Rifiuti, oggi (ri)comincia la guerra Raggi-Zingaretti
La discarica La sindaca pronta a impugnare al Tar il provvedimento della Regione che le impone di trovare un nuovo sito nella Capitale
Una discarica pubblica che chiude in anticipo; un’altra privata, sotto la lente dei giudici, pronta ad allargarsi. E un’ordinanza regionale che obbliga la Capitale a individuare un nuovo sito all’interno del territorio comunale. Tutto ciò in deroga alle norme ambientali, in ottemperanza di un piano regionale che non esiste e in rispetto di un principio di autosufficienza che sembra valere solo per il Campidoglio. La sindaca di Roma Virginia Raggi, è pronta a impugnare al Tar il provvedimento varato dal governatore Nicola Zingaretti, pur di evitare l’arrivo di una nuova discarica all’interno del territorio capitolino. Il mandato potrebbe arrivare già oggi dall’Assemblea in Campidoglio sul tema.
TUTTO NASCE dalla decisione della Regione Lazio di anticipare la chiusura della discarica di Colleferro, 40 km a sud di Roma, dove la Capitale da 14 mesi conferisce circa 1.100 tonnellate al giorno di indifferenziato. Il sito è di proprietà del Comune di Colleferro ed è gestito da Lazio Ambiente Spa, al 100% della Regione Lazio. L’anno scorso furono investiti 800 mila euro per spostare i tralicci dell’Enel e liberare 482 mila metri cubi di spazio: riaperti i conferimenti a ottobre 2018, oggi sono disponibili ancora 240 mila metri cubi, con la discarica che è autorizzata fino al 2021. Nel 2019 accade qualcosa. Zingaretti fa inserire nella legge di bilancio una postilla che autorizza la chiusura del sito al 31 dicembre 2019. Scompare anche il revamping del vicino inceneritore, sempre di proprietà di
Lazio Ambiente, per il quale erano stati già spesi 12,6 milioni di euro – di cui 5,3 milioni per il “ramo discarica” e 1,5 milioni finanziati dalla capitolina Ama spa – per fare spazio a un impianto “non impattante”. L’inversione di marcia fa esultare il sindaco di centrosinistra Pierluigi Sanna, che si ricandiderà alle comunali del 2020, ma anche la multinazionale Amazon, che a metà del prossimo anno aprirà a due passi dalla discarica il centro logistico più grande d’Italia, capace di offrire 2 mila posti di lavoro: “Quelli sono venuti qua e hanno fatto un investimento perché erano certi che la discarica sarebbe stata chiusa”, ha detto Sanna la scorsa settimana.
MENO FORTUNATO chi vive in Ciociaria. A Roccasecca, fra Frosinone e Cassino, c’è la seconda delle tre discariche del Lazio, una delle più grandi d’Europa. Un sito da 2,5 milioni di metri cubi, gestita dalla Mad srl di Valter Lozza, editore dei quotidiani Latina Oggi, Ciociaria Oggi e Il Romanista. L’area è al centro del l’inchiesta “Ma sche ra” della procura di Frosinone, che vede coinvolto lo stesso Lozza e altre 30 persone (indagine chiusa a fine 2018, si attendono gli esiti). I carabinieri forestali, come riporta Latina Quotidiano,“avrebbero accertato lo smaltimento in discarica di rifiuti potenzialmente pericolosi”, portando “maggiori introiti” con “la complicità dei laboratori di analisi compiacenti”. La Regione nel 2015 aveva concesso alla discarica un indice respirometrico dei rifiuti tre volte superiore alla norma, mentre il Cnr ha parlato di un “possibile contatto fra alcuni gas e le acque della falda”. Eppure, Roccasecca potrebbe espandersi: da settembre è aperta in Regione Lazio la conferenza di servizio per l’apertura di un quinto invaso di oltre 800mila metri cubi.
Ad oggi nel Lazio ci sono solo altre due discariche, più piccole, a Civitavecchia e Viterbo, entrambe quasi esaurite. Il problema, dunque, riguarda tutto il Lazio. Virginia Raggi vuole che Colleferro resti aperta fino ad esaurimento e che venga approvato al più presto il piano rifiuti regionale. Per tutta risposta Zingaretti le ha ordinato di individuare una discarica a Roma entro una settimana, fra 7 siti elencati da una commissione tecnica congiunta.
Pericolo emergenza Il Lazio non ha un piano rifiuti ma ha deciso di chiudere in anticipo Colleferro