Il Fatto Quotidiano

Francia paralizzat­a: sberla al “riformismo” di Macron

Trasporti interrotti anche oggi, un milione in corteo in tutto il paese per fermare la revisione del sistema pensionist­ico

- ▶ DE MICCO

■Oltre un milione di persone in piazza (e scontri con i black bloc a Parigi) per il primo giorno di mobilitazi­one contro la riforma pensionist­ica voluta dall’Eliseo

“Una cosa è certa, la mobilitazi­one non si esaurisce stasera”, diceva ieri Philippe Martinez, segretario del sindacato Cgt, in testa al corteo parigino partito nel primo pomeriggio dalla Gare du Nord. Treni, autobus, metrò fermi, voli nazionali annullati, Tour Eiffel e musei chiusi a Parigi, scuole deserte, ospedali aperti solo per le urgenze e negozi sbarrati per paura dei casseurs: la Francia ieri si è fermata per protestare contro la riforma delle pensioni e non sembra pronta a ripartire. Solo il 15% dei treni circolerà oggi e le prenotazio­ni sono chiuse fino a domenica. Nel metrò della capitale il movimento è stato prolungato fino a lunedì. E non andrà meglio negli aeroporti.

Ieri, a fine giornata, a Parigi si è stilato un bilancio da sabato di Gilet gialli: più di novemila controlli preventivi, più di 80 fermi, lacrimogen­i, fuochi accesi e vetrine infrante in place de la République, dove si sono ritrovati 700 black bloc. Anche se in ritardo e a singhiozzo, il corteo, che doveva passare per di là, è riuscito a partire e a raggiunger­e la Nation. C’erano almeno 800 mila persone in tutta la Francia, tra Nantes, Marsiglia, Lione, Bordeaux, Parigi, per il ministero dell’Interno, un milione e mezzo per i sindacati.

I FRANCESI SFIDANO Emmanuel Macron. Il presidente che si vuole riformista si gioca la reputazion­e. Nel 1995, gli scioperi di tre settimane e mezzo contro la riforma della funzione pubblica e, già all’epoca, del sistema delle pensioni, aveva fatto cedere Jacques Chirac e il suo primo ministro Alain Juppé. Le riforme erano state ritirate. Ci si chiede quanto terrà Macron. Da sondaggio Odoxa, circa sette francesi su dieci (68%) approvano lo sciopero. La riforma del sistema pensionist­ico è annunciata dal governo come “equa” e più giusta per i lavoratori precari che accumulano crontratti­ni a tempo, tra cui molte donne, oggi penalizzat­e, ma nessuno crede nell’operato del governo né si sente al sicuro.

“Vogliamo che le generazion­i future conservino gli stessi diritti dei padri”, ha insistito Martinez. La riforma introduce un sistema “universale a punti” e prevede la soppressio­ne dei “regi mi speciali”, che in Francia sono 42. Ma a parte questo principio, che viene ripetuto da mesi, le misure concrete non sono ancora note. Di qui la diffidenza dei francesi. Il governo ora ha fretta: “l’architettu­ra della riforma”, ha promesso ieri il premier Edouard Philippe, sarà illustrata a metà della prossima settimana. Nel tentativo maldestro di ridurre i focolai di protesta, sono state fatte promesse a certe categorie e non ad altre. Promesse alle quali per ora non crede nessuno. Il ministro dell’Educazione, Michel Blanqueur, ha promesso di “valorizzar­e gli stipendi” degli insegnanti, tra i più penalizzat­i dalla riforma, ma il 55% di loro (il 78% a Parigi) era nelle strade. Il ministro dell’Interno, Christophe Castaner, ha scritto ai poliziotti per promettere che il loro “regime speciale” sarà mantenuto ma ieri diversi sono stati gli “scioperi dello zelo” tra gli agenti di polizia (che non hanno diritto a scioperare), con commissari­ati simbolicam­ente chiusi.

La ministra della Sanità, Agnès Buzin, ha incontrato il personale medico dell’ospedale Georges Pompidou a Parigi, ma gli ospedalier­i hanno ben altre rivendicaz­ioni da far valere e sono mesi che manifestan­o. La promessa della pensione minima a mille euro per ora soddisfa solo gli agricoltor­i, che con la crisi attuale del settore hanno piccoli redditi, ma anche loro erano in strada perché da tempo si battono contro i prezzi troppo bassi dei prodotti agricoli. Lo scontento dilaga in Francia. I giovani che si sono uniti al corteo protestano anche contro il precariato degli universita­ri. E i Gilet gialli, anche se meno numerosi, sono sempre presenti per dire no alle ingiustizi­e sociali e fiscali. Secondo il politologo Bruno Crautrès il nodo non sono le pensioni, ma è “tutta la questione sociale” che andrebbe messa sul tavolo.

Come nel 1995 Allora Chirac ritirò le proposte. Il governo ora prova a rompere il fronte del no

 ??  ??
 ?? Ansa ?? Agguerriti Scontri tra manifestan­ti e polizia ieri a Parigi
Ansa Agguerriti Scontri tra manifestan­ti e polizia ieri a Parigi
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy