Israele nega ingresso alle deputate Usa pro Palestina
La visita in Israele, che non si farà, di due delle ‘deputate terribili’ della Camera degli Stati Uniti, Ilhan Omar e Rashida Tlaib ( nella foto), diventa un affare di Stato: Donald Trump quasi impartisce l'ordine, via Twitter, a Benjamin Netanyahu di non lasciarle entrare; e il premier d'Israele le blocca. Per farlo, Netanyahu applica una legge recentemente approvata che gli consente di tenere al bando “chi nega la legittimità di Israele” e ne appoggia il boicottaggio: una norma del 2017 mai applicata verso cittadini statunitensi, ma già contro almeno sette europei. Poi, il premier di Israele, forse messo in imbarazzo dalle polemiche innescate, fa un mezzo passo indietro: autorizza l'ingresso di Tlaib, per “motivi umanitari, così che possa visitare la nonna”, che ha 90 anni e vive nei Territori. Tlaib, indica una nota del ministero dell'Interno israeliano, si sarebbe impegnata a “non promuovere la causa del boicottaggio contro Israele durante il suo soggiorno”. Ma la deputata del Michigan – lei e la Omar sono le prime deputate musulmane nella Camera dell'Unione – non ci sta: “Ho deciso che fare visita a mia nonna in queste circostanze oppressive è contrario a tutto quello in cui credo, ovvero combattere contro il razzismo, l'oppressione e l'ingiustiz i a”. Omar e Tlaib compongono, insieme a Alexandria Ocasio-Cortez, di origine portoricane, e Ayanna Presley, afro-americana, the squad, il quartetto di deputate democratiche non bianche, progressiste e d'ispirazione socialista, che si sono distinte per l'aggressività nei confronti di Trump e per le critiche alla politica di Israele verso i palestinesi. Nel tweet per Netanyahu, Trump sosteneva che Israele avrebbe mostrato “grande debolezza” se avesse autorizzato la visita: “Loro odiano Israele e tutti gli ebrei e non c'è nulla che possa esser detto o fatto per far cambiar loro idea”. L'intervento di un presidente contro membri del proprio Congresso è un fatto quasi senza precedenti, nella politica statunitense.