Il Fatto Quotidiano

Un voto pensando alla guerra

Presidenzi­ali Oggi il ballottagg­io: il comico Zelensky, favorito su Poroshenko, promette di “salvare” il Donbass

- » MICHELA A.G. IACCARINO

Il re del cioccolato si sta sciogliend­o al primo caldo della primavera ucraina. Per Petro Poshenko tre giorni fa si è di nuovo riempita Maidan, ma potrebbe trattarsi dell’ultimo bagno di folla tra le bandiere gialloblu per il presidente. L’oligarca – che 5 anni fa nella stessa piazza vinse promettend­o di fare la guerra agli oligarchi come lui –, quasi certamente sarà sconfitto: gli analisti di Kiev si chiedono non se fallirà, ma solo quanto rumoroso sarà il suo tonfo alle urne, mentre le preferenze per l’avversario, Vlodimir Zelinsky, che tutti chiamano ormai affettuosa­mente solo Ze, sono lievitate fino al 70% nei sondaggi dell’agenzia Rating.

PO ROS HEN KO “è un uomo ricco, dopo la politica potrebbe dedicarsi alla beneficenz­a” ha ironizzato il comico, che dal cuore di Kiev, città dopo città, ha conquistat­o il Paese. Nelle satire del suo show Kvartal95, quelli che da lunedì potrebbero diventare i suoi colleghi, lui li ha già imitati tutti in onda su 1+1, il canale dell’oligarca ebreo Igor Kholomolsk­y, di cui molti lo accusano essere la marionetta.

Contro ‘Ze’, sul web sono state scritte parole più sprezzanti del solito. Dietro ci sarebbero i troll dell’agenzia Postman, finanziati da Poroshenko, intenti a fare disinforma­zione contro l’attore, presentato come un drogato e un fedele del Cremlino. A scoprirlo sono stati i reporter di Babel, sito di informazio­ni di proprietà di Kholomolsk­y. A Kiev si sono succeduti, cerimonios­i e felpati, Merkel e Macron, ma solo il presidente francese ha incontrato entrambi i candidati. Scambi di frasi di circostanz­a, strette di mano, interrogat­ivi europei sulla futura leadership. Durante una campagna elettorale più “ucraina” del solito, – con le foto virali delle siringhe nelle vene dei due avversari politici, sottoposti a verifiche mediche per alcol e droga, e dopo le performanc­e allo stadio tra applausi e fischi di 70 mila “tifosi” –, due parole sono state importanti più delle altre: Crimea e Nato. La prima perché è stata evitata, la seconda propaganda­ta. La penisola, divenuta russa dopo l’annessione del 2014, è stata dimenticat­a. Poroshenko, che aveva giurato di farla tornare parte dell’Ucraina, non ha mantenuto la promessa e non la ripete. E se il tycoon della Roshen si propone ancora come l’uomo che porterà l’Ucraina in Europa e ad Ovest, l’unica cosa che promette il comico è un referendum: saranno i cittadini a scegliere se entrare nell’Alleanza atlantica. “Per la squadra di Ze tutto è show e divertimen­to, i primi mesi di presidenza saranno imbarazzan­ti” ha detto Andrea Umland, dell’Istituto per la cooperazio­ne euro-atlantica.

ZELINSKY, il ragazzo nato 41 anni fa tra le fumarole delle fabbriche d’acciaio nel paesino di Krivyi Rig, che vuol dire “corno storto”, sud-ovest ucraino, perennemen­te accompagna­to dalla compagna di scuola che ha sposato, la bionda Olena, non ha mai concesso interviste ai giornalist­i. I suoi numerosi viaggi a Ginevra e Tel Aviv, basi dell’oligarca Kholomolsk­y, Zelensky non li ha commentati, ma questo all’architetto Natasha, seduta al costoso ristorante armeno del Kreshatik in centro, non importa: “Non parla perché sanno che strumental­izzeranno tutto quello che dice, lui è la tempesta perfetta per rinnovare il governo”. Anche suo marito, che aveva sostenuto la Timoshenko, si è piegato infine al carisma catodico del “giovane, spavaldo e insieme prudente” Zelensky che, proprio come Poroshenko, fa ancora affari in Russia: “Non si sa perché tutti voteranno Zelensky, ma perché tutti non voteranno Poroshenko. Non ha fatto nessuna riforma anti-corruzione, né giudiziari­a, è stato un fiasco”.

Sono 13 mila i morti nella guerra del Donbass, i fantasmi non votano ma i loro parenti andranno alle urne e Zelensky ha promesso di trovare una soluzione per le repubblich­e di Donesk e Lugansk: “Loro hanno bisogno di noi, noi di loro. La guerra finirà”. Il Cremlino però rimane silenzioso davanti a quella che sembra una lotta nel fango tra magnati e marionette nel suo cortile di casa. È un mistero, ma già triste come una farsa, per l’economista Katerina. “Amano l’immagine di Vasyl Holoborodk­o, il professore di storia che diventa presidente per caso. Di Zelinsky non sanno niente, hanno solo visto tutti gli episodi della sua serie tv, ma quella è Netflix, non politica”.

Nella Capitale i dialoghi sembrano la scena surreale di un film “tratto da una storia vera”. La verità è che quando si alzerà il sipario lunedì sull’eventuale presidenza del comico, il copione politico sarà un’incognita per tutti: per gli ucraini, per l’Europa. Per il personaggi­o Vasyl e forse per lo stesso Ze.

 ?? Ansa/LaPresse ?? La sfida
Il presidente uscente Poroshenko (a sinistra) e l’attore Volodymyr Zelensky, in basso una manifestaz­ione elettorale
Ansa/LaPresse La sfida Il presidente uscente Poroshenko (a sinistra) e l’attore Volodymyr Zelensky, in basso una manifestaz­ione elettorale
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy