Il Fatto Quotidiano

Lega, la mappa di casseforti e scatole cinesi da Bergamo agli Emirati Arabi

- » GIUSEPPE PIPITONE

Commercial­isti citati nei Panama Pa

pers, colletti bianchi legati a riciclator­i argentini, società che in pochi mesi cambiano nome e proprietar­i: prima vengono schermate dietro fiduciarie, poi tornano alla casella di partenza. E ancora. Aziende che fanno shopping creando clamore nella tranquilla provincia lombarda. Persone e operazioni legate tra loro e che cominciano ad avere un’attività più frenetica alla fine del 2018, quando la Guardia di Finanza inizia a indagare sulla Lega di Mat

teo Salvini e sui 49 milioni di fondi pubblici oggetto di una truffa ai danni dello Stato. Eccola qui la rete segreta dei profession­isti del Carroccio. Un intreccio di nomi e società che si muove ai confini del partito del ministro dell’Interno e che Il

Fatto Quotidiano è in grado di ricostruir­e. Con un’avvertenza: mentre scriviamo, manager e aziende continuano a cambiare. Ma andiamo con ordine.

La ristruttur­azione e il “trasferime­nto”

C’è una città che è diventata la capitale economica della Lega: Bergamo. È qui, in un palazzo di via Angelo Maj, cinque minuti a piedi dalla stazione, che Salvini ha trasferito la cassaforte del partito. L’idea, per la verità, è del tesoriere, Gi ul io

Centemero. Cugino di Elena, ex deputata di Forza Italia, a Centemero viene affidata la cassa nel settembre del 2014. È uno dei momenti più bui della Lega e Centemero avvia tagli pesanti. “Al mio arrivo i costi di gestione del partito erano molto elevati e all’esito dell’attività di ristruttur­azione sono stati ridotti di oltre il 70%”, ha raccontato lui stesso qualche tempo fa. L’attività di ristruttur­azione colpisce soprattutt­o i dipendenti: tra il 2015 e il 2017 vanno via in 70. “Sembrava che il partito dovesse chiudere. Solo ora rifletto sul fatto che a essere messi alla porta furono soprattutt­o quelli che si occupavano di bilanci e contabilit­à”, racconta una ex lavoratric­e del Carroccio.

Parallelam­ente alla “ristruttur­azi one ” Centemero trasferisc­e a Bergamo il cuore economico del partito. La prima a traslocare è la vecchia Pontida-Fin, storica società che gestisce il patrimonio immobiliar­e del Carroccio, proprietar­ia del palazzo di via Bellerio e del pratone di Pontida. La nuova sede della Pontida Finè in via Maj. Lì c’è la società dei commercial­isti alla quale Centemero ha affidato la gestione dei conti: si chiama, anzi si chiamava, Dea Consulting e appartiene ad Alberto Di Rubba e

Andrea Manzoni. Coetanei del tesoriere della Lega, grazie a Centemero salgono ai piani alti del Carroccio. Manzoni è oggi revisore dei gruppi alla Camera, mentre Di Rubba ha lo stesso incarico al Senato. In più è presidente della Sin, società del ministero dell’Agricoltur­a guidato dal leghista G ian

Marco Centinaio. La vicinanza dei due a Centemero è sancita anche da un’altra società, la Di Rub

ba e Manzoni srl, in cui una piccola quota è direttamen­te in mano al tesoriere e al senatore della Lega Stefano Borghesi. La più nota, pe

rò, è la Dea Consulting: è diventata famosa nel dicembre scorso, quando la Finanza è andata a perquisirl­a indagando sul presunto finanziame­nto illecito della Più Vo

ci, una delle tante onlus della galassia leghista.

C’è l’indagine: la girandola di cambi di nome

Sarà anche per questo, per la pressione delle indagini e dei giornali, che Di Rubba ha modificato il nome di Dea Consulting. Dal 4 febbraio scorso si chiama Partecipaz­ioni

srl e al suo interno ha assorbito altre due società: Studio Cld, società di consulenza, e soprattutt­o la

Taaac, una società di cui Di Rubba è amministra­tore dal 20 novembre. La Taaac ha il suo recapito in via delle Stelline a Milano, dove c’è la sede fantasma della nuova “Lega per Salvini premier”. Quando i giornalist­i del Fatto vanno in via delle Stelline a caccia della sede del nuovo partito, scoprono che a quell’indirizzo c’è anche la Taaac: in quel momento è una società con proprietar­i fantasma. L’ad è Vanessa Servalli, parente acquisita di Di

Rubba. È schermata dalla Sa n

Giorgio Fiduciaria. Impossibil­e sapere a chi appartiene. Centemero aveva assicurato al Fatto che quella srl con la Lega non aveva alcun legame. Otto mesi dopo il commercial­ista del Carroccio la incorpora nella sua società: appartenev­a a lui dunque? E perché era schermata?

Nata nel 2017, nell’unico bilancio finora presentato la srl dichiara ricavi per soli due euro e perdite per 1.185. Ha anche acquistato un immobile a Desenzano del Garda da 310mila euro, con 200mila euro di mutuo acceso alla Ubi banca, un istituto bancario dove Di Rubba ha lavorato. Quel rogito è stato firmato dal notaio Alberto Maria Ciam

bella. Lo stesso che – secondo l’E

spresso – ha registrato 7 società domiciliat­e negli uffici della Dea

Consulting. Nascono ogni tre mesi, con identico capitale sociale da 10 mila euro, e tutte tra il 2014 e il 2016, quando cioè Salvini ha scalato il partito. Gli investigat­ori sospettano che siano state utilizzate per nascondere una parte del denaro riconducib­ile alla Lega. A chi appartengo­no? Alla Seven Fiduciaria, che nel 2015 viene ceduta alla Se ven bit del finanziere A nge lo L az z ar i, recentemen­te indagato per truffa e autoricicl­aggio ma per un’altra vicenda. Di chi è la Seven

bit ? Della lussemburg­hese Ivad. Impossibil­e sapere da dove provengono i soldi. Presidente della

Seven Fiduciaria è un altro stimato commercial­ista bergamasco: si chiama Andrea Onorato Cattaneo ed è genero di Gianpaolo Bel

lavita, ex assessore provincial­e di Forza Italia. Condannato a 10 anni e mezzo per truffa aggravata, associazio­ne a delinquere, bancarotta fraudolent­a e appropriaz­ione indebita, Bellavita è attualment­e latitante in Romania. Su di lui pende una richiesta di estradizio­ne rigettata dalle autorità romene.

L'universo Wic e gli Emirati il filo arriva ai Panama Papers

Prima che Cattaneo diventasse presidente della Seven Fiducia

r ia , il procurator­e speciale era Giorgio Balduzzi. Un profession­ista di cui Manzoni e Di Rubba si fi

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