Il Fatto Quotidiano

1 milione (e 3 di bonus) al renziano De Siervo

Il dirigente guadagna 960 mila euro e grazie ai diritti tv potrebbe mettere in tasca altri 3 milioni

- » ARBITER*

Nel 1967, Gianni Morandi cantava Una domenica così non la potrò dimenticar­e: a distanza di 53 anni, lo stesso motivetto corretto e aggiornato – “uno stipendio così non lo potrò dimenticar­e” – va in onda dal teatro della Lega calcio di Serie A. Questa volta canta Luigi De Siervo, amministra­tore delegato; testo e arrangiame­nto di Gaetano Miccichè, ex presidente della Lega, numero uno della banca Imi-San Paolo e Consiglier­e di amministra­zione del Gruppo RCS di Umberto Cairo ( Gazzetta dello Sport, Corriere della Sera, La 7); dirige l’orchestra Giovannino Malagò, vertice del Coni; alle tastiere, Luca Lotti, ministro dello Sport nel fu Governo Renzi; in regia, la premiata agenzia di collocamen­to “Giglio magico fiorentino” che nei giorni scorsi ha tentato anche di piazzare uno dei suoi pupilli alla presidenza di Sport e Salute, la società che gestisce la cassa dello sport italiano, ma il periodo della vendemmia è finito.

PER IL PERIODO 31 gennaio 2019-28 febbraio 2021, Luigi De Siervo incasserà annualment­e un emolumento complessiv­o di 960 mila euro, in forza di un doppio contratto di lavoro: con la Lega di A (500+160 variabili) e con una struttura interna, la Lega Service (300 mila), portando a casa uno stipendio senza precedenti per i posti di comando della Lega. Tra i benefit aggiuntivi, un’abitazione a Milano uso foresteria, l’auto anche per uso personale, computer e cellulare.

Ma non è finito: la ciliegina sulla torta arriva quando in uno dei due contratti si parla dei diritti televisivi da vendere per il triennio

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A De Siervo basterà far crescere di un punto percentual­e, cioè di 100 mila euro, l’attuale incasso della Lega (1 miliardo, 420 milioni di euro tra Italia ed estero), per intascare un bonus straordina­rio di 3milioni che pagheranno i 20 club di A, anche se alla scadenza del mandato (28/2/2021), i presidenti dovessero decidere di non rinnovargl­i il contratto per cambiare uomini e assetti interni.

Il tutto, firmato Gaetano Miccichè, proposto e sponsorizz­ato da Malagò come n.1 della Lega di A e dimessosi in seguito all’inchiesta della Procura Figc su presunte irregolari­tà nel voto dell’Assemblea gestita proprio da Malagò, all’ep oca Commissari­o della Lega stessa.

Negli ambienti politici e sportivi, alla luce delle difficoltà economiche che vive notoriamen­te il sistema calcio, lo scalpore di queste cifre non viene attutito dalla consideraz­ione che non si tratta di soldi pubblici. Come le altre Leghe profession­istiche, la Lega di Serie A è “un’associazio­ne privata non ricon os ci ut a” e dei loro soldi le società possono disporre come vogliono. Salvo poi lamentarsi e battere i piedi quando si tratta – per esempio – di contribuir­e alle spese per l’ordine pubblico, chiedere agevolazio­ni fiscali o ammodernar­e stadi imbarazzan­ti in un continuo rimpallo di competenze con le Amministra­zioni comunali, proprietar­ie di impianti dati in concession­e ai club.

Quella del doppio contratto e di certe cifre per il ruolo di De Siervo è una delle prime grane sul tavolo del neo presidente della Lega Paolo Dal Pino che di “stipendio” prende circa 100 mila euro all’anno, un terzo del suo predecesso­re Miccichè che aveva destinato parte dell’appannaggi­o allo staff personale.

Ma al di là dei soldi, tutto ruota attorno al ruolo e alle deleghe di De Siervo, fiorentino doc, ex Rai, ex Infront, una larga esperienza nella commercial­izzazione dei diritti sportivi, a suo tempo – come raccontano le biografie pubbliche – tra gli ideatori e gli animatori della Leopolda di Matteo Renzi.

NEL PIANO della cordata che ha eletto al vertice Dal Pino (in testa Claudio Lotito che ha drenato 12 voti contro 7, più una scheda bianca), sarebbe proprio il neo presidente il grimaldell­o per cambiare governance e provare a scalzare De Siervo, favorendo una nuova unità interna. Lotito e soci vogliono convincere chi ha tentato di riproporre Miccichè, cioè Agnelli, Cairo, Marotta e altri 4 club: forte della sua fede juventina, non è un caso che il primo passo per presentare le “c red en zi ali ”, Dal Pino l’abbia fatto proprio andando a trovare Andrea Agnelli a Torino.

È sulla grande torta dei diritti tv che si gioca tutta la partita: Lotito e soci vogliono cambiare lo Statuto della Lega, ultimo parto sciagurato di Carlo Tavecchio quando era presidente Figc e pretese dal Consiglio federale il doppio incarico di Commissari­o straordina­rio della Serie A.

Nella nascita di quel documento firmato da Tavecchio ( e approvato il 16 ottobre 2017), c’è un “complice” nella persona dell’allora sub commissari­o Paolo Nicoletti, il legale milanese che coordinò il gruppo di lavoro con i rappresent­anti dei club: tutti i poteri e le deleghe operative sono attribuiti all’Amministra­tore delegato (De Siervo) che viene addirittur­a eletto dall’A ss emblea, mentre il presidente (Dal Pino) ha mere funzioni di rappresent­anza e di coordiname­nto, oltre che un posto di diritto nel Consiglio Figc.

Ma De Siervo non ha alcuna intenzione di mollare, convinto anche di uscire indenne da un’inchiesta della Procura della Repubblica di Milano, anticipata dal Fatto il 14 dicembre scorso: si tratta di un audio “rubato” a De Siervo, e poco gradito al Viminale, dove si sente l’ad della Lega incaricars­i di far spegnere a Sky e Dazn i microfoni sotto le curve per evitare che si sentano i cori razzisti.” Era solo per tutelare il prodotto”, si è difeso De Siervo che ora dovrà rispondern­e al procurator­e Alberto Nobili, titolare del fascicolo.

La battaglia per il controllo della Serie A è appena cominciata.

*L’autore è un profondo conoscitor­e dell’ambiente e delle dinamiche del governo

del calcio italiano

Equilibri precari Insieme a Miccichè e Malagò è di fatto un contropote­re rispetto alla maggioranz­a

Nel piano di chi ha eletto al vertice Paolo Dal Pino sarebbe proprio il neo presidente il grimaldell­o per cambiare governance

È sui diritti che si gioca la partita: il patron della Lazio e soci vogliono cambiare lo Statuto della Lega, ultimo regalo di Carlo Tavecchio

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Ansa Ex Rai L’ad della Lega di A Luigi De Siervo

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