Il Fatto Quotidiano

“Chiama Napoli” e poi scopri la forza (e poesia) degli A67

NOVITÀ Il gruppo partenopeo esce venerdì con “Naples Calling” che si ispira al celebre album dei Clash. Tra le varie collaboraz­ioni anche quella di Caparezza e Frank Hi-Nrg

- » ENRICO FIERRO

Se volete davvero capire l’anima della musica di Daniele Sanzone e degli A67 dovete andare a Scampia, a casa di Daniele. Arrampicar­vi agli ultimi piani di uno degli immensi palazzoni del quartiere ed entrare nello studio del padre. Michele era un artista, pittore e scultore dall’anima in pena, un tormento che le sue opere ( tutte regolarmen­te ospitate in quella casa che è anche un po’ galleria) riescono a trasmetter­ti. Lo stesso che segna Naples Calli ng, l’ultimo lavoro del gruppo napoletano. I coloriè una delle canzoni dell’album e nel testo si fa esplicito riferiment­o “alle mani e ai colori di mio padre”.

L’ARTE, QUELLA VERA, vissuta con la rabbia nell’anima, come voglia di riscatto. “Partendo dal nostro quartiere, Scampia – dicono gli A67 – abbiamo raccontato la voglia di riscatto dell’intero Sud. Coscienti che esiste un filo rosso che abbraccia le battaglie di chi lotta per i propri diritti, per la propria terra, sino ad arrivare a chi sbarca sulle nostre coste alla ricerca di un futuro. Siamo consapevol­i che senza radici e da soli non si va da nessuna parte”. Album “politicame­nte ballabile e melodicame­nte scorretto”. Il “ballabile” della politica nel brano I colori sono le Quattro giornate, che videro i napoletani protagonis­ti della loro resistenza contro i nazisti, e il sogno di Eleonora. Nel senso di De Fonseca Pimentel, giornalist­a e anima della Repubblica napoletana del 1799, un sogno finito con l’impiccagio­ne della donna all’età di 47 anni e lo scherno dei sanfedisti messo in musica. “A signora onna Lionora mo abballa mmiezz’ o mercato…”. Sul “melodicame­nte scorretto”, però, non siamo molto d’accordo con Sanzone e la band. Basta ascoltare il brano Tuyo, la canzone del brasiliano Rodrigo Amarante fortunatis­sima sigla della serie Narcos. Qui l’anima del neapolitan power di Daniele e dei suoi musicisti viene fuori tutta nella capacità di contaminar­si con suggestion­i provenient­i da altre latitudine geografich­e e musicali. Il video di Tuyo è stato girato in una delle Vele di Scampia. “Volevamo portare – dicono gli A67 – un po’ di poesia in un luogo da sempre narrato come un inferno. Abbiamo voluto raccontare la normalità che c’è, esiste e tenta di imporsi nel nostro quartiere”.

Partendo da Scampia abbiamo raccontato la voglia di riscatto del Sud. E c’è un filo rosso che lega le battaglie di chi lotta per i diritti

NAPLES CALLING uscirà il prossimo 24 gennaio e si avvale di collaboraz­ioni importanti, Caparezza, Frank Hi-Nrg, Franco Ricciardi e Dario Sansone dei Foja. L’album è un omaggio ai Clash e alla loro London calling. “Il nostro – sottolinea­no i musicisti – è un invito a ribellarsi. Immaginiam­o una Napoli che chiama se stessa attraverso la propria maschera, Pulcinella, che nel brano, pur di svegliare il proprio popolo dalla rassegnazi­one, arriva a un atto estremo: incendiars­i in mezzo a piazza Mercato”.

La canzone Ni è il ritratto delle generazion­i senza presente che vive nell’incertezza del futuro. Quelli che a trent’anni sono costretti a vivere a casa dei genitori, i senza diritti. “Nì, perché se non sei figlio di, se non sei amico di, allora No Party”. Il Male

Minore, feat Caparezza, racconta Daniele Sanzone, “è una istantanea ironica dei nostri tempi. Ci piaceva paragonare la continua scelta del cosiddetto Male Minore, che spesso ci ha portato a sopportare le peggiori ingiustizi­e, a una sorta di ipertensio­ne, di malanno, che alla fine cronicizza­ndosi è finito per diventare il vero male di questo paese. Un male che ci fa abituare a tutto, anche a quello che non dovremmo mai accettare, perché come scriveva la filosofa Hannah Arendt ‘chi sceglie il male minore dimentica rapidament­e di aver scelto a favore di un male’”.

Tutto nasce, forse anche la copertina dell’album (sfondo rosso e immagine di una mano impostata a fare le corna), da un palazzone di periferia. E dallo studio di un pittore visionario. Dal suo balcone Michele poteva vedere il Vesuvio e posare lo sguardo su Napoli, che poi vuol dire vedere il mondo, un mondo fatto di dolori ma anche di speranza. Lo stesso che Daniele e gli A67 raccontano in

Naples calling.

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