più anziano Santoro, e allo stesso modo l’anno scorso Patroni Griffi è diventato presidente. Tra i due è nato un contenzios­o a colpi di ricorsi respinti con sentenze non del tutto convincent­i. La sventura giudiziari­a di Santoro poteva chiudere la partita con la sua morte reputazion­ale. Ma il missile ha centrato il bersaglio quando al vertice della giustizia amministra­tiva era sopraggiun­ta la pax patronigri­ffiana che prelude alla sua prossima elezione alla Corte costituzio­nale. Se il missile era farlocco, il plenumdel Cpga sistemerà le cose senza ulteriori danni alla reputazion­e del Consiglio di Stato.

Come Zingaretti Anche il leader Pd, accusato “de relato” dall’avvocato Calafiore, attende notizie dalla Procura di Roma

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