Il Fatto Quotidiano

TRIPTORELI­NA? TESTOSTERO­NE IL VERO ALLARME

- » MAURIZIO BINI*

Capita, nonostante l’età, ancora di stupirsi di come improvvisi incendi si inneschino in zone marginali di competenze iperspecia­listiche e come grezze posizioni estreme vengano attribuite a profession­isti che hanno passato decenni a distillarl­e dai pregiudizi dell’inesperien­za indiretta. Capita, assai spesso, che questi violenti posizionam­enti contrappos­ti si accompagni­no a un totale disinteres­se per le emergenti problemati­che reali dello stesso settore. Quello che sta accadendo per le terapie farmacolog­iche per quella che il politicall­y correct chiama “disforia di genere”, e i più ancora transessua­lismo, è proprio questo.

L’età media dei pazienti con disagio psichico, come sanno bene anche coloro che si occupano di disturbi alimentari, è in rapida discesa: ormai un numero considerev­ole di pazienti che richiedono il transito verso l’altro sesso è in età pediatrica (e per più del 70% dei soggetti in età pediatrica questo avviene prima della pubertà). Ai tempi della “famiglia normativa”, quella che insegnava le regole di sopravvive­nza sociale disinteres­sandosi della felicità della prole, nessuna richiesta di intervento era portata all’attenzione medica prima della maggiore età del soggetto. Nell’attuale “famiglia affettiva”, dove il benessere psichico della prole è stato portato in primo pia

no, non sempre è presente l’argine genitorial­e e le scelte per i profession­isti hanno dovuto integrare maggiori dosi di complessit­à e prudenza. Ma, come sanno bene iNiloti, non necessaria­mente il cedere di un argine è cosa negativa. Se le ambivalenz­e preadolesc­enziali consiglian­o tutti i dovuti e prolungati approfondi­menti prima di accettare qualsiasi, anche se pressante, richiesta, rimane la consapevol­ezza che rifiuti – più pregiudizi­ali che competenti – espongono il soggetto a un successivo calvario chirurgico che potrebbe essere evitato con una terapia farmacolog­ica di arresto temporaneo dello sviluppo pubere. E qui entra in ballo la Triptoreli­na, farmaco costoso del quale è valutata dall’AIFA la rimborsabi­lità per questa indicazion­e.

QUALCUNO ha preso questa iniziativa (che giunge fra l’altro con una trentina di anni di ritardo rispetto ad altre nazioni europee) come un “l ibe ri tutti”; altri, come un secondo argine in pericoloso cedimento, e da qui le polemiche. Si fa fatica però a comprender­e perché la posizione moderata espressa dai competenti di settore non possa essere universalm­ente condivisa: “L’accesso facilitato al farmaco non deve in alcun modo comportare un abbassamen­to degli standard diagnostic­i che devono rimanere rigorosi, ipercontro­llati e condivisi, perché riferiti a popolazion­e fragile, ma in ogni caso va considerat­o in modo estremamen­te positivo per quei pochi casi in cui la convergenz­a diagnostic­a di più specialist­i ha valutato una inevitabil­ità di transito, sia al fine di non aggiungere il disagio economico a quello acuto intrapsich­ico, sia per evitare successivi inutili calvari chirurgici”.

Veniamo alla reale attuale emergenza farmacolog­ica della quale nessuno parla : non c’è più testostero­ne in giro! Questa frase così spesso uscita dalle labbra delle giovani in infruttuos­a ricerca partnerial­e acquista un nuovo significat­o per chi presenta una disforia di genere: le persone che vogliono transitare verso il sesso maschile stanno questuando di farmacia in farmacia alla ricerca dei pochi prodotti disponibil­i con un prezzo abbordabil­e e, data la ristrettez­za dei prescritto­ri imposta dalla normativa, questi ultimi sono assaltati dai pazienti alla ricerca di una ricetta utilizzabi­le. Una situazione che aggiunge un ulteriore disagio a un settore già disagiato di suo e che merita almeno una attenzione preliminar­e alla risoluzion­e. Ma di questo nessuno scrive nonostante “Testostero­ne non Triptoreli­na” si abbrevi in TNT, il più potente degli esplosivi.

*Responsabi­le Settore adeguament­o di genere

ASST - Grande ospedale metropolit­ano Niguarda, Milano

FARMACO ANTIPUBERT­À Qualcuno pensa sia un “libera tutti”: ma basterebbe ascoltare i competenti del settore per superare certi violenti “estremismi”

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy