L’ex marescialla azzurra che fischia per Matteo
Dai “pettegolezzi” su Savoini all’aula convocata il 13 agosto per Mr. Papeete
Lei
prova a difendersi come può: “La mia terzietà non è in discussione”. Ma per la maggioranza il suo contributo determinante perché a Senato chiuso, la Giunta per le autorizzazioni a procedere si pronunci su Salvini, proprio come lui desiderava, è la prova definitiva che Maria Elisabetta Alberti Casellati non è un arbitro imparziale. In questi 22 mesi sullo scranno più alto di Palazzo Madama, la presidente del resto ce l’ha messa tutta: appena eletta, per dire, andò a dichiararsi “orgogliosamente berlusconiana” nel salotto tv di Bruno Vespa. E poi venne la cena a cui aveva attovagliato lo stato maggiore di Forza Italia per il genetliaco di B., neppure Palazzo Giustiniani, la residenza presidenziale, fosse il tinello di casa sua. Ma per Matteo
Salvini, la seconda carica dello Stato che ambisce a diventare la prima, sembra addirittura disponibile a rischiare l’osso del collo.
Come è avvenuto a luglio scorso, quando Casellati aveva zittito il capogruppo del Pd Andrea Marcucci che chiedeva che Salvini riferisse in aula sull’inchiesta dei rubli russi che si sospetta siano finiti nelle casse della Lega. I dem si erano messi a gridare alla censura, ma la lei, l’ex marescialla azzurra, li aveva messi a cuccia:
“Il Senato non può essere il luogo del dibattito che riguarda pettegolezzi giornalistici. Qui non si discute liberamente di questioni che non hanno alcun fondamento probatorio, qui dobbiamo parlare di fatti che abbiano una giust if ic az io ne ”. E che dire della gestione del dibattito sulla crisi del Conte I? Matteo Renzi, oggi capo di Italia Viva era stato implacabile. “La scelta della Casellati di convocare i l 13 agosto u n ’ a s s e mblea per il calendario non è solo una provocazione: è l’ennes ima scelta partigiana della presidenza che vuole compiacere Salvini, ancora una volta. Ma che in realtà finirà con il fare un danno a Capitan Fracassa che non ha capito che non è al Papeete, ma in Parlamento dove è in minoranza”.
In effetti per Salvini andò male, nonostante l'impegno della Presidente. A cui anche LeU rimprovera più di qualcosa. Ad esempio di aver lasciato che il gruppo per un anno e mezzo non fosse rappresentato nella Giunta per il regolamento: finalmente Casellati lo ha concesso, ma solo l’altro giorno perchè bisognava decidere su Salvini.
A buon diritto pure i 5 Stelle non la amano affatto. Solo un episodio per tutti: l’informativa del governo sul Meccanismo europeo di Stabilità, quando Salvini ha potuto pronunciare indisturbato un intervento al vetriolo, culminato con un “si vergogni” all'indirizzo del presidente del Consiglio. Lo sentirono tutti, ma non la Casellati. Costretta poi a riprendere il leader del Carroccio dopo le proteste di quelli del Pd e dei M5S saliti fino al banco della presidente per richiamarne l’attenzione. Insomma mesi e mesi di episodi. L’ultimo in occasione della manovra. Quando aveva bocciato l’e me n da me nt o pentastellato sulla canapa light, nel mirino della grancassa leghista. Decisione accompagnata da un monito molto poco presidenziale: “Se ritenete questa misura importante per la maggioranza fatevi un disegno di legge”.
Riferire sul caso rubli? Il Senato non può essere il luogo del dibattito che riguarda pettegolezzi giornalistici
MARIA E. CASELLATI