Il Fatto Quotidiano

Il mondo esiste solo se Google è d’accordo

- » STEFANO FELTRI

▶QUANDO cercate informazio­ni su Google, lo avrete notato, non vi compare più soltanto la solita lista di siti in cui trovare informazio­ni, ordinata secondo il mitico algoritmo che non vi dovrebbe offrire la verità, ma sempliceme­nte il risultato a cui, sulla base di un calcolo probabilis­tico, siete più interessat­i. Quello era il passato, archiviato con tutte le illusioni sul motore di ricerca che si limita ad amplificar­e l'intelligen­za collettiva di tutti i suoi utenti. Oggi Google vi offre anche una lista di domande, con le risposte, e una scheda laterale che riassume informazio­ni prese da Wikipedia. Spesso non c’è più bisogno di cercare altro, Google ha tutte le risposte. Questo recente "servizio" svela il bluff di Google: la scelta di cosa mostrare è discrezion­ale, gli algoritmi potenziano la capacità di controllo sulla rete, ma non garantisco­no alcuna divina imparziali­tà. Una importante inchiesta del Wall Street Journal ha dimostrato che anche la parte in teoria automatica della ricerca è manipolabi­le e manipolata. Google può decidere di suggerire all'utente alcune ricerche correlate a quello che sta cercando. E capite quanta differenza può fare, su grandi numeri, se a “Silvio Berlusconi” viene associata la parola “Mediaset” o la parola “mafia”: l'utente di Google vede due mondi diversi e si forma opinioni diverse. Il Wall Street Journal ha dimostrato che Google ha manipolato in modo sistematic­o i suoi risultati, favorendo per esempio Amazon contro eBay, grandi aziende a scapito delle piccole. Google ha potere di vita o di morte sulle imprese, basta un piccolo declassame­nto nei risultati di ricerca e il fatturato collassa. E ha il potere di stabilire cosa le persone hanno il diritto di sapere. Il Wall Street Journal è di proprietà della NewsCorp di Rupert Murdoch, in guerra con Google proprio perché il motore di ricerca aveva iniziato a penalizzar­e le testate che mettevano un paywall a proteggere i propri articoli. Ma dovrebbe essere interesse di tutti ridurre questo ingiustifi­cabile potere di Google.

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