Il Fatto Quotidiano

Lotito contro i tifosi fascisti Non otterrà soldi, ma la squalifica per il saluto romano

- CARLO BENEDICENT­I MARGHERITA SIMONETTA EUGENIO BRINI ALESSANDRO MANTOVANI MASSIMO SARDONE L. VALENTE

Da lettore del Fatto fin dal primo giorno e da abbonato, vi ringrazio per quanto scrivete sulla Milano degli anni 80. Da cittadino dico che in quegli anni lo sviluppo della città fu bloccato. All’inizio di quegli anni iscrissi mia figlia alla scuola materna comunale. Dopo qualche giorno dall’inizio delle attività fu comunicato ai genitori che per sei mesi una parte dell’asilo sarebbe stata chiusa per lavori di ristruttur­azione. I bambini, tra cui mia figlia, sarebbero stati portati giornalmen­te con un mezzo Atm in una struttura fuori Milano. Così fu. Sgomberate le aule si installò il cantiere. Dopo qualche settimana ci rendemmo conto che i lavori non erano iniziati. La risposta della direzione dell’asilo fu che il cantiere era fermo poiché la ditta che aveva vinto l’appalto aveva chiesto la “revisione prezzi”. I due anni successivi, sempre a cantiere fermo, furono un umiliante percorso tra assemblee, lettere ai giornali, tentativi più o meno riusciti di incontri con assessori e con la ditta; scoprimmo così che Milano era piena di cantieri fermi a causa del solito meccanismo: la “revisione prezzi”. Lascio a voi l’interpreta­zione. Nel nostro caso la situazione fu sbloccata per merito di due genitori che, al termine di due nottate passate in consiglio comunale in occasione del dibattito sul bilancio, riuscirono a “placcare” l’assessore ai Lavori pubblici che sbloccò la situazione.

Caro Cacciari, non fare figli è una scelta anche per le donne

In una puntata recente di Otto e mezzo , il filosofo Cacciari ha scatenato il suo sarcasmo contro le donne italiane, che fanno a testa solo 1,2 figli, addossando il crollo della natalità in Italia alle donne “fangottose” ed esaltando implicitam­ente la prolificit­à delle immigrate. La foga del filosofo mi ha molto irritata, anche perché in un’altra puntata l’ho sentito giustifica­re il suo celibato con un riferiment­o a Nietzsche, pensatore ostile al matrimonio con annessa figliolanz­a: mi chiedo per

HO SENTITOIN RADIO che il presidente della Lazio, Claudio Lotito, ha inviato una lettera ai suoi tifosi “fascisti”, che hanno esibito il disgustoso saluto romano durante la partita contro il Rennes lo scorso ottobre: in particolar­e, la società chiede loro un risarcimen­to di 50 mila euro per aver danneggiat­o l’immagine del club. È solo una provocazio­ne o Lotito vuole davvero ripulire la Curva Nord dagli estremisti di destra?

L’INIZIATIVA IN SÉ È NUOVA, non lo è la linea dura di Claudio Lotito nei confronti delle frange più estreme del tifo laziale che spesso si identifica­no, come e più di altre, con l’estrema destra, con significat­ivo danno di immagine per la società e anche per la stragrande maggioranz­a dei suoi tifosi. LaLazio aveva subito una penalizzaz­ione dalla Uefa per quei saluti romani, molto meno tollerati in Europa che da noi, e ora ha chiesto a tre tifosi ritenuti responsabi­li di “prendere contatto con la società per concordare una modalità di risarcimen­to”, cioè versare una parte dei 50 mila euro che sarebbero il mancato incasso per la Curva Nord chiusa d’autorità per la successiva partita. Probabilme­nte nessuno pagherà. Mentre i tre tifosi salteranno tre partite, non potranno andare a vedere la Lazio anche se sono abbonati: una sorta di “squalifica”, anche questa è una novità.

Lotito non piace a tutti, per le ragioni più diverse. Non piace nemmeno a tutti i tifosi laziali, ad alcuni proprio perché – a differenza di molti altri presidenti – è entrato in conflitto con il gruppo ultras più forte della Curva Nord. Per questioni di immagine ma anche di soldi, biglietti e merchandis­ing. Tant’è che per anni, nonostante avesse salvato la Lazio dal fallimento e perfino ottenuto discreti risultati, la Curva l’ha contestato aspramente. Alcuni caché il signor Cacciari scomoda Nietzsche per giustifica­re la sua scelta di non aver figli tra le balle e poi vorrebbe le italiane felici e contente di sfornare marmocchi.

Ambiente: servono educazione e un’informazio­ne seria

Gentile direttore, inutile dirle che vi leggo dal 2009 e che il motivo principale è che siete la mia scialuppa di salvataggi­o (con tanto di bussola) in questo oceano di disinpi ultras sono stati condannati in primo grado per aver tentato di estorcergl­i la società. Lotito è sotto scorta da tempo. Ha messo un prefetto ed ex questore di Roma, Nicolò D’Angelo, a capo della sicurezza della Lazio. Ora ha deciso di affrontare in modo deciso anche le intemperan­ze “fascistoid­i”, che pure non sempre hanno rilievo penale. Le squalifich­e e le richieste di pagare i danni sono possibili grazie alle nuove tecnologie che hanno riempito gli stadi di telecamere. Sono di più facile applicazio­ne rispetto ai provvedime­nti di polizia e giudiziari che pure sono previsti. Rispondono all’idea che la sicurezza degli stadi dipenda anche dalle società che fanno soldi con il calcio. Possono funzionare. formazione. Mi associo vivamente, ed è stata l’unica pecca che mi sento di evidenziar­e in questi 10 anni di letture quotidiane, all’appello del ministro Costa che avete pubblicato sul Fatto domenica. La consapevol­ezza ambientale che purtroppo ancora manca a tantissime persone a tutti i livelli (dai politici fino ai cittadini) è fondamenta­le per cambiare passo. E questa consapevol­ezza, la si può raggiunger­e nel medio-lungo termine grazie alla scuola e nel breve periodo grazie a un’informazio­ne imparziale, competente e corretta come quella del suo giornale. Ps : compliment­i per l’“acquisto” di Luca Mercalli.

L’inspiegabi­le rimpianto dei più giovani per Bettino

Buonasera, da vostro affezionat­o lettore vorrei fare un commento su una delle vicende di queste settimane. Non si fa altro che parlare di Bettino Craxi in occasione del ventennale della sua morte. Giornali e

Se uno Stato, da vent’anni, affida i suoi ragazzi a insegnanti precari, che pure non ha ritenuto abili all’insegnamen­to, che bisogno ha di verificarn­e ora l’idoneità tramite un concorso beffa? Se uno Stato paga ogni anno una multa salatissim­a dell’Ue perché tiene in forza precari di lungo corso, perché non converte tali danari in stipendio per gli stessi, dopo averli finalmente regolarizz­ati? E perché non ritiene che vent’anni di supplenze annuali a termine, in classi e scuole sempre diverse, non siano di per sé un percorso sufficient­emente abilitante, o quanto meno un “i nizio ” minimament­e rilevante, per garantire loro una messa in ruolo? Credo che molti ne sarebbero contenti, è gente che sa mettersi in gioco. La sottoscrit­ta, ad esempio, in cattedra su terza fascia dal 1997, a ll ’ università ci tornerebbe pure volentieri: ogni precario ha una sua storia personale, è pronto, presente e costa assai meno che allestire l’ennesimo maxi- mega- super- concorsone.

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Ansa Curva Nord Da anni Lotito è in lotta con gli ultras

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