Il Fatto Quotidiano

Caso Nocera, nel mirino c’è un altro magistrato

Nelle carte dell’inchiesta che ha portato alle dimissioni il capo ispettore del ministero di Giustizia pure un finanziere in servizio a Palazzo Chigi

- » VINCENZO IURILLO E STEFANO CASELLI

L’inchiesta che accusa di corruzione per il rimessaggi­o gratuito di un gommone a Marina di Stabia e per una tessera omaggio sulle tratte di navigazion­e Napoli-Capri e ritorno, l’ex capo degli ispettori del ministero di Giustizia Andrea Nocera, che si è dimesso ed è tornato in Cassazione dopo aver appreso di essere indagato, coinvolge anche un magistrato di una procura campana e un ufficiale della Guardia di Finanza in servizio presso la presidenza del Consiglio. La loro posizione, contenuta in un fascicolo a modello 44 della Procura di Napoli con ipotesi di reato contro ignoti, è stata poi trasmessa al vaglio della Procura di Roma. Gli atti sul magistrato sono stati inviati anche al pg della Cassazione e al Csm.

I pm napoletani e romani hanno raccolto un verbale di un imprendito­re marittimo di Sorrento, l’amministra­tore di Alilauro Gruson Salvatore Di Leva, coindagato di corruzione con Nocera e con il patron del gruppo Lauro Navigazion­i, l’ex senatore Salvatore Lauro, che disegnereb­be un circoletto di imprendito­ri facoltosi, amici di politici locali e di magistrati, coi quali si parla di biglietti, gite in barca e piaceri. Qualcosa che somigliere­bbe, in piccolo, ai dialoghi captati da Perugia intorno al pm di Roma Palamara. L’indagine di Napoli è partita con un trojan sul cellulare di un uomo ritenuto contiguo alla camorra, Giovanni Buonocore detto ‘o animale, al centro di un fascicolo del pm della Dda di Napoli Giuseppe Cimmarotta sugli interessi del clan D’Alessandro nelle concession­i dema

Indagine di Napoli Aperto un fascicolo contro ignoti, la loro posizione è ora al vaglio dei pm romani

niali di Castellamm­are di Stabia. Le intercetta­zioni del magistrato campano trasmesse a Roma raccontano un possibile scambio di utilità con imprendito­ri vicini a Nocera. Non è detto che lo scambio di utilità ci sia poi stato davvero o sia stato solo millantato. A lui si è arrivati, come nel caso di Nocera, seguendo le molliche disseminat­e dal trojan sul telefonino di Buonocore – padre di quel Catello Buonocore famoso per essersi gettato in mare su uno scooter per scommessa con Balotelli – che hanno portato verso Di Leva e Lauro.

Un’inchiesta parallela del pm Henry John Woodcock su un commercial­ista napoletano, Alessandro Gerolmini, arrestato con l’accusa di aver corrotto dei finanzieri, ha acceso un faro su una telefonata tra Di Leva e Gerolmini nella quale si parla di un appuntamen­to a Marina di Stabia per aiutare Lauro, indagato per reati societari dopo una denuncia della sorella. I due confabulan­o di un nome coperto da omissis. Era quello di Nocera. Accusato, si legge nel decreto di perquisizi­one di Di Leva, di aver fornito all’imprendito­re e consiglier­e comunale “notizie e informazio­ni” sul procedimen­to penale e “l’assicurazi­one di ulteriori interventi tutori dei suo interessi”. Di Leva è stato sentito nei giorni scorsi e sarebbe emerso il suo tentativo di ottenere notizie riservate attraverso l’ufficiale Gdf.

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Andrea Nocera. A lato, Alfonso Bonafede LaPresse
Ispettore Andrea Nocera. A lato, Alfonso Bonafede LaPresse

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