Il Fatto Quotidiano

Di Maio vede la Appendino e prepara il nuovo vertice 5S

Le prove di congresso in vista degli Stati generali

- » LUCA DE CAROLIS E PAOLA ZANCA

■Mentre decide se e quando dimettersi, il capo politico offre un ruolo alla sindaca di Torino (che per ora pensa ai suoi processi). Obiettivo: “gestione collegiale”

Il capo è a pochi metri dal suo bivio. Così consulta big, conta le truppe e prova a rilanciare offrendo alla sindaca di Torino, Chiara Appendino, un ruolo in un possibile, futuro organo collegiale a 5Stelle. Ma prima di ogni altro passo, di tutto e di tutti, c’è lui, Luigi Di Maio, che deve decidere se andare avanti con il suo piano, ossia se dimettersi all’inizio della prossima settimana, prima delle Regionali in Emilia Romagna e Calabria del 26 gennaio. E fuori della porta ad aspettare c’è tutto il M5S, dove già corrono a posizionar­si in vista degli Stati generali di marzo, con Stefano Patuanelli che a Repubblica dice che il campo del M5S “è certamente quello riformista” ed evoca una “guida collegiale”. E tutti commentano ad alta voce: “È iniziato il congresso”.

Ma fuori dell’uscio c’è anche Vito Crimi, da Statuto il reggente in caso di dimissioni di Di Maio. Attivissim­o, raccontano, cioè pronto ad avviare la fase di transizion­e verso l’evento di marzo assieme agli altri due membri del comitato di garanzia, Giancarlo Cancelleri e Roberta Lombardi. “I passi necessari sono già stati fatti” giura una fonte qualificat­a. Ma prima bisogna aspettare Di Maio, che tra giovedì sera e ieri ha incontrato e sentito vari big. Ministri, innanzitut­to. Ma anche una sindaca, la Appendino, che ieri è stata a Palazzo Chigi per vedere alcuni 5Stelle di governo. Tra cui Di Maio, che le ha ventilato il possibile inseriment­o in un organo collegiale che rappresent­i le varie anime del Movimento.

UNA SORTA di caminetto con i grandi nomi dei 5Stelle, da Roberto Fico a Paola Taverna fino ad Alessandro Di Battista. Ma non ora, non subito. Casomai a marzo. Prima Di Maio dovrà decidere se fare davvero ciò che aveva deciso, dimettersi. Fare un passo di lato, anche per favorire la transizion­e verso quegli Stati generali che vorrebbe come un evento “aperto”, sussurra un parlamenta­re a lui vicino. Dove tutti possano parlare liberament­e, “come in uno sfogatoio”. Ma l’altro capo, Davide Casaleggio, non vuole un congresso con le mozioni e tutto il resto. E allora l’unica certezza che questi Stati generali sono ancora un guscio vuoto. Non è stata ancora stata scelta neppure la sede, eppure mancano meno di due mesi alla tre giorni, fissata tra il 13 e il 15 marzo. L’ulteriore conferma di come il prossimo futuro dei 5Stelle sia appeso alla scelta del capo, alla strada che vorrà imboccare. Molti ritengono che le sue dimissioni non sarebbero un addio definitivo al ruolo di capo politico. Altri fanno filtrare che invece la sua sarebbe “una scelta radicale”, senza ripensamen­ti né piani B. Forse anche un modo per spaventare i tanti avversari.

Perché Di Maio sapeva e sa che una vera alternativ­a non c’è. Per questo ragiona anche di organi collegiali in un prossimo futuro, “e comunque non sarebbe un Direttorio” precisa un dimaiano di provata fede. Quella parola è eresia per le orecchie del fondatore Beppe Grillo, in silenzio da giorni. Però negli ultimi giorni il Garante ha dato qualche segnale in conversazi­oni privatissi­me, ribadendo la stima nel’attuale capo e che non ha in testa altri nomi per la guida del M5S. E un 5Stelle di peso commenta così: “L’impression­e è che Beppe sia spaventato da un addio di Luigi, perché gli imporrebbe di tornare a occuparsi di quasi tutto”. Ma l’addio di Di Maio, va ripetuto, potrebbe essere solo un arrivederc­i a tempi migliori e più chiari. Di sicuro è lì sul tavolo. Così la Appendino a Un giorno da pecora è sincera: “Spero che non lasci”.

Luigi Di Maio ha fatto un buon lavoro, ha la mia piena fiducia e il mio supporto anche se il momento non è facile Il mio auspicio è che non lasci CHIARA APPENDINO

Da Crimi al Garante Il reggente prepara la transizion­e, Beppe Grillo difende il leader. “Il possibile addio di Luigi lo spaventa”

FUORI, I 5STELLE in attesa. Molto più lontano, un ex grillino, l’ex ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti, che sta provando a costruire un suo gruppo alla Camera, Eco, con altri transfughi vecchi, nuovi e magari futuri dal M5S. Così fiducioso nella riuscita del suo progetto che ha chiesto di poter partecipar­e al tavolo di governo per le prossime nomine di enti e autorità, da leader della nuova formazione.

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