Il vescovo: “La nostra è una città crocifissa che non risorge Siamo fermi al Venerdì Santo”
ACERRA L’omelia sull’inceneritore
▶ANCHE QUEST’ANNO l’omelia di Pasqua del vescovo di Acerra Antonio Di Donna diventa l’occasione per scagliarsi contro l’inquinamento ambientale e contro la rassegnazione del suo popolo, e per pronunciare un discorso a metà tra l’appello ai fedeli e la critica ai poteri dello Stato. “Ragazzi e giovani continuano ad ammalarsi e a morire. Prima la Montefibre, poi l’inceneritore hanno distrutto i nostri campi e ancora oggi si continua a parlare di quarta linea dell’inceneritore: una grande bufala” secondo monsignor Di Donna, che dal pulpito della Cattedrale di Acerra – secondo la ricostruzione del sito de Il Mattino – se l’è presa con la Regione Campania accusata di propalare menzogne quando “dice che è necessaria per combattere l’emergenza dei rifiuti che si avrà a settembre con la chiusura dell’impianto, ma è falso perché sappiamo che ci vogliono tempi molto lunghi per fare una quarta linea dell’inceneritore”. Di Donna ha poi argomentato una severa critica all’inerzia dei politici “senza progetti, senza sogni, che rincorrono solo le emergenze” e al piano urbanistico comunale: “Bisogna prima riflettere su quale città vogliamo per i nostri figli”.
Il prelato non è nuovo a questi “sconfinamenti”. Nel luglio 2017 inviò una lettera al Consiglio comunale di Acerra appena insediato “per segnalare le priorità da affrontare: l’ambiente , il rilancio dell’agricoltura, gli impegni per la famiglia, il piano di recupero del centro storico, le scuole e le politiche sociali”. Per ogni punto, un apposito capitoletto programmatico. Mentre durante l’omelia di Pasqua dell’anno scorso monsignor Di Donna censurò la scarcerazione, per un ricalcolo della pena alla luce dell’indulto, dei fratelli Pellini, condannati definitivamente a sette anni per l’immane disastro ambientale compiuto tra Acerra, Qualiano e Bacoli, attraverso continui sversamenti illeciti di rifiuti. “Notizia che ci ha lasciato sgomenti e disorientati per il fallimento delle leggi e della nostra ansia di giustizia”, disse.