Il Fatto Quotidiano

Ventimigli­a vota, la Lega si affida al “calabrese”

Deputato, viene da Lamezia per convincere la nutrita comunità di meridional­i

- » FERRUCCIO SANSA

U n

leghista calabrese che sbarca al Nord per convincere gli elettori a votare Carroccio. Chissà come avrebbe reagito Umberto Bossi ai tempi in cui urlava ai terùn. A Ventimigli­a, al comizio del centrodest­ra, si presenta un signore con la spilletta di Alberto da Giussano. È Domenico Furgiuele, deputato e già coordinato­re della Lega in Calabria. È anche con lui che Gaetano Scullino si augura di vincere le elezioni di maggio, strappando al centrosini­stra la cittadina di confine simbolo della nuova immigrazio­ne. Ma Ventimigli­a, ben prima dei ‘neri’, ha accolto altri italiani: 6 mila calabresi e 5 mila siciliani su 26 mila abitanti. E senza i calabresi non si vince.

Ecco sbucare Furgiuele in piazza Cattedrale. Vicino a lui il deputato locale Flavio Di Muro, altro salviniano doc, e il candidato Scullino. Avanzano al centro della strada con passo vagamente western. Ma a qualcuno salta in mente di pronunciar­e una parola che qui è tabù: parlerete di ‘ ndrangheta? “Non faccia questa domanda”, sgrana gli occhi Scullino; sì, quello che era sindaco quando il comune fu sciolto per infiltrazi­oni nel

2012. Il Consiglio di Stato fece retromarci­a: niente mafia. Un pr ov ve dim en to che suscitò polemiche: “Il presidente del collegio era l’ex ministro Franco Frattini, già collega di Claudio Scajola e protagonis­ta di un incontro a Ventimigli­a, nel 2007, in occasione della campagna elettorale di Scullino”, sostiene Christian Abbondanza della Casa della Legalità.

Ma torniamo a oggi. Questa Lega combatte davvero la ‘ndrangheta? “Abbiamo Matteo Salvini, campione nella lotta alla mafia”. Furgiuele cerca di riprendere il controllo della situazione: “Qui c’è gente normale, che vuole vivere in pace. E viene segnata a dito perché un loro lontano parente ha rubato un pollo”. Ma l’incanto si è rotto: onorevole, lei è la persona giusta per parlare di criminalit­à organizzat­a vista la condanna definitiva di suo suocero per estorsione aggravata dal metodo mafioso e i beni confiscati a sua moglie (non indagata)? “Ho la fedina immacolata. Mi fate domande perché sono calabrese. Se fossi abruzzese, non me lo chiederest­e”. Onorevole, ma su Facebook lei ha messo dei ‘mi piace’ su post che parlano di Mussolini come il “più grande statista del XX Secolo”; che scrivono “25 aprile, onore ai combattent­i di Salò”. Furgiuele respira a fondo, ma non si scompone: “La storia è il passato e comunque i social non li gestisco io”, dice cercando conferma nelle persone che gli sono accanto. Ma Di Muro, senza accorgerse­ne, fa un passo indietro; Scullino corregge il tiro: “La mafia è un disastro”.

Ma la parata degli onorevoli per le strade della città vecchia riprende. Qui dove, tra vicoli e antichi palazzi nobiliari, trovi scugnizzi scalzi. Povertà vera. Ha ragione Furgiuele, c’è tanta gente perbene. E arriverann­o i voti della comunità calabrese di Ventimigli­a Vecchia che a volte pare Liguria solo sulla carta. Basta sedersi ai bar del centro storico. Non senti una parola in ligure, solo calabrese e siciliano. I ‘cibi tradiziona­li’ esposti nelle vetrine vengono dall’Aspromonte. In queste strade che hanno ospitato la procession­e alla Madonna di Polsi, come a San Luca d’Aspromonte, per quel rito associato ai summit della ‘ndrangheta. Mentre nella cattedrale venivano celebrati i funerali di quelli che gli investigat­ori definivano “personaggi di primissimo piano della mafia calabrese”.

Ma Scajola tagliava corto: “Rosy Bindi ha detto che la nostra è la sesta provincia della Calabria. E nessuno ha replicato”. Già, il problema sono le parole del presidente dell’Antimafia.

Il curriculum

Il suocero è stato condannato per estorsione. “Ho la fedina pulita, mi fate domande per le mie origini”

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Comizio Furgiuele (a destra) a sostegno del candidato Scullino
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