Goncharova, la selvaggia di Russia
Chiunque voglia capire con vivace evidenza cosa sia l’impegno politico in pittura corra subito nelle stanze di Palazzo Strozzi a Firenze, che fino al 12 gennaio ospita la mostra Natalia Goncharova. Una donna e le avanguardie tra Gauguin, Matisse e Picasso. Una volta lì, si fermi di fronte ad Autoritratto con gigli gialli del 1907, in cui questa signora dell’arte novecentesca si ritrae di tre quarti con una veste bianca e un mazzo di gigli gialli in grembo.
LA SFIDA al proibito e alle convenzioni che lei impugna, con quel ghigno compiaciuto, sta tutta nei quadri appesi alla parete alle sue spalle e nella veste sporca di pittura. Natalia ha ventisei anni e non è una pulzella che abbia appena raccolto dei fiori, ma espone i simboli di un status sociale, sta gridando che lei è un’artista, in un mondo fatto di uomini.
Nata a Tula nel 1881, Natalia è pittrice coltissima: apprenderà il folklore, la pittura religiosa, l’i m p r e s s i o n ismo di Cézanne, il futurismo di Marinetti, il cubismo di Picasso, la maniera post- impressionista di Gauguin e se ne approprierà per un tratto personale, unico (odiava tutti gli “ismi”), che sfida le convenzioni e l’accademia. E nel giro di cinque anni, quando nel 1913 espone a Mosca alla galleria di Klavdia Mikhailova quasi ottocento opere, Natalia è già una star, processata ben due volte: nel 1910 per pornog rafia, per i nudi femminili quali La dea della fertilità o Modella su sfondo blu; e proprio nel 1913 per blasfemia, dopo aver dipinto delle icone sacre (una donna non poteva) in Evangelisti o in Angeli che lanciano pietre sulla città.
N e ll ’ imperdibile esposizione fiorentina, la ribelle Goncharova – che per un’intelligente scelta della curatrice Ludovica Sebregondi dialoga con alcuni colleghi di cui si è nutrita – esplode in tutta la sua pittura libera, “selvatica” la descrive la poetessa Marina Cvetaeva che poi precisa che “dalla selvaggia che è in lei viene la gioia”, ma che è soprattutto una pittura civile. Infatti, tanto nei dipinti a tema bucolico quali
Il lavaggio della biancheria, La raccolta delle mele, oppure nella ritrattistica come in Autoritratto in abito d’epoca come nelle litografie storiche
Immagini mistiche della
guerra, in cui accosta santi e angeli agli aeroplani da guerra, Natalia (che dopo la Rivoluzione d’ottobre insieme a Ivan Bunin, Cvetaeva, Tamara de Lempicka e molti altri avrebbe creato la tribù degli émigrés a Parigi) riscrive i modelli della millenaria e tradizionale Russia, traghettandoli nel secolo della cultura moderna, il 900.
Natalia Goncharova Firenze, Palazzo Strozzi, fino al 12.01