Bloccaprescrizione, la resa Dem La legge scatterà dal 1° gennaio
Dopo il vertice dem, Orlando chiama il Guardasigilli per trovare una mediazione da inserire nel testo della delega della riforma penale
Se tutto va come deve andare, il primo gennaio 2020 la norma Bonafede che abroga la prescrizione in primo grado entrerà in vigore, ma la maggioranza di governo chiuderà un accordo che introduce il principio della “prescrizione” per gradi, ovvero una tagliola sui tempi dei diversi gradi di giudizio. Con quale soluzione tecnica e - soprattutto - fino a che punto il principio si tradurrà in un limite chiaro di durata dei processi, è oggetto di trattativa. Però, quel che è chiaro è che né il Pd, né i Cinque Stelle hanno intenzione di far cadere il governo sulla giustizia. Non solo: anche nel caso che la proposta Costa per abrogare la riforma Bonafede dovesse passare alla Camera, visto che servirebbe il sì del Senato, non ci sarebbero i tempi tecnici per evitare l’entrata in vigore dello stop alla prescrizione. Peraltro ieri nell’ufficio di presidenza della commissione Giustizia i gruppi di FI, FdI, Lega e Italia Viva hanno chiesto di fissare un calendario dei lavori che portasse al voto la proposta Costa entro il 23 dicembre ma Pd e M5S hanno detto no. Dunque, ieri è stata la giornata della riapertura del dialogo, condotto in primis da Alfonso Bonafede e Andrea Orlando.
ALLE 8 di mattina si è incontrata la cabina di regia dem che sta lavorando sul dossier. Oltre al vice segretario, c’erano Alfredo Bazoli, Andrea Giorgis, Franco Mirabelli, Roberta Pinotti e Michele Bordo. Prese in esame sostanzialmente due ipotesi per lavorare sui tempi dei processi. La prima: stabilire un tempo massimo per la loro durata, dopo il secondo grado. La seconda: tornare alla riforma Orlando, magari come norma transitoria che accompagni il blocco della prescrizione, in attesa che entri in vigore la riforma penale di Bonafede, riformulando i tempi. La legge Orlando, in caso di condanna, sospendeva la prescrizione per un anno e mezzo tra il primo e il secondo grado, per un anno e mezzo tra il secondo grado e la Cassazione. L’idea è portare la sospensione a due anni, tra il primo e il secondo grado e a un anno, tra il secondo e il terzo; con possibilità di allungare di altri 6 mesi la sospensione tra primo grado e appello. Eppure, dal vertice si esce senza aver scritto una proposta di legge.
Perché? La volontà di mediare è superiore a quella di rompere. Così, a fine riunione Orlando e Bonafede si sentono. Il vicesegretario del Pd racconta al Guardasigilli quali sono le proposte che il Nazareno intende fargli. L’altro prende tempo. Avverte che introdurre dei tempi oltre i quali i processi scadono è un modo per far rientrare la prescrizione dalla finestra. Però, ricorda al suo predecessore che c’è in corso di elaborazione una riforma penale.
Poi dichiara pubblicamente: “Mi rifiuto di pensare che su questa questione possa esserci una crisi di governo”. Orlando conferma: “Si è ripreso un dialogo”. Centrale è stato l’intervento di Giuseppe Conte che da Londra nei giorni scorsi ha dichiarato “troveremo una soluzione per la durata ragionevole del processo”. Per la prima volta una sponda al Pd. E poi ha cominciato ad agire su Bonafede per indurlo a trovare un accordo. D’altra parte, il Guardasigilli in questa fase appare più vicino al premier che a Luigi Di Maio, il capo politico del Movimento, che negli ultimi tempi sta terremotando il governo un giorno sì e l’altro pure. “Ogni buona proposta del Pd è ben accetta”, ha corretto ieri il tiro il ministro degli Esteri.
Ma il Pd in blocco ha ribadito per tutto il giorno che “decide Conte” e “non le veline M5s”. La soluzione finale è ancora allo studio.
MA L’IPOTESI più gettonata è che alla fine il principio della prescrizione per gradi venga inserito nella legge delega di riforma penale. Questo non risolverebbe la questione dei reati di corruzione e di concussione (che riguardano il civile). Si vedrà. Dice Orlando in serata: “Si può evitare senza toccare la Bonafede che si determini quel cortocircuito, con una specifica previsione che riguarda il regime transitorio del processo”. Il vicepremier Franceschini: “Troveremo un accordo sulla ragionevole durata dei processi prima dell’entrata in vigore della riforma della prescrizione”. Il clima ad oggi è questo. Ma l’unica cosa certa è che la norma Bonafede entrerà in vigore. Per la sostanza e la tenuta dell’accordo bisognerà fidarsi della buonafede di tutti gli azionisti della maggioranza.
Le soluzioni La più gettonata è che alla fine venga introdotto il principio dei “gradi”
Il premier Decisivo l’intervento di Conte sulla “durata ragionevole del processo”