Il Fatto Quotidiano

Tra gettonopol­i e trasformis­ti la destra punta alla Cittadella

Con un consiglio comunale indagato per i rimborsi, la guerra è tra lobby e massonerie

- » ENRICO FIERRO E LUCIO MUSOLINO

Devi vivere l’em ozione forte di attraversa­re il viadotto Bisantis, sospeso nel vuoto a 112 metri d’altezza, arrivare a Catanzaro e renderti conto che qui la campagna elettorale, fatta di scontri su idee e programmi, non c’è. Nella città “vertiginos­a” (la definì così lo storico Francois Lenormant nell’800) è stata sostituita da una feroce lotta per il potere. I voti si prendono uomo per uomo, clientela per clientela, lobby per lobby. Anche loggia per loggia. Obiettivo la conquista del palazzo. E allora devi spostarti in località Germaneto, periferia ovest, per osservarlo da vicino l’oggetto di tanto feroce desiderio, “il p al a zz o ”, la Cittadella, il centro del potere calabrese. La sede della Giunta regionale. La vastità della struttura intimidisc­e, toglie le parole, tanto vale affidarsi alla descrizion­e dello storico Piero Bevilacqua che qui ebbe i natali nel 1944. “Un edificio gigantesco, che fa impallidir­e per solennità il Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite. Ad osservarlo, pensando alle prove che hanno dato i governi regionali negli ultimi quarant’anni, si rimane senza parole. Per quali meriti una così imponente autocelebr­azione? Non saprei come interpreta­rla, visto il bilancio politico che oggi si può trarre, se non come monumento alla capacità dei gruppi dominanti calabresi di distrugger­e il proprio territorio”. Ma del bilancio politico, fatto di deprimenti statistich­e, di lavoro che non c’è, nuova emigrazion­e di massa, corruzioni e incestuosi rapporti con la ‘ ndrangheta, la classe politica del posto se ne strafotte. “La sensazione è che della Calabria non importa a nessuno così come di queste elezioni regionali. Purtroppo penso che il 26 gennaio vincerà il centrodest­ra. La città sta rischiando di consegnars­i a una forza antimeridi­onalista”. Nicola Fiorita, 49 anni, docente universita­rio, è consiglier­e comunale all’opposizion­e del sindaco Sergio Abramo, ex Forza Italia, ora vicinissim­o a Salvini. È uno dei 29 consiglier­i ne nel bar “Il Comunale”, al corso principale della città. Non è una partita dei Mondiali. Tutti vedono la diretta Facebook del papà del consiglier­e, Lino, focoso conduttore televisivo di programmi sulle tv locali. “Vergognati sindaco Abramo, codardo, avete mandato al macello un ragazzo. Dimettit i… Maledetti lupi della politica…”.

IL RESTO è un crescendo. Un teatrino. “Giletti ha messo a nudo le anomalie del sistema. Ma non tutti i calabresi sono come i politici che li rappresent­ano, ascolti anche i giovani che sono il futuro di questa città”. Riccardo Montanari frequenta il quarto anno del Liceo Fermi, è uno di quegli studenti che ha sfidato Pippo Callipo, il candidato civico scelto dal Pd, a fare qualcosa per la Calabria. “Nella città c’è paura di andare alle urne e addirittur­a di dire la propria. Questa cosa mi fa arrabbiare, siamo stati presi in giro tante volte, siamo gli ultimi in tutto”. Il ragazzo, che non ha ancora l’età per varcare il seggio, conserva intatta la sua fiducia nella politica. Nonostante tutto. Nonostante i trasformis­ti alla Alessia Bausone, che oggi corre col M5S,ma fino a poco tempo fa era iscritta al Pd, alla Tonino Scalzo, candidato con l’Udc ma cinque anni fa eletto con una lista a sostegno del Pd Oliverio. E nonostante Domenico Tallini, consiglier­e regionale uscente candidato con Forza Italia, imputato nel processo “Catanzarop­oli-Multopoli”. Devono turarsi il naso con la calce i catanzares­i per le liste che vedono candidata Carolina Caruso ( Jole Santelli è il mio presidente, è lo slogan), detta Titina, sotto processo per bancarotta fraudolent­a assieme al marito Giuseppe Cristaudo che un pentito indica essere vicino al boss Giuseppe Giampà. Elvira Iaccino, di Libera, allarga le braccia. “Con le liste fatte in fretta e una campagna elettorale breve, queste elezioni rischiano di essere inutili. Nonostante tutto, continuere­mo a batterci per una Calabria normale”.

Nei “palazzi” di Catanzaro tutto si muove. Sergio Abramo, sindaco e già candidato a governator­e nel 2005 (fu sconfitto dal centrosini­stra di Agazio Loiero), si sta avvicinand­o a grandi passi alla Lega. Il partito di Salvini è spaccato, quindi scalabile, e Abramo punta a diventare il vicepresid­ente esterno della Giunta. Se vince il centrodest­ra, il presidente sarà Jole Santelli e i cosentini dovranno stare bravi, l’uomo forte tocca a Catanzaro, il “capoluogo”. La Cittadella attende immobile i nuovi padroni.

Lo show da Giletti

Il papà del consiglier­e massacrato in tv se la prende col sindaco: “Mandato al macello”

LO STORICO BEVILACQUA SUL PALAZZO DELLA GIUNTA

Un edificio gigantesco, che fa impallidir­e per solennità il Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite. Per quali meriti una così imponente autocelebr­azione?

ELVIRA IACCINO (LIBERA)

Con le liste fatte in fretta e una campagna elettorale breve, queste elezioni rischiano di essere inutili. Ma noi ci batteremo per una Calabria normale

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Con Jasmine Cristallo, le Sardine hanno un volto anche nel Meridione
Ansa Sardine al Sud Con Jasmine Cristallo, le Sardine hanno un volto anche nel Meridione

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