Prescrizione, quando Renzi diceva: “Così si nega la dignità dello Stato”
L’ex premier in rotta con i giallorosa. Ma a Palazzo Chigi voleva “allungare i tempi” per la corruzione
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Matteo Renzi di governo e di opposizione tuona e, soprattutto, vota contro il blocco della prescrizione. Italia Viva non si è fatta alcun problema nel supportare con il suo voto Forza Italia che con il ddl Costa vuole cancellare la legge Bonafede. Ma il Matteo Renzi presidente del Consiglio sosteneva che bisognasse arrivare a sentenze di merito: non può esserci la prescrizione, ragionava, soprattutto di fronte a ipotesi di corruzione. Nel dicembre 2014, sul canale YouTube di Palazzo Chigi, sull’onda degli arresti per Mafia Capitale, faceva sapere agli italiani che sarebbero state innalzate le pene per corruzione: “Uno che ruba può patteggiare e trovare la carta ‘uscire gratis di prigione’come al Monòpoli, è inaccettabile”, quindi annunciava che “per i reati legati alla corruzione si allungheranno i tempi per la prescrizione”. Il 17 marzo 2015 ne parlò pure alla Scuola Superiore della Polizia: “Le pene sulla corruzione devono essere aumentate e non c’è dubbio che l’immagine della prescrizione che viene dove si prova un fatto corruttivo è un elemento che nega la dignità allo Stato. Perché uno può dire: ‘Ti processo e sei innocente’, ma pensare che si possa arrivare semplicemente a prescrivere la corruzione è inaccettabile”. Si fece la legge Orlando che bloccava la prescrizione solo per i condannati di primo grado e solo se Appello e Cassazione si celebravano in 18 mesi ciascuno. Oggi, Renzi si schiera con il centrodestra e accusa di “populismo giudiziario” i suoi alleati di governo. Non accetta nemmeno il compromesso ideato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte per non mettere a rischio la maggioranza: prescrizione bloccata dopo il primo grado per i condannati, come già prevede la legge Bonafede, ma per tutti, mentre per gli assolti in primo grado ci sarebbe una prescrizione processuale come avrebbe voluto il Pd per tutti: tornerebbe a scorrere se l’appello non si conclude in due anni e il ricorso in Cassazione in un anno. Renzi, invece, tre giorni fa ha votato in Commissione Giustizia il ddl Costa e continua ad accusare il Pd di andare a rimorchio di M5S: “Ho fatto un governo per mandare a casa Salvini mica per diventare grillino”. Peccato che sulla prescrizione abbia votato pure con la Lega e con Fdi.