Il “servitore del popolo” ha un oligarca per amico
Nuovo presidente Il comico Zelensky straccia Poroshenko: per i detrattori è l’uomo di Kolomoisky che rappresenta il nuovo corso ebreo nel Paese dei pogrom
“Tutto è possibile”. Sono le sue prime parole sotto gli evanescenti neon verdi. Vladimir
Zelenskyè presidente e lo urla alla folla quando capisce di essere diventato l’uomo più potente del paese. A qualcuno manca il respiro per la felicità, a qualcuno per il panico. È lo stato dell’arte ucraino: il giullare della tv ha ufficialmente preso il posto del re del cioccolato. La colonna rossa delle sue percentuali troneggia con il 73% delle preferenze su quella blu dell’avversario, e presto ex presidente, Petro
Poroshenko , che capitombola a un umiliante 24%.
La musica che lo accompagna sul palco è la sigla del suo spettacolo di satira. “Tutto è possibile, lo dico agli ex paesi sovietici: guardateci”. Zelinsky strabuzza gli occhi tra coriandoli e decibel da discoteca, non si sveste nemmeno un attimo del sorriso color latte.
Ringrazia tutti, perfino Olga e Ljuba, personale delle pulizie, in un ucraino striminzito, rinunciando al russo, sua lingua madre.
“UN PRESIDENTE senza esperienza: il Cremlino sta festeggiando, torneremo nella sfera d’influenza russa” ha detto Poroshenko, che è già poroch, polvere, dice l’ultimo gioco di parole della Capitale. Per il momento a Mosca nessuno è sovrappensiero. Dimitry Peskov, portavoce di Putin, ha detto: “È troppo presto per le congratulazioni del presidente russo”. Ma dalla Federazione mandano auguri via Twitter il blogger Al ek se y Novalny e perfino il vecchio presidente in fuga dal fuoco della rivoluzione di Maidan, Yanukovic.
Più che di protesta, un voto di disperazione. Zelinsky è un fenomeno di massa. Lo hanno scelto nelle regioni dove sono stati registrati più votanti, Lviv e Dnipro, ma anche in quelle dove meno elettori sono andati alle urne, Lugansk e Zakarpatya. L’Ucraina ha oggi una guerra a due confini: quello ad est in Donbass e quello tra realtà e fantasia, che non distingue più. Lo dice anche Oleskyi Haran, professore di politica comparata dell’università della Capitale: “Questo è un fenomeno psicologico, non lo distinguono dal personaggio”.
Dopo Israele, l’Ucraina sarà il primo Paese ad avere un presidente e un premier ebreo. A differenza della chiacchierata origine di Poroshenko, non fanno segreto della loro religione né Zelinsky né Groysman, 38 anni, il giovanissimo primo ministro di Kiev. Sono entrambi ebrei ucraini proprio come l’ex governatore di Dnipro, l’oligarca Kolomolsky, in esilio a Tel Aviv con un tris di cittadinanze e un’accusa in patria. Avrebbe frodato miliardi di g ri v ne alla Privat Bank, la banca più grande del Paese, come molti di quei corrotti che il “servitore del popolo” ha promesso agli ucraini di voler cacciare e la cui ombra invece si staglia silenziosa alle spalle del comico.
PROPRIO COME in un racconto distopico in cui “tutto è possibile”. ‘Ze’ ha sedotto senza dover convincere. Dopo la campagna elettorale più virtuale che il paese ricordi, infarcita di improvvisazioni e imitazioni, intenzioni magari positive ma ridotte a slogan, barzellette, video virali e nessun vero programma politico per il futuro del Paese, ha consolidato un consenso già acquisito al primo turno ripetendo “fuori i ladri”, come dice il presidente per caso nella serie tv che l’ha reso celebre, ma mandata in onda sul canale di cui è proprietario quello che tutti dicono sia il suo mentore: proprio Kholomolsky.
Incantare è missione di Zelensky, ma all’ironia perenne come strategia per evitare spiegazioni dettagliate ai giornalisti, i reporter della Reuters non si sono arresi. Dalle targhe delle Mercedes nere e blindate usate dal comico sono risaliti ai suoi collaboratori in ombra, i cui nomi non figurano ufficialmente nella futura squadra ufficiale di governo: avvocati, consiglieri, partner commerciali con cui condivide conti stranieri e perfino guardie del corpo sono tutti riconducibili all’enturage di Kholomolsky. Uno di loro è Andry Bohdan, avvocato dell’oligarca di Dnipro e dell’attore. Zelinsky, quando interpellato dall’agenzia, ha preferito non commentare l’inchiesta, come molti che l’hanno votato.
La verità non importa: è questa la forza dell’insostenibile leggerezza di ‘Ze’ e degli ucraini, illusi dalla chimera di un attore da serie Netflix che li ha convinti che “tutto è possibile”.