Il Fatto Quotidiano

“Viva i pensionati!” La famiglia Fatuzzo ora punta l’Europa

THE DYNASTY Le sette vite politiche di papà Carlo e figlia

- » TOMMASO RODANO © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

C’è uno strillo surreale che risuona nell’aula della Camera ogni volta che l’onorevole Carlo Fatuzzo prende la parola. Che si discuta di reddito di cittadinan­za o dissesto idrogeolog­ico non fa differenza, i suoi interventi finiscono con lo stesso grido di battaglia: “Viva i pensionati! Pensionati all’attacco!”. Per quanto strambo, non si sorprende nessuno: sono tutti abituati al deputato situazioni­sta, i suoi discorsi sono diventati un rituale collettivo. Quando parla Fatuzzo se la ridono tutti, specie il presidente Roberto Fico. Ma intanto – attacco dopo attacco, legislatur­a dopo legislatur­a – Carlo Fatuzzo seppellisc­e tutti: il Partito Pensionati è diventato il più antico d’Italia.

CARLO ha la fulminante intuizione nel 1987. Genovese, classe 1944, diploma di ragioniere e perito commercial­e, di mestiere radioteleg­rafista. Alla tenera età di 43 anni decide di puntare su una specifica nicchia elettorale della senescente società italiana: i pensionati. È l’inizio di una storia a suo modo indimentic­abile. Il ragioniere ha un piccolo ma preziosiss­imo seguito, soprattutt­o al Nord, che nel 1999 gli permette il grande salto: le 230.729 preferenze dei Pensionati alle elezioni europee gli valgono un seggio a Strasburgo.

Fatuzzo ha vinto la lotteria. Il valore del montepremi lo calcolano Rizzo e Stella ne La Casta: a fronte di un investimen­to di 16.435 euro per la campagna elettorale, lui e il suo partito ottengono un rimborso vicino ai 3 milioni; 180 volte il valore della cifra stanziata. Il Partito pensionati è una piccola ma fruttuosa azienda politica.

La gestione è rigorosame­nte familiare. Il comando, come nelle migliori tradizioni, passa direttamen­te dal capostipit­e agli eredi. Così la giovane Elisabetta, figlia di Carlo, viene imbarcata nell’impresa sin dal principio: a 20 anni è già dirigente dei pensionati.

Anche la sua carriera è generosa: nel 1990 è eletta con temp oran eame nte consiglier­e comunale a Bergamo e consiglier­e regionale in Liguria. Le due cariche – incredibil­e a dirsi – non sono incompatib­ili: lo Stato pare riconoscer­le il dono dell’ubiquità. Nel 2005 poi Fatuzzo jr approda in consiglio regionale in Lombardia, dove rimane per due consiliatu­re. E inciampa nell’inchiesta sulle spese pazze del Pirellone, la stessa che coinvolge (tra gli altri) il Trota Renzo Bossi, Nicole Minetti e il capogruppo leghista Massimilia­no Romeo.

I consiglier­i – ricorderet­e – con i fondi pubblici si concedevan­o un po’ di tutto: cene, pranzi, latticini, stuzzicade­nti, degustazio­ni, viaggi. La Fatuzzo è nel mucchione dei condannati: 1 anni e 10 mesi in primo grado. Minuzie: la nostra è ancora in sella, Forza Italia l’ha candidata per le Europee di fine maggio; Silvio Berlusconi non si è dimenticat­o di lei.

COME POTREBBE? Il rapporto tra l’ex Cavaliere e papà Carlo è intenso. Fatuzzo e i suoi pensionati sono una storica (piccola) stampella del centrodest­ra. Con una drammatica eccezione: il tradimento del 2006. Fatuzzo senior si incontra con Romano Prodi a Bologna e stringe un accordo elettorale: il suo piccolo popolo grigio si consegna all’Unione e al centrosini­stra. L’esito è clamoroso: Fatuzzo regala a Prodi 200mila voti, non viene eletto ma risulta decisivo per la vittoria del professore. Che non lo ricompensa: nemmeno una misera poltrona da sottosegre­tario. Berlusconi però è magnanimo: una tiratina d’orecchie (“Ma ti rendi conto che hai consegnato l’Italia ai comunisti?”) e subito il perdono. Dal 2008 i Pensionati tornano nel centrodest­ra. Il frutto più dolce lo raccoglie 10 anni dopo: il 4 marzo 2018, dopo varie legislatur­e comunali, regionali ed europee, The Fatuzzos approdano in Parlamento; Carlo è eletto da indipenden­te nelle liste di Forza Italia.

Da quel giorno è uno show continuo. Fatuzzo è incontenib­ile. Un incubo per i commessi di Montecitor­io che talvolta devono inseguirlo e sequestrag­li le bandiere del Partito Pensionati che introduce di nascosto (e sventola durante le discussion­i più calde).

UN’INCOGNITA per chi presiede l’aula, per i suoi interventi verbosi e spesso avulsi dal dibattito. Ma pure uno spasso, più o meno volontario. Come quando in un momento di sincerità Fatuzzo commenta con terrore la legge sul voto di scambio politico- mafioso: “Con questa riforma dovremo spostare il Parlamento dentro una galera”. O quando saluta i colleghi prima delle ferie: “Con grande simpatia mi permetto di utilizzare questi 60 secondi per augurare a tutti la buona Pasqua, a tutti i colleghi indistinta­mente di qualunque gruppo politico siano; e a tutti i Pasquali, come il mio collega al mio fianco Pasquale Cannatelli, e a tutti i Pasquali d’Italia. E soprattutt­o a tutti i pensionati, qualunque nome abbiano, una Buona Pasqua. Viva i pensionati! Pensionati, all’attacco”.

CARLO FATUZZO

Se passa la legge sul voto di scambio politico-mafioso ci toccherà spostare tutto il Parlamento dentro una galera

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Ansa Tutto in casa Carlo Fatuzzo (75 anni) e la figlia Elisabetta (51), fondatori del Partito Pensionati
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