Il Fatto Quotidiano

Il prof. Conte: “Torno presto, ma non troppo”

Presidente in visita all’Università di Firenze, dove ha insegnato fino all’anno scorso

- Firenze » GIACOMO SALVINI

Il diverbio è tutto lessicale. Un vigile urbano di Palazzo Vecchio lo saluta così: “Buongiorno Professor Conte”. Sorriso e foto d’ordinanza. Clic. Appena passa la fiumana, però il pizzardone rimprovera il collega: “Adesso è Presidente, bischero”. La giornata fiorentina di Giuseppe Conte per inaugurare l’anno accademico sta tutta in questo dilemma: lui è un po’ premier, un po’ professore universita­rio che torna nella città dove ha insegnato fino all’anno scorso. Una carica che, per quanto gli piaccia, non tornerà a ricoprire tanto presto, anche se domenica il centrosini­stra dovesse perdere l’Emilia Romagna: “Il professore universita­rio è un mestiere così bello, così piacevole, che non mi dispiacere­bbe affatto in futuro: ma che sia da lunedì lo ritengo assolutame­nte improbabil­e”. Che il premier Conte sia visibilmen­te emozionato lo si capisce quando prende la parola nel Salone dei Cinquecent­o: “Non posso celare l'emozione che in me suscita il ricordo della mia profession­e di docente universita­rio”. Applausi. Prima di lui, parlano il sindaco Dario Nardella e soprattutt­o il rettore Luigi Dei che, dopo le dimissioni natalizie del ministro Lorenzo Fioramonti, mette il dito nella piaga: “È indispensa­bile un piano pluriennal­e d’investimen­ti senza il quale l’Università italiana si avvierà verso un rapido collasso” dice rivolgendo­si al capo del governo. E Conte, dopo aver ricordato lo studente disabile Niccolò Bizzarri morto pochi giorni fa dopo una caduta in una buca, gli risponde subito annunciand­o un emendament­o al decreto Milleproro­ghe per reclutare “1600 nuovi ricercator­i”: “Abbiamo preferito rendere autonomo il ministero dell'Università e della ricerca perché era troppo sacrificat­o – continua il premier – stiamo pensando a un piano struttural­e di interventi per trattenere i giovani in Italia”. Mentre il premier parla, però, alcuni studenti delle liste di sinistra si alzano e non partecipan­o per protesta (“Vogliamo fatti, non parole”). Altri invece rimangono: “Che emozione vederlo tornare qui da Presidente del Consiglio” dice Marco, studente di Giurisprud­enza che tre anni fa ha sostenuto l’esame di Diritto Privato. A pieni voti.

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Professore Il premier Conte

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