La faida degli ultrà dilettanti: “È stata violenza tribale”
Agguato Mazze, tirapugni e un cric dei tifosi della Vultur Rionero per aggredire i “rivali” del Melfi: un morto, due feriti e 26 arrestati
Ci sono poco più di dieci chilometri tra Melfi e Rionero, i due comuni della provincia di Potenza al centro dello scontro tra le due tifoserie che da domenica ha fatto registrare un morto, due feriti e ben 26 arresti. Quasi un bollettino di guerra per i due centri urbani collegati da una strada provinciale che taglia campi di una parte della Basilicata a nord del capoluogo potentino. Omicidio volontario, violenza privata, tentate lesioni aggravate, danneggiamento e detenzione aggravata di oggetti atti ad offendere. Sono le ipotesi di reato contestate dalla Procura di Potenza nel fascicolo di indagine aperto dopo la morte di Fabio Tucciariello, 39enne tifoso della “Vultur Rionero” ucciso durante l’agguato che, secondo la ricostruzione degli investigatori, la sua stessa tifoseria aveva organizzato per i rivali melfitani.
LE DUE SQUADRE non erano dirette avversarie nella giornata di campionato del girone A dell’eccellenza lucana. Vultur Rionero e Melfi, però, giocavano entrambe in trasferta: la prima a Brienza, la seconda a Tolve. Tra i due campi c’è Vaglio Scalo ed è in una stazione di servizio di questo piccolo centro a pochi chilometri da Potenza che i tifosi di Rionero avrebbero organizzato l’imboscata. Mazze, tirapugni e persino un cric per sorprendere e aggredire i tifosi con i quali, in alcuni casi condividono anche il lavoro. Melfi, è infatti, uno dei centri industriali più grandi della regione. Lo stabilimento Fiat e l’indotto accolgono lavoratori che provengono dai paesi vicini. Anche da Rionero. Erano cinque le auto dei tifosi del Melfi entrate nel mirino. Una di queste era guidata da Salvatore Spagnoletta, 30 anni. Non è ancora ben chiara la dinamica dell’accaduto. Una delle versioni pubblicate nelle scorse ore raccontano che la prima auto, con un bambino a bordo, sarebbe stata risparmiata dagli ultrà di Rionero, ma fonti investigative spiegano che in realtà la furia violenta potrebbe essersi riversata all’improvviso contro la prima auto che guidava il corteo e le altre abbiano avuto tempo e modo di invertire la rotta e allontanarsi.
Quel che è certo è che l’auto guidata da La Spagnoletta, sulla quale viaggiavano altre due persone (che non sono state arrestate), ha investito e ucciso Tucciariello. Per l’autista la procura ha disposto la detenzione cautelare in carcere. Poco dopo in cella sono finiti altri 25 tifosi della Vultur Rionero: hanno tra i 20 e i 30 anni, ma gli investigatori sono ora sulle tracce degli altri tifosi scampati al fermo. Tra questi, secondo la Squadra mobile di Potenza diretta da Donato Marano, potrebbero esserci anche alcuni minorenni.
La Spagnoletta, dopo l’arresto, non è stato in grado di fornire una versione chiara della dinamica dell’incidente: secondo fonti investigative non si sarebbe neppure accorto di aver investito tre persone: oltre all’uomo deceduto, infatti, altri due tifosi di Rionero sono stati condotti in ospedale per una serie di ferite, ma fortunatamente non sono in pericolo di vita.
“Doveva essere una giornata di festa, un pomeriggio divertente tra amici – ha raccontato l’uomo dopo l’arresto secondo quanto riportato da La Gazzetta del Mezzogiorno – ma tutto è cambiato quando la mia auto è stata circondata e assalita con mazze da una cinquantina di facinorosi mascherati. Ero terrorizzato e ho cercato di scappare”. Le indagini della Squadra mobile, ora dovranno ricostruire nel dettaglio i fatti e chiudere il cerchio su quanti ancora mancano all’appello.
IERI MATTINA, il prefetto Annunziato Vardè ha convocato il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza durante il quale è stato ipotizzato il ritiro delle squadre dal campionato. “Le società sono parte lesa, in questi casi: sono azioni che danneggiano il nostro lavoro” ha replicato Mario Grande presidente della Vultur Rionero escludendo l’ipotesi. Ma il futuro del campionato genera paura in Basilicata. Si temono reazioni. Sugli spalti e non solo. Le forze dell’ordine e le istituzioni stanno lavorando per evitare soprattutto le reazioni della tifoseria di Melfi trasformando un campionato di eccellenza in una faida.
L’investitore
“Sono stato circondato da cinquanta persone Ero terrorizzato e ho cercato di scappare”