Si allarga il ricatto in bitcoin alle aziende alimentari: contatti tra la Procura ed Eurojust
TORINO Lettere minatorie in Nord Europa
▶NONSONOARRIVATE soltanto ad aziende italiane come Lavazza, Illy, Vergnano, Ferrero e Balocco le richieste di 300mila euro in bitcoin , pena l’avvelenamento dei prodotti con l’oleandrina. Altri marchi alimentari, come la Findus a Malmoe (Svezia) e produttori di dolci in Belgio, tra cui IJsboerke e Jules Destrooper, hanno ricevuto lettere uguali, tutte spedite da Gand, tutte mandate da sedicenti “uomini d’affari” e tutte con le stesse identiche richieste: consegnare 300mila euro in criptomoneta entro il 20 maggio, per evitare la contaminazione. Circostanza che cambia le premesse di un’inchiesta che fino a questo momento sembrava fortemente radicata al territorio piemontese, e ad aziende che, pur ingrandite, hanno mantenuto una conduzione familiare. Ora il giallo assume un carattere internazionale con l’intervento dell’Eurojust, organismo dell’Unione europea che coordina inchieste in più Stati. Belgio, Paesi Bassi, Svizzera, Danimarca, Austria, Germania, Regno Unito, Svezia. Le lettere sono state tutte recapitate tra i primi giorni di aprile e la scorsa settimana. Il terzo giorno del mese una busta sospetta è arrivata alla Ijsboerke, che produce gelati. Due giorni dopo, una lettera è arrivata al quartier generale della Lavazza a Torino. Nelle stesse ore la sede della Findus a Malmoe è stata evacuata dopo l’arrivo di una busta con polvere bianca. Nei giorni successivi altri allarmi sono scattati nelle sedi di CaffèVergnano (a Santena, in provincia di Torino), alla Balocco (di Fossano, Cuneo) e alla Ferrero di Alba.
A Torino il sostituto procuratore Paolo Scafi, che coordina gli accertamenti di Digos e carabinieri, ha aperto un fascicolo ipotizzando il reato di tentata estorsione. Altre inchieste sono state aperte dalle procure di Asti e Cuneo. I pm italiani e gli investigatori potrebbero quindi partecipare presto a un incontro all’Eurojust insieme ai colleghi svedesi e belgi: tutti alla ricerca di questi “uomini d’affari” che hanno inviato le lettere da Gand.