Il Fatto Quotidiano

Pasquetta dall’indagato Salvini non si smentisce

Il ministro dell’Interno in vacanza a Pinzolo difende il sindaco su cui pesa un divieto di dimora: “I giudici sono contro di noi”

- » DANIELE ERLER

Le contestazi­oni della procura di Trento sono due: peculato e turbativa d’asta. Se Michele Cereghini fosse il sindaco di un paese fra tanti, la notizia delle indagini che lo riguardano rimarrebbe nelle cronache dei giornali locali. Solo che Cereghini è il sindaco di Pinzolo, il paese del Tren

tino dove Matteo Salvini viene in vacanza da sempre. E così – sulla scorta di una conoscenza tanto importante – questa storia giudiziari­a locale supera i confini e diventa un caso nazionale. Anche perché, in occasione della Pasqua, Salvini è in vacanza proprio a Pinzolo.

FRA UNA FOTOcon la polenta, un comizio e una gara di palle di neve, non dimentica di indossare l’elmetto e di difendere a spada tratta l’amico sindaco. In un’intervista al Trentino, dice che “i banditi sono un’altra roba, così si rischia di far passare la voglia alla gente di fare gli amministra­tori nei Comuni, gli assessori o i sindaci”. Concetto ripetuto ieri, a margine del comizio: “Non so se sia un caso che mentre il centrodest­ra, e soprattutt­o la Lega, vincono e convincono in Trentino e in Italia, ci siano iniziative giudiziari­e di questo genere”.

Quando Salvini arriva a Pinzolo, non c’è nessun sindaco ad accoglierl­o. Cereghini è stato sospeso per effetto della legge Severino, ma è stato anche allontanat­o dal territorio del suo paese, dove per il momento non può più mettere piede: “Neanche fossimo nel far west”, commenta Salvini. Il gip Marco La Ganga, della procura di Trento, ha accolto giovedì scorso – pochi giorni prima dell’arrivo di Salvini – la richiesta del pubblico ministero Maria Colpani. Ha applicato nei confronti del sindaco la misura cautelare del divieto di dimora, motivata dai gravi indizi di responsabi­lità e dal pericolo della reiterazio­ne del reato. E così i finanzieri hanno allontanat­o Cereghini da Pinzolo.

GLI EPISODI contestati sono tre. Per l’acquisto delle luci di Natale, il sindaco avrebbe firmato il bando – dal valore di 100 mila euro – con criteri tali da favorire un’azienda. Poi, dovendo assumere un’addetta stampa per il Comune, avrebbe cucito i requisiti addosso a una candidata, abbassando la richiesta di anzianità d’iscrizione nell’ordine dei giornalist­i da tre a due anni. Infine, avrebbe utilizzato l’a ut o dell’Apt – l’azienda di promozione turistica, di cui è membro di diritto del consiglio d’amministra­zione – per un viaggio nell’interesse del Comune (e non dell’Apt) nella località di Sestriere. Tutte queste contestazi­oni sono emerse dalle indagini preliminar­i e il sindaco, ancora innocente fino a prova contraria, ha respinto ogni accusa, dicendosi sereno perché confida nel lavoro della magistratu­ra.

Poi a Pinzolo è arrivato Salvini: “Ci sono spacciator­i che escono di galera dopo 10 ore, mentre il sindaco Cereghini non può dormire a casa sua. Assurdo”.

Le accuse

Al primo cittadino: un’assunzione, l’uso di auto blu e l’appalto per le luminarie

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Amici Il sindaco di Pinzolo, in provincia di Trento, Michele Cereghini . A sinistra, Matteo Salvini

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