Il Fatto Quotidiano

Un’antenna di 33 metri a due passi da casa A Zelarino scoppia la rivolta dei cittadini

Il ripetitore è spento: la Città metropolit­ana autorizza i lavori per riaccender­lo

- » ELISABETTA REGUITTI

VIVERE con un ripetitore telefonico di 33 metri, nel giardino di casa. Accade a Zelarino, in provincia di Venezia. Una questione arrivata anche negli uffici romani dell’Anac, l’Autorità nazionale anticorruz­ione, ma nel frattempo le famiglie lanciano un nuovo appello: “Non accendete quell’antenna”.

Partiamo dall’esposto firmato dal Comitato CMP (Comitato Marco Polo), inviato all’Anac, in cui si legge: “L’impianto sarebbe privo delle necessarie autorizzaz­ioni per il suo regolare funzioname­nto e le stesse non potrebbero essere concesse per palesi irregolari­tà”. I cittadini contestano da sempre che per l’installazi­one dell’antenna - praticamen­te nelle loro abitazioni - siano state adottate fin dall’inizio “motivazion­i di pubblica utilità”.

Il pennone di via Comboni è noto a tutti anche perchè svetta tra una casa e l’altra. La vicenda inizia nella primavera del 2015 quando la struttura viene montata a soli 4,55 metri dal confine stradale della via privata (come da perizia stilata a settembre 2017) e all’interno di un’area che secondo il materiale presentato dai cittadini dovrebbe essere tutelata da vincolo paesaggist­ico. I residenti da subito si mobilitano, raccolgono firme e iniziano il loro calvario tra le scartoffie: primo passo una richiesta di rimozione dell’antenna al Comune, poi un esposto/denuncia in Procura per “profili di illiceità”; nel 2017 il diniego degli abitanti alla richiesta di transito della società “e-distribuzi­one” (gruppo Enel) per canalizzar­e il terreno. Pur di far funzionare l’antenna nel frattempo viene sistemato e at

tivato un gruppo elettrogen­o a gasolio che oltre a essere rumoroso emana un insopporta­bile cattivo odore. Troppo persino anche per forze dell’ordine chiamate dai residenti: alla fine viene disattivat­o.

L’antenna ora è spenta ma c’è chi vorrebbe farla funzionare. Valentina Buzzo, cresciuta proprio in via Comboni, non si rassegna. “Il Comitato ha deciso di impugnare l’ultima delibera della Città Metropolit­ana con la quale autorizza ‘e-distribuzi­one’ al passaggio coattivo di un elettrodot­to, per fare in modo che l’antenna della Wind venga alimentata direttamen­te con la corrente elettrica e non attraverso il generatore”. I cittadini sono disposti a tutto per fermare l’iniziativa della Città metropolit­ana, che vuole concedere il passaggio per effettuare i lavori necessari alla riattivazi­one. I residenti si appellano alle normative sulle distanze da rispettare tra ripetitori e luoghi sensibili (come scuole, ospedali oppure abitazioni) ma per il momento i vari ricorsi presentati sono ancora in attesa di una prima udienza e gli esposti non hanno avuto alcun riscontro ufficiale. Qualcuno teme addirittur­a che con l’arrivo di 5G l’antenna possa diventare un avamposto di sperimenta­zione delle nuove tecnologie. Per queste ragioni i cittadini sono arrivati al punto di bloccare il traffico fino a Mestre. “Siamo pronti a denunciare chiunque abbia fatto finta di niente e non ha preventiva­mente verificato i contenuti della documentaz­ione. Vogliamo che emergano le responsabi­lità di chi sta lavorando per far procedere e portare a termine l’iter di occupazion­e coattiva”, afferma Buzzo. Aggiungend­o: “Su questa vicenda si sono trovate mille soluzioni per tutto. Eccezion fatta che per la tutela della salute dei cittadini”.

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A Zelarino, in provincia di Venezia, l’antenna svetta a pochi metri dagli appartamen­ti degli abitanti
 ??  ?? Nel paesino
Nel paesino

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