All’indagato Zingaretti non piace il processo senza la prescrizione
ANicola Zingaretti la riforma della prescrizione targata M5s proprio non piace. “È inaccettabile l’entrata in vigore delle norme senza garanzie sulle durate dei proce ss i”, ha detto nei giorni scorsi il presidente della Regione Lazio. Un accordo Pd-M5s sul tema ora però non sembra essere troppo lontano. Certo è che Zingaretti una grana giudiziaria irrisolta la ha ancora. Ed è quella che lo vede indagato a Roma per finanziamento illecito. È un’inchiesta per la quale mesi fa i pm hanno chiesto l’a rchiviazione. Ma ancora non arriva la decisione del gip.
La vicenda riguarda presunti rapporti con Fabrizio Centofanti, un imprenditore poi finito anche in un’altra inchiesta: quella di Perugia sullo scandalo del Csm. Ma questa è un’altra storia. Tornando a Roma, qui il presidente della Regione Lazio è finito sotto inchiesta perchè per l’av vo ca to Giuseppe Calafiore, “Centofanti era sicuro di non essere arrestato perché riteneva di essere al sicuro in ragione di erogazioni che lui aveva fatto per favorire l’attività politica di Zingaretti”.
Sono accuse de relatoche non hanno trovato riscontro. Lo stesso Centofanti, durante un interrogatorio svolto a maggio 2018 nel carcere romano di Regina Coeli, ha ammesso ai pm la sua amicizia con Zingaretti e il suo ex capo di gabinetto Maurizio Venafro. Non che questo sia un reato. Ma di certo molte delibere fatte in passato da Regione e Provincia possono aver fatto piacere all’imprenditore.
Autorizzazioni per l’energia
Il Dipartimento Tutela aria ed energia della Provincia di Roma, durante la presidenza Zingaretti (2008-2012), per esempio ha rilasciato due autorizzazioni alla Energie Nuove Srl, società nata nel 2009 riconducibile a Centofanti, per la costruzione e gestione di altrettanti impianti di produzione di energia solare.
La prima autorizzazione risale al maggio del 2010 quando la Provincia di Roma rilascia il permesso a Energie Nuove per costruire l’impianto fotovoltaico denominato “Ensa1” ad Artena, vicino Roma, e le relative opere e infrastrutture connesse. Stessa storia nell’ottobre del 2011 sempre a favore di Energie Nuove che ottiene l’a u t orizzazione per la costruzione di un secondo impianto fotovoltaico denominato “Artena 2”.
Nel mezzo un’altra serie di atti amministrativi della Provincia per volturare la costruzione e gestione dei due impianti a società collegate: l’impianto fotovoltaico “Ensa 1” passa alla Energie Nuove Società Agricola Srl e “Artena1” passa a Energie Nuove Artena Srl. Tutte aziende riconducibili a Centofanti.
Le concessioni per l’acqua pubblica
In Regione la storia sembra ripetersi. Le società dell’imprenditore ottengono concessioni e appalti che sono oggetto di esposti presentati da due consiglieri regionali del M5S, uno alla Corte dei Conti e uno alla Procura di Roma.
Il primo in mano alla magistratura contabile riguarda due concessioni, del dicembre 2015, per lo sfruttamento di una condotta d’acqua pubblica, in provincia di Viterbo, per produrre energia idroelettrica, date dalla Regione a Energie Nuove.
La denuncia, presentata più di due anni fa dal consigliere regionale Silvia Blasi, evidenzia una serie di fatti anomali come la mancanza di una gara pubblica e di un canone concessorio a carico di Energie Nuove.
La Regione in passato al F at to ha spiegato che “la concessione è stata rilasciata nel rispetto degli obblighi di pubblicità e trasparenza dettati dalla norma di settore.
Infatti l’avviso di domanda di concessione richiesta dalla società è stato pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Lazio, al fine di consentire a chiunque interessato di presentare opposizioni o domande concorrenti”. Inoltre per l’ufficio stampa di Zingaretti “non corrisponde al vero che non siano stati previsti canoni in favore della Regione Lazio”.
E non è finita. C’è anche una determinazione dirigenziale di aprile 2016 a favore della Cosmec, altra società legata a Centofanti. 70 mila euro netti dati all’a z i en d a per “il servizio – si legge nell ’ atto - di promozione d’immagine per la Regione Lazio consistente nella divulgazione dell’immagine e logo regionale e sulla realizzazione di 18 workshop”, nell’ambito della VI edizione del salone della giustizia durata tre giorni.
Nulla di anomalo per la Regione Lazio che ha sottolineato che la determinazione in questione “è analoga a numerose altre che, nel corso degli anni, sono state adottate per co- finanziare iniziative di riconosciuto valore culturale e territoriale”.
La vicenda I rapporti con Centofanti. Ecco gli atti in Regione e Provincia “graditi” all’imprenditore