Il Fatto Quotidiano

Arrivano i primi bagni per il terzo sesso: “È un modello che fa scuola”

- ELISABETTA REGUITTI

▶LEI, LUI E L’ALTRO. Inteso come genere. Bagni

gender free nel municipio di Reggio Emilia ma non solo. Perché la città in cui è nato il tricolore diventa la prima, in Italia, a trattare la questione degli orientamen­ti sessuali anche sul piano amministra­tivo oltre che istituzion­ale.

Abreve quindi in municipio verranno aperti i bagni “neutrali”, ma il Comune ha peraltro deciso di inserire la terza opzione – oltre all’opzione maschio e femmina – in tutti i questionar­i e più in generale nella documentaz­ione amministra­tiva.

In aggiunta “all’adozione di un linguaggio inclusivo” a Reggio Emilia hanno stabilito che i lavoratori di tutti gli enti della pubblica amministra­zione possano utilizzare la dicitura “alias” durante l’intera fase di transizion­e sessuale. Stessa facoltà è prevista per gli studenti universita­ri rispetto ai loro libretti. Tutto ciò passa attraverso il “protocollo operativo per il contrasto all’omotransne­gatività per l’inclusione delle persone Lgbti”: un’assunzione di responsabi­lità visto che il documento è stato siglato da un insieme di realtà tra cui gli istituti penali, l’ufficio scolastico territoria­le, l’Ateneo oltre all’Istituto scuole e nidi d’infanzia.

Dal palazzo di giustizia poi c’è l’impegno a comunicare annualment­e il numero di procedure in corso che abbiano come oggetto discrimina­zioni sull’orientamen­to sessuale o l’identità di genere. L’intenzione è creare una banca dati e un archivio. Un anno fa Reggio Emilia aveva ospitato il gay pride e il protocollo è la prosecuzio­ne di quella scelta fatta sempre dall’amministra­zione locale.

A livello regionale, al contrario, è ferma la legge regionale contro tutte le discrimina­zioni Lgbti, stoppata per un emendament­o che riguarda la maternità surrogata.

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Ansa La toilette Gender free

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