L’asilo tosco-leghista: prima i bimbi più pisani degli altri
Scuole dell’infanzia La giunta verde vuol dare la precedenza alle famiglie residenti in città da più tempo indipendentemente dalle fasce di reddito
Prima i bambini pisani. Il nuovo criterio con cui la giunta leghista di Pisa vuole regolare l’accesso agli asili comunali è una sfumatura in salsa toscana e all’ennesima potenza dello slogan “prima gli italiani” che negli ultimi anni ha fatto le fortune di Matteo Salvini. Il Comune infatti dal prossimo anno scolastico inserirà il criterio della “storicità della residenza” per stilare le graduatorie di accesso agli asili pubblici (una decina in tutto) che avrà la preminenza rispetto al reddito.
ESEMPIO: tra una famiglia con un reddito di 100 mila euro residente a Pisa da 15 anni e un’altra con un reddito da 20 mila euro che risiede in città da soli cinque anni, il premio e il posto all’asilo andrà al bambino della prima famiglia. I più pisani, insomma, hanno la precedenza.
Il nuovo criterio è stato approvato nei giorni scorsi dalla giunta leghista guidata da Michele Conti ed è stata inserita nel Dup, il documento unico di programmazione collegato al bilancio comunale che serve per indicare gli obiettivi strategici dell’amministrazione per l’anno prossimo. Il documento sarà discusso in consiglio comunale il prossimo 19 dicembre e le opposizioni annunciano le barricate: “Quello che la Lega vuole inserire è un criterio discriminatorio – denuncia il consigliere di “Diritti in Comune” Francesco Auletta – perché, in base allo slogan sovranista copiato da Casapound e Forza Nuova, si puniscono le persone solo in base alla loro residenza a Pisa. Non solo: questa norma colpisce i più deboli e i più poveri. Solo in base al ‘criterio della storicità della residenza’, molte persone saranno escluse e discriminate”.
Le opposizioni criticano la giunta anche perché il nuovo criterio sarà un disincentivo per quelle famiglie che invece di trasferirsi a Pisa preferiranno andare ad abitare nei comuni limitrofi, come San Giuliano, che queste regole per l’accesso all’asilo non ce l’hanno. Il consigliere Auletta nel frattempo si è già mosso sul fronte del diritto per provare a fermare la giunta leghista: ha chiesto un parere all’associazione “Altro Diritto” dell’Università di Firenze ma un possibile ricorso alla Corte Costituzionale potrà essere sollevato solo da una famiglia che fosse penalizzata dalla norma.
Q UE L LO d e ll ’ accesso agli asili pubblici però non è l’unico caso con cui la giunta leghista mette davanti i pisani rispetto agli altri cittadini: il criterio della residenza viene utilizzato anche per l’emergenza abitativa, il bonus idrico ( l’ a c c e s s o all’acqua per i meno abbienti), il bonus
Tari e anche il bonus per le mamme in difficoltà. Il caso di Pisa ricorda molto quello della giunta di Lodi scoppiato un anno fa: in quel caso la sindaca della Lega Sara Casanova aveva reso più difficile agli stranieri l’accesso alle mense scolastiche introducendo l’obbligo per i genitori nati fuori dall’Ue di presentare un documento che attestasse la loro nullatenenza nel paese d’origine. “Il caso di Pisa è molto più grave rispetto a quello di Lodi – continua Auletta – perché in quel caso la questione riguardava solo le mense mentre da noi tutta la politica del welfare del Comune è caratterizzata da un criterio discriminatorio”.
La stessa idea del sindaco di Pisa sugli asili però era già venuta nel 2017 alla giunta di Luca Zaia in Veneto che aveva introdotto il premio della precedenza a quelle famiglie che fossero residenti nella regione da almeno 15 anni. Peccato però che a maggio 2018 la Consulta abbia già ritenuto incostituzionale quella norma perché in contrasto con il principio di uguaglianza: “È ovviamente irragionevole ritenere che i figli di genitori radicati in Veneto da lungo tempo presentino un bisogno educativo maggiore degli altri – hanno scritto i giudici nella sentenza – La configurazione della residenza protratta come titolo di precedenza, anche rispetto alle famiglie economicamente deboli, si pone in frontale contrasto con la vocazione sociale degli asili nido”. A Pisa, quella sentenza, non l’hanno letta.
Incostituzionale Una norma simile del Veneto è già stata bocciata dalla Consulta, ma qui forse non lo sanno
Biografia MICHELE CONTI
Agronomo, classe 1970, militante di Alleanza Nazionale dal 1995 al 2009, aderisce alla Lega nel 2018 Il 24 giugno 2018 è stato eletto sindaco di Pisa grazie al 52,29% dei voti, con cui ha sconfitto al ballottaggio il candidato di centrosinistra Andrea Serfogli. È il primo sindaco di destra a Pisa dal dopoguerra