Belfast e i giovani killer irriducibili dell’Ira che torna
L’omicidio Alla vigilia della commemorazione della Rivolta di Pasqua del 1916, uccisa una giornalista a Derry: stava raccontando gli scontri fra poliziotti e repubblicani
“Sono un fiero repubblicano. Siamo tutti fottuti repubblicani a Creggan”. Il cimitero di Creggan è una fila infinita di tombe di combattenti dei Troubles, un grigio punteggiato di fiori freschi. Paul è cresciuto fra queste case. Dice di non aver mai avuto a che fare con l’Ira, ma nei Troubles ha perso gli amici più cari e per strada riconosce dissidenti e anche gli agenti britannici in borghese che in queste ore più che mai presidiano le strade del quartiere. Fentan street è una via ampia, casermoni bassi, una lunga inferriata. Paul indica il punto dove giovedì notte è caduta Lyra O’Keele, 29 anni, promessa del giornalismo nord-irlandese. Era qui per raccontare gli scontri fra la popolazione locale e la polizia. “Gli sbirri sono arrivati in massa, con più di 20 Land Rover. Hanno perquisito le case, dicevano di cercare armi nascoste per le commemorazioni di Pasqua”. La settimana di Pasqua è sempre tesa in queste aree, nel ricordo dell’Easter Rising di Dublino del 1916, la prima rivolta indipendentista irlandese schiacciata nel sangue dalle truppe britanniche.
A CREGGAN le perquisizioni andavano avanti da mesi. Giovedì sera la comunità ha reagito, è scesa in strada, sono partite le bombe incendiarie contro i mezzi della polizia. Poi qualcuno ha sparato. “Vedi quella inferriata? Hanno infilato l’arma fra le grate all’angolo della strada, puntato a caso”. Lyra era dietro ai poliziotti. È stata colpita allo stomaco, caricata in un mezzo della polizia diretto all’ospedale. È morta quasi subito. “Un cazzo di incidente. Non sarebbe mai dovuto succedere. La gente qui è disgustata”. Sarebbe disgustata se invece di una giovane giornalista nord-irlandese fosse morto un poliziotto britannico?
“Non gliene sarebbe fregato un cazzo”. Per il capo della polizia nord-irlandese la pista più probabile è che dietro questo “attentato terroristico” ci sia la New Ira, l’ultima reincarnazione della lotta armata, veterani della Provisional Ira, irriducibili che non hanno mai accettato gli accordi del Venerdì santo, esattamente 21 anni fa, e la scelta di deporre le armi. “La minaccia più seria al processo di pace” secondo il Chief Constable George Hamilton. È stata la New Ira a rivendicare l’autobomba esplosa lo scorso gennaio di fronte al tribunale della centralissima Bishop Street, sempre a Derry, e quattro lettere esplosive ritrovate a marzo a Londra e Glasgow. Gli esperti ne minimizzano il potenziale militare: gli effettivi sarebbero poche decine, i simpatizzanti qualche migliaio. Niente di paragonabile alla potenza di fuoco degli anni Settanta e Ottanta. Ma con un efficace braccio politico, Saoradh (Liberazione), un partito di estrema sinistra creato nel 2016 da veterani d e ll ’ Ira disgustati dal Sinn Fein, accusato di aver venduto la causa dell’indipendenza repubblicana per sete di potere. Saoradh nega ogni associazione con la New Ira, ma tutte le fonti confermano che i vertici dei due gruppi si sovrappongono.
CON UNA STRATEGIA chiara: reclutare nuove leve nei quartieri più poveri, quelli che non hanno mai visto i dividendi del processo di pace. Ventenni che dei Troubles non hanno memoria viva, ma subiscono quotidianamente la pressione della polizia e le perquisizioni. La prospettiva di una Brexit dura, con il ritorno di un confine fisico, getta benzina sul fuoco, tanto che Saoradh la considera un regalo alla causa. Una retorica che, nelle roccaforti dei dissidenti repubblicani, ha fatto breccia. Negli ultimi anni, alle tradizionali commemorazioni del lunedì santo a Derry, ad applaudire i paramilitari in mimetica c’era una folla sempre più numerosa. Fino a giovedì. Per la New Ira colpire una civile innocente è un tragico errore, che rischia di compromettere ogni supporto, in una città che non vuole tornare alla violenza di 20 anni fa. Dal quartiere generale di Saoradh non parlano, ma il gruppo ieri ha pubblicato un duro comunicato. “La responsabilità di quanto è successo ricade interamente sulle forze della corona britannica, che hanno cercato lo scontro con la comunità per ragioni di propaganda” si legge sul sito. “Durante questo attacco alla comunità un volontario repubblicano ha tenuto di difendere la gente dalla polizia. È tragico che la giovane giornalista Lyra McKee sia stata uccisa accidentalmente mentre si trovava dietro gli agenti armati”. Seguono condoglianze ai familiari e amici di Lyra. Per i tanti che temono il ritorno della violenza è già diventata un simbolo. Da Belfast si era trasferita a Derry per a
PENTOLA A PRESSIONE Saoradh è il braccio politico creato nel 2016 dai quei veterani che erano disgustati dal Sinn Fein
more di una donna e della città. In uno dei suoi tweet scriveva: “Ai tempi migliori che ci aspettano, lontano dalle bombe e dai proiettili una volta per tutte”.