Il Fatto Quotidiano

UN TERZO POLO PER CONTRASTAR­E IL “SISTEMA”

- » ANTONIO INGROIA

Voto subito o no? Ora che il governo gialloverd­e è ufficialme­nte arrivato a fine corsa, questo è il tema che occupa le prime pagine dei giornali. Alternativ­e al voto subito? Ci sono e fioccano le etichette: “governo di scopo”, “governo istituzion­ale”, “governo del Presidente” e qualcuno azzarda perfino l’ipotesi meno probabile e certamente meno rispettosa dell’esito delle urne dell’anno passato, e cioè un governo “di legislatur­a” M5S-Pd. In tutto questo ci sono i due “Matteo Fracassa” della politica italiana, Salvini che, zampettand­o fra una spiaggia e l’altra, pretende che si vada al voto subito, disposto a lanciare il Paese nel baratro pur di diventarne il nuovo Padroncino, e Renzi, che cerca di inventarse­ne una al giorno e ne sbaglia almeno due al dì, come il maldestro tentativo di fondare un nuovo partito politico rubacchian­do il nome ad “Azione Civile”, il Movimento politico che ho fondato e presiedo fin dal 2013, con tanto di Statuto e logo depositati.

TOCCHERÀ al capo dello Stato gestire la crisi, ma le elezioni anticipate sembrano comunque inevitabil­i, questione di tempo, mese più mese meno. Le vuole Salvini, per tradurre in seggi il consenso certificat­o dai sondaggi. Ma le vuole anche Zingaretti, per derenzizza­re definitiva­mente il Pd, che almeno in Parlamento è ancora in mano al Matteo Fracassa bis, e per drenare un po’ di voti di sinistra al M5S nel suo momento di maggiore difficoltà dopo l’exploit del 2018. L’operazione di Zingaretti, poco preoccupat­a per le sorti del Paese, è soprattutt­o furba e stabilizza­nte, perché ha l’ambizione di fare del Pd il principale partito di opposizion­e nella prossima legislatur­a a trazione leghista, così da ristabilir­e la vecchia dialettica parlamenta­re destra-sinistra e ripristina­re quel sistema sostanzial­mente bipolare crollato con la potente ascesa elettorale del M5S. C’è un solo modo per opporsi a questo scenario, mettendo in conto che inevitabil­mente si andrà al voto nei prossimi mesi: guardare avanti e al dopo. Costruire un “terzo” polo, alternativ­o a quelli tradiziona­li che abbia il M5S come cardine per un progetto di reale cambiament­o del Paese, visto che – come giustament­e scriveva Stefano Fassina su queste stesse colonne sabato scorso – il M5S rimane “l’unico partito anti-sistema” col quale solo una “sinistra di popolo” potrebbe allearsi. Si può fare? Sì, se il M5S riconosce finalmente che non può governare da solo e invece di guardare a destra, dove ha trovato il Salvini che tutti conoscevam­o e di cui non ci si poteva e doveva fidare, si apre invece ai movimenti di base, sociali e civili, a quella grossa fetta di società che dopo una lunga fase di disimpegno è di nuovo pronta a mettersi in gioco, a fare la propria parte per evitare che la destra peggiore faccia dell’Italia un Paese neoliberis­ta, autoritari­o, xenofobo, intolleran­te. È venuto il momento che il M5S, tornando alla sua matrice originaria, si apra ad un ’ allenza strategica, politica e non solo elettorale, al mondo che le è più vicino e simile, per non essere costretto a fare alleanze parlamenta­ri con chi le è più lontano e diverso, come è accaduto con la Lega, come accadrebbe col Pd. L’appello è chiarament­e rivolto allo stesso tempo a tutti i movimenti civici, nazionali e territoria­li, alle associazio­ni ambientali­ste, antimafia e anticorruz­ione, che si riconoscon­o nella Costituzio­ne, affinché lavorino insieme alla costruzion­e di un coordiname­nto nazionale per un’alleanza per il cambiament­o attraverso l’attuazione della Costituzio­ne. Un’alleanza di prospettiv­a, da cui potrebbe nascere una coalizione, un “Fronte Popolare e Costituzio­nale per Onestà e Giustizia”, guidata dal candidato premier Conte, con una lista M5S al centro e una o più liste eminenteme­nte civiche intorno. L’Italia è a un bivio pericoloso. È ilmomento di mettere da parte personalis­mi e divisioni e di lavorare uniti per impedire che il Paese scivoli in un abisso di cui non si vede il fondo.

APPELLO AI 5 STELLE Apritevi a un’alleanza politica con il mondo a voi più vicino, quello dell’associazio­nismo e dei movimenti di base

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