Ilva, altri 250 in Cassa integrazione Mittal fa infuriare ancora i sindacati
Chiusa l’acciaieria 1. Negoziato col governo in salita
Mancano
le materie prime e le commesse e ArcelorMittal ferma l’Acciaieria 1 dello stabilimento ex Ilva di Taranto collocando in Cassa integrazione ordinaria altri 250 lavoratori. È quanto hanno annunciato i sindacati metalmeccanici a poche ore dall’incontro con la direzione dello stabilimento che ha annunciato i nuovi assetti di produzione del reparto dell’Area a caldo. Fim, Fiom e Uilm hanno evidenziato che la fermata dell’Acciaieria 1 è determinata “da uno scarso approvvigionamento delle materie prime” e dalla “attuale capacità produttiva legata alle commesse”: la scelta di trasferire parte della produzione sull’Acciaieria 2 avrebbe “possibili ripercussioni dal punto di vista della sicurezza e dell’ambiente”. Per questo hanno chiesto all’azienda di tornare fermare l’i niziativa “uni laterale” r i t enendo “i n a cc et ta bi le ” l’a ssenza di “un p i a n o i n d ustriale condiviso con governo e organizzazioni sindacali”.
Per l’Usb, invece, la Cassa integrazione per altri 250 lavoratori rappresenta “una ulteriore azione violenta” da parte della multinazionale e che “il nuovo assetto produttivo spingerà al massimo il regime degli impianti dell'acciaieria 2 che dovrà produrre da sola ciò che prima veniva prodotto con due acciai erie” mettendo seriamente a rischio ambiente e lavoro dato che “gli impianti dell'acciaieria 2 non godono di una manutenzione ordinaria”.
LA SCELTA è destinata a complicare ulteriormente la trattativa in corso tra Governo e Mittal: i negoziati si sono inabissati, ma non sembrano al momento destinati a raggiungere risultati pienamente condivisi da entrambe le parti. Una decisione, tuttavia, dovrà essere presa prima del 7 febbraio giorno in cui il giudice milanese Claudio Marangoni dovrà decidere se accogliere o meno la richiesta di Mittal di chiudere il contratto di affitto e acquisto della fabbrica. Ieri, la procura meneghina, ha depositato una nuova memoria nella quale oltre a ribadire la piena necessità di costituirsi in giudizio per tutelare gli interessi occupazionali, ambientali ed economici dell’Italia, ha ribadito come il pericolo che la multinazionale abbandoni gli impegni non sia ancora fugata. Sempre ieri, in serata, anche i commissari straordinari dell’Ilva hanno inviato una nuova memoria nella quale, secondo indiscrezioni, avrebbero sottolineato come non ci siano più scuse per i gestori dello stabilimento, soprattutto dopo che il “problema Altoforno 2” che Mittal aveva indicato come principale motivo della scelta di abbandonare la fabbrica tarantina, sia stato risolto con la proroga alla facoltà d’uso concessa dal Riesame.