Le tre tesi della Azzolina Cosa dice l’analisi dei testi
Su Repubblica, Massimo Arcangeli, linguista e presidente della commissione che ha valutato idonea Lucia Azzolina come dirigente scolastico, è tornato a sostenere che il ministro dell’Istruzione abbia plagiato 28 passaggi della relazione finale del tirocinio Siss ( Scuola di specializzazione per l’insegnamento secondario) all’Università di Pisa nel 2009. Dopo il primo articolo, le cui accuse sono state analizzate dal Fatto usando i software antiplagio, Arcangeli ne ha pubblicati altri due per arrivare a sostenere che ci siano 1.542 “parole rubate”. Il linguista più volte paragona il caso Azzolina all’analisi del Fatto sulla tesi di dottorato dell’ex ministro Marianna Madia, da cui emerse l’uso di contributi originali da articoli scientifici di altri autori senza virgolettare né citare nel testo, per almeno 4mila parole. E in percentuale, secondo Arcangeli, “Azzolina avrebbe copiato più della Madia”. L’analisi di Arcangeli appare però fragile in molti punti, come l’aver detto di non usare software antiplagio o il confrontare una tesi di tirocinio per abilitare all’insegnamento con una tesi di dottorato. Riscontrare plagio in un testo richiede un lavoro che inizia con i software e prosegue con la scrematura delle fonti trovate verificando se sono contributi originali di cui ci si è appropriati o concetti di uso comune.
MOLTI dei passaggi che Arcangeli ritiene copiati sono ricondotti a fonti non corrette o troppo generiche. E non spiega, per dire, che si tratta di definizioni di uso comune e criteri diagnostici noti in Psichiatria (ambito del capitolo introduttivo) cui si ricorre per definire il ritardo mentale. Alcuni esempi: per
Arcangeli, il primo brano (46 parole copiate su 47) sarebbe ripreso dal Dizionario di Psicologia di Umberto Galimberti edito da Utet nel 1992. Ma la stessa frase si ritrova in monografie di Psichiatria e perfino in una fonte in portoghese. “Nella revisione della nomenclatura psichiatrica compiuta nel 1988 dal DSM, l’espressione ritardo mentale ha sostituito tutte quelle denominazioni [...] perinatali e postnali di diversissima natura”, scrivono gli psichiatri Mazzonetto e Dinelli nella rivista “Problemi in Psichiatria” nel settembre 2006. La frase sembra indicare che il passaggio attribuito a Galimberti sia invece anche nelle versioni più vecchie di uno dei manuali di riferimento per la Psichiatria internazionale (il DSM, che conta 10 versioni dal 1952 ad oggi). I software non rilevano le vecchie edizioni perché non sono online. Gli stessi Mazzonetto e Dinelli in bibliografia indicano solo quella del 1995.
Caso simile per il secondo brano. Arcangeli sostiene che sia stato copiato da Clemente Lanzetti et all, “Metodi quantitativi e qualitativi per la ricerca sociale in società, Milano, Franco Angeli, 2008”. La stessa frase è però nel DSM e in tante fonti autorevoli, anche successive al 2009, come in dispense universitarie di Neuropsicologia infantile ( ad esempio di Marco Carotenuto all’Università della Campania) senza che siano citate le fonti. Un altro brano, che Arcangeli sostiene essere copiato dal “Trattato Italiano di Psichiatria, di Ravizza et all edizione del 1992” risulta anche in molte altre fonti come un contributo della Ausl di Padova del 2012 e un articolo scientifico sulla rivista Nuova Rassegna di Studi Psichiatrici del 2013. Sono sempre definizioni di malattie e criteri diagnostici. Anche il quinto brano (70 parole) riguarda uno dei criteri che definiscono il “ritardo mentale” in psichiatria: Arcangeli riconosce che sono prese dal DSM (IV edizione - Tr) nella ristampa del 1995. Manuale che la Azzolina nomina, insieme ad altri, ma che non cita sempre tra virgolette e non mette in bibliografia. Come fanno molti altri autori, da quello che si riscontra da altre fonti. E ancora, del sesto brano 12 parole sarebbero copiate dal manuale “Pediatria Generale e specialistica” di Franco Zappulla, ( 2015). Arcangeli specifica che non ha “potuto controllare un’edizione anteriore al 2010.” Quindi se Azzolina, nel 2009, avesse copiato da una edizione precedente, Arcangeli non può saperlo. Per questo bisogna verificare chi copia da chi o se la mole di fonti che anche il Fatto ritrova per molti passi citati da Arcangeli non indichi che si tratti di definizioni d’uso comune come dimostrerebbe il fatto che ci sono tantissimi siti, articoli e dispense universitarie post 2009 con passaggi identici.
L’unico passaggio che sembra copiato, scoperto dal Fatto dopo il primo articolo di Arcangeli, arriva da una tesi di laurea in Medicina del 2006 (“Il funzionamento adattivo nel ritardo mentale: confronto capacità intellettive e competenza adattiva”) di Massimo Marcelli e sembra una parafrasi di uno dei criteri associati alla definizione di “R itardo Mentale” presenti nel DSM.
ABBIAMO analizzato anche le tesi di laurea triennale e magistrale in Filosofia del 2004 e le 2008. Nella prima, (“Rousseau politico, dai due discorsi al Contratto sociale”) su 35mila parole si riscontra una nota al testo di circa 80 che appare in una fonte online ma che sembra successiva (2007) nonché un passaggio di 200 parole che si ritrova in “Roberto Gatti, L'enigma del male. Un'interpretazione di Rousseau, Roma, Studium, 1996”. Non è virgolettata né attribuita nel testo, ma citata in bibliografia. Per la tesi specialistica, “Rousseau e Voltaire: Il terremoto di Lisbona”, di 66mila parole, si riscontra un passaggio di 133 parole che appare in vari siti internet, di cui non si conosce la datazione.
TROPPI RIMANDI E CITAZIONI Molti passi sono precedenti o successivi alle fonti indicate da “Repubblica”, probabili definizioni d’uso comune