Il Fatto Quotidiano

“Non dimenticat­e la storia di mia zia, Rita Atria”

Vita Maria Atria La figlia di Piera Aiello parla per la prima volta: del suo anonimato e dell’esempio buono e cattivo ricevuto in famiglia

- » DARIO CIRRINCION­E

“Mia zia Rita è sempre stata discrimina­ta perché veniva da una famiglia che non ha fatto scelte positive. Tutti pensavano che potesse fare gli stessi errori del padre, del fratello e della madre. Spero che la sua memoria non venga messa in ballo solo per scopi di lucro. Il mio cognome è Atria e ha un doppio significat­o: c’è la parte brutta e la parte buona”. A parlare è Vita Maria Atria, che – per la prima volta – risponde a domande dirette e intime sulla propria vita, raccontand­o il suo rapporto con la mafia, con la Sicilia e con sua madre Piera Aiello, prima donna testimone di giustizia della storia e oggi deputata M5S. Il padre di Vita Maria, Nicola Atria, era figlio di don Vito Atria: un mafioso legato agli Accardo, detti “Cannata”, di Partanna, in provincia di Trapani, ucciso nel 1985 in una faida tra famiglie mafiose locali. Nicola fallì il tentativo di vendicare il padre e venne ucciso nel 1991, mentre si trovava con la moglie Piera in pizzeria: sua figlia Vita Maria aveva solo 3 anni.

Vita Maria lei oggi ha più di 30 anni e ha vissuto un’intera vita nell’anonimato… E meno male. Perché sono una persona che vuole stare tranquilla nel suo guscio. Ho seguito solo uno dei colloqui che mia mamma ha fatto nelle scuole. Non è che non mi andasse di partecipar­e, solo che io voglio vivere una vita tranquilla.

Come andò quell’incontro? Erano i giorni in cui presentava­mo il libro che Umberto Lucentini aveva scritto con mia mamma per raccontare la sua storia. Vedere quei ragazzi così interessat­i alla storia di mia mamma, porre tante domande e vedere l’emozione nei loro occhi è stato bellissimo.

Cosa ricorda?

Ricordo che una ragazza mi chiese se mi sentissi una persona importante. Io le risposi “Sinceramen­te no”. Se la gente pensa che io sia anormale o sia una specie di ufo, mi dispiace. Non mi va di andare in giro dicendo “io sono la figlia di” o “io sono la nipote di”. C’è qualcosa, in generale, che avrebbe voluto fare nella vita e non le è stato possibile fare?

Ni. Nel senso che non ho avuto una vita pubblica come ce l’ha mia madre e sono stata abbastanza tranquilla e tutelata. Ma molte delle cose che ho vissuto non le ho scelte, mi sono state imposte perché legate alle scelte che ha fatto lei. Però ho avuto una vita normale, con i problemi che hanno tutte le ragazze della mia età. Quando mi è stato detto com’erano andate le cose non ho avuto una buona reazione. Non so gli altri figli che reazione abbiano avuto.

Quanti anni aveva quando sua madre le ha detto la verità?

Avevo 9 o 10 anni. Non so se ci sia un’età giusta per dire determinat­e cose. Nei panni di mia madre non so cosa avrei fatto. E non vorrei nemmeno saperlo. È una responsabi­lità talmente grande, sono cose talmente tanto forti, che non sai come dirle e quando dirle.

Come reagì?

Malissimo. Perché mi ero costruita un castello e poi non è stato più così. Tutto quello che pensavo fosse reale, in realtà non esisteva. Ero circondata sempre dalle stesse persone ed erano sempre armate. Ma a 9 anni non puoi capire il motivo.

Cosa dirà a sua figlia dei nonni, ovvero di sua madre e suo padre?

Mio padre è sempre mio padre. Nel buono e nel brutto è stato sempre mio padre. Non dirò che è stata una cattiva persona e basta. Dirò che è stata una cattiva persona, ma a suo modo ha voluto bene sia a me sia a mia mamma. Per mia mamma non sarò io a parlare, ma sarà lei a dire a mia figlia chi è e cosa ha fatto. In ogni caso a mia figlia dirò sempre la verità. Non ho nulla da nascondere. Non credo ci sia niente di cui vergognars­i. Che ricordo ha di sua zia Rita Atria e di Paolo Borsellino? Purtroppo pochissimi. Mia zia Rita è morta quando avevo 4 anni. Diciamo che ho dei flash un po’ opachi, non ho ricordi veri e propri purtroppo. Stessa cosa per Borsellino. Ricordo che quando ero bambina avevo una bicicletta che mi era stata regalata da lui. (L’intervista è tratta dal libro “Figli dei boss – Vite in cerca

di verità e riscatto”)

Non mi piace dire “io sono figlia di...” Mio padre è stata una cattiva persona, ma ci ha voluto bene a suo modo

 ?? Ansa ?? Rita Atria suicida a 17 anni dopo via D'Amelio, cognata di Piera Aiello
Ansa Rita Atria suicida a 17 anni dopo via D'Amelio, cognata di Piera Aiello
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy