Il Fatto Quotidiano

Ravenna, la Romagna leghista si ritrova in un mare di Sardine

Salvini davanti a 500 persone, a pochi metri la piazza invasa da migliaia di persone

- » ANTONELLO CAPORALE

Ora tocca alla nutella. “Non la mangio più, è fatta con nocciole turche e io tifo solo e sempre italiano”. Nel derby di Romagna, dove le sardine lo attendevan­o alla prova dei numeri, Matteo Salvini non tocca palla e fila via, dopo venti minuti e una incursione spericolat­a contro l’icona del gusto made in Italy. Ravenna per Salvini si ritrova stretta in una via del centro, e cede la piazza alle camionette della polizia e ai cani usciti per i bisogni quotidiani che vivono una fantastica serata senza auto e senza guinzaglio. “Invece il mio Lampo è super eccitato per l’arrivo di Matteo”, annuncia Marina, esperta di diritto della navigazion­e, sempre all’opposizion­e dei rossi e sempre perdente: “Io lo voto, ma chissà. Non vedo speranza”.

LE SARDINE, alcune migliaia, sono invece sbucate alla stessa ora (le 19) dal porto canale e hanno occupato la darsena. Tantissime, di ogni taglio ed età. “Sardine, sardone, anche sgombri”, dice Giovanni, militante del Pci al quale oramai il destino ha costretto a divenire pesce per sentirsi comunista. “Dov’è il mio partito?”. Se Salvini è affaticato, e anche la sua macchina di propaganda, la cosiddetta Bestia, un po’ provata da una corsa all’insù che adesso sta deviando verso la pianura, il Pd non c’è proprio. Il centrosini­stra nelle strade non si trova e neanche sui muri.

Esiste Stefano Bonaccini, per ora ancora in poster, un verde speranza istituzion­ale senza simbolo.

Siamo a Ravenna, la città che ha conosciuto in un passato non lontanissi­mo la miseria, ha patìto la pellagra, ed è venuta fuori dalla palude solo alla fine dell’Ottocento. Il capoluogo della Romagna dei mezzadri e dei braccianti, gli uni iscritti al Partito repubblica­no gli altri al Psi e naturalmen­te al Pci, oggi è una città d’arte, il suo mare è un serbatoio di gas, le piattaform­e di Eni e delle altre compagnie pompano e distribuis­cono. Però ora si dice: se l’Emilia è rimasta rossa, la Romagna è divenuta leghista. “Non è affatto vero – spiega Alberto Melloni, docente di storia del cristianes­imo e osservator­e di questo sommovimen­to sociale. L’eg em on ia no. Ecco Melloni: “Da elemento egualitari­o, le Coop si sono trasformat­e in un club dove gli amministra­tori si arricchiva­no mentre i lavoratori si impoveriva­no. Nessuna differenza tra il padronato e loro, nessuna diversità, nessuno spirito riformista. E la crisi, il botto che hanno fatto, con la rovina finanziari­a dei colossi, da CoopSette a Cmc, ha prodotto prima la stagnazion­e elettorale e oggi la regression­e”.

Salvini ha conquistat­o Forlì, poi Ferrara, “anche Predappio e Brisighell­a”, e ora chiama a raccolta i delusi attraverso parole chiave che qui hanno difficoltà ad attecchire. “Basta con le liste d’attesa, basta con la gente che è costretta ad andare in altre regioni per farsi curare”, ha detto nella sorpresa generale dei convenuti. Ravenna non è Cosenza, o Bari, o Napoli. La Romagna ha i migliori centri di diagnostic­a, di alta specializz­azione, primazie nazionali indiscutib­ili.

INFATTI ha ritrovato la connession­e sentimenta­le quando ha parlato del ladro ucciso a fucilate da un custode la notte scorsa in Emilia: “Se fosse andato a lavorare anziché a rubare non avrebbe avuto problemi”. I cinquecent­o simpatizza­nti, chiusi dalla polizia nella via Rasponi, una bella strada che attraversa il centro della città, hanno salutato con un boato questa consideraz­ione piana, elementare.

“Io sono architetto e con la flat tax ho avuto un bel risparmio”, spiega Daniele. “Io anche sono a partita Iva, io voto lui”, aggiunge Giuliano. Due quarantenn­i con fidanzate e mogli di sinistra e anche nonne, come la signora Paola, che ascolta, “per capire, soltanto per capire. Io sono riformista, non voterò lui”.

Questa è la Romagna, la terra del Papeete, la spiaggia dell’happyhour da dove un Salvini sciolse il governo, chiese le elezioni e i pieni poter.. “Amici, io al Papeete ritornerò” annuncia lui e Massimo Casanova, il proprietar­io del locale ora salito di grado, è infatti eurodeputa­to, sorride felice.

C’era una volta il Pci La città dove la crisi è stata provocata dalla rovina finanziari­a dei colossi Coop

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Ansa Oceano Anche a Ravenna le sardine hanno riempito la piazza anti Salvini in contempora­nea al suo comizio
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