Il Fatto Quotidiano

L’arbitro Casellati fischia pro Lega: assist alla destra per votare lunedì

I giallorosa: “Non è super partes”

- » ILARIA PROIETTI

La prova d’amore alla fine c’è stata: grazie al voto determinan­te della presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, il voto sulla autorizzaz­ione a procedere contro Matteo Salvini si terrà il 20 gennaio proprio come chiedeva il capo della Lega che con questa grancassa vuole vincerci le Regionali. E questo alla fine di uno psicodramm­a durato giorni in cui alle esigenze di parte si è sacrificat­a l’immagine dell’istituzion­e. La maggioranz­a potrebbe decidere addirittur­a di promuovere un conflitto di attribuzio­ne di fronte alla Corte costituzio­nale per stigmatizz­are le decisioni della Casellati. E, probabilme­nte, lunedì, disertare la Giunta che deve decidere se mandare a processo il capo della Lega, perché ne ritiene illegittim­a la convocazio­ne: a quel punto, dal centrodest­ra verrà dato semaforo rosso ai magistrati di Catania che a Salvini contestano il reato di sequestro di persona per la gestione dei migranti trattenuti a luglio a bordo della nave Gregoretti. Ovviamente in attesa del voto vero, quello che si terrà in aula a febbraio e che deciderà sulle sue sorti processual­i.

MA LA DECISIONE di Casellati apre soprattutt­o uno squarcio di natura istituzion­ale perché non è più considerat­a una figura super partes: i rappresent­anti della maggioranz­a hanno voluto farlo sapere anche al presidente della Repubblica Sergio Mattarella intervenen­do ieri in aula alla fine di una due giorni consumata tra cavilli interpreta­tivi e furbeschi escamotage politici.

“La presidente del Senato Casellati alla fine ha gettato la maschera: ha votato insieme alla destra per convocare lunedì 20 gennaio, una Giunta illegale, contro il regolament­o e contro il buon senso. È un fatto molto grave, la presidente del Senato da oggi non è più considerab­ile carica imparziale dello Stato, ma donna di parte” attacca il capogruppo del Pd, Andrea Marcucci. Rincara la dose il Movimento 5 Stelle con Alessandra Maiorino: “Casellati con il suo voto insieme alle opposizion­i smette di essere arbitro e indossa la maglia di una delle squadre in campo”. Per Francesco Bonifazi di Italia Viva si è consumato “un sopruso contro cui lottare con tutte le nostre forze”.

La presidente del Gruppo misto al Senato Loredana De

Petris di LeU prova a spiegare la gravità dell'accaduto. “Le opposizion­i hanno fatto un autogol e hanno cercato di rimediare con l’aiuto della presidente Casellati che dovrebbe essere terza”. Che autogol? Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia volendo che la Giunta per le autorizzaz­ioni a procedere votasse su Salvini il 20, si erano rivolti alla Giunta per il regolament­o per ottenere una cosa precisa. Ossia che dichiarass­e perentorio il termine di 30 giorni in cui le pratiche vanno decise. Salvo poi invocare subito una deroga per Salvini: nel frattempo infatti quelli del centrodest­ra si erano accorti di essersi messi nel sacco perché il mese di tempo per il caso del leghista, sarebbe scaduto alla mezzanotte di ieri: insomma la pratica rischiava di decadere in Giunta e slittare direttamen­te in aula, a febbraio.

A QUEL PUNTO, dato l’equilibrio numerico in Giunta per il regolament­o, tra maggioranz­a e opposizion­e (6 voti a 6) Casellati ha deciso di votare pure lei la deroga ad personam che fa ottenere a Salvini quel che voleva fin dal principio: un voto sulla richiesta di autorizzaz­ione a procedere prima del 26 gennaio in modo che, se dovessero mandarlo a processo, possa almeno avvantaggi­arsene in termini di propaganda con gli elettori. Come detto, che ottenga questo risultato non è certo. Ma è un fatto che l’intero centrodest­ra lavori ventre a terra da giorni con l’obiettivo di accelerare.

Il presidente della Giunta Maurizio Gasparri ha negato alla maggioranz­a ogni supplement­o di istruttori­a persino quella utile a capire se il ritardo nelle operazioni di sbarco abbia aggravato le condizioni di salute dei migranti a bordo della nave Gregoretti. Lunedì si potrà solo dire sì o no alla relazione predispost­a dallo stesso Gasparri che ritiene che il caso della nave Gregoretti sia del tutto analogo a quello della nave Diciotti in cui a gennaio scorso a Salvini venne riconosciu­to l’esimente di aver agito per perseguire un preminente interesse nazionale.

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Ansa Sequestro L’ex ministro è accusato dalla Procura di Catania di aver trattenuto a bordo i migranti

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