Il Fatto Quotidiano

La sentenza “sbagliata” e la lite giudici-avvocati

Le proteste dopo una condanna a undici anni emessa senza ascoltare l’arringa del difensore

- » ANDREA GIAMBARTOL­OMEI Torino

Una diatriba durissima a colpi di comunicati tra avvocati penalisti e magistrati in Piemonte. I primi si comportano come i “gius-tizialisti” da loro tanto contestati, mentre i secondi difendono le garanzie di chi si trova sotto accusa, come fanno spesso i primi. Tutto per un errore clamoroso di tre magistrati di Asti che il 18 dicembre scorso avevano letto una sentenza senza sentire prima l’arringa di un difensore. Un errore al quale gli stessi giudici, dopo le rimostranz­e dell’avvocato, avevano cercato di rimediare stracciand­o la sentenza e chiedendo di essere sostituiti da altri colleghi. Tuttavia la camera penale “V itt or io Chiusano” del Piemonte e della Valle d’Aosta da allora ha avviato una battaglia sfociata lunedì in una lettera con cui chiede ai tre giudici di andare via.

IL CASO riguarda una coppia accusata di violenza sessuale sulla figlia. Dopo la requisitor­ia del pubblico ministero, prendono la parola l’avvocato di parte civile, che assiste la giovane, e il difensore della madre imputata. La discussion­e dell’avvocato dell’uo m o viene rinviata al 18 dicembre, quando però il collegio (presieduto da Roberto Amerio, affiancato da Claudia Beconi e

Giulia Bertolino) entra in aula e legge la condanna a undici anni per il padre e a cinque per la madre della vittima.

Dopo le proteste dell’avvocato, il presidente straccia la sentenza e invita l’avvocato a concludere, ma per il legale è impossibil­e continuare e quindi i giudici decidono di astenersi. Scatta la protesta della camera penale di Asti, organizzaz­ione che raggruppa i penalisti, poi della camera penale “Vittorio Chiusano” del Piemonte e della Valle d’Aosta e dell’Unione nazionale delle camere penali. Si invocano provvedime­nti del Consiglio superiore della magistratu­ra, che valuta l’operato dei giudici e anche un’inchiesta della procura di Milano.

Il giudice Amerio chiede il trasferime­nto e il presidente del Tribunale, Giancarlo Girolami, fa sapere di avere informato “gli organi e le autorità cui spetterann­o le valutazion­i e determinaz­ioni nel rispetto del contraddit­torio”. Lunedì la camera penale “V it to ri o Chiusano” trasmette la lettera ai tre magistrati e per conoscenza al presidente del tribunale, della Corte d’appello, al procurator­e generale e al Csm per chiedere ai giudici di fare

“istanza di immediata di assegnazio­ne a svolgere le funzioni giudiziari­e presso le sezioni civili degli uffici posti fuori dalla sede distrettua­le di odierna competenza”. In sostanza, cambiare ambito ma anche Regione.

L’ANM DEL PIEMONTE, il sindacato dei magistrati, denuncia “una progressiv­a e preoccupan­te ingravesce­nza nella campagna mediatica e di delegittim­azione” fatta da organo che non è “in nessun modo legittimat­o ad intervenir­e” soprattutt­o con una richiesta “esorbitant­e”, “inaccettab­ile” e con modalità “gravemente intimidato­rie”. Una “deriva demagogica­mente giustizial­ista”, giudica. “Nessuno nega che si è trattato di un caso grave e nessuno contesta il diritto di critica. Ma è un caso isolato”, scrive invece il procurator­e generale Francesco Saluzzo secondo cui quelle richieste sembrano “misure sommarie”:“Solo a loro (i giudici, ndr) si vorrebbero negare quei diritti che gli avvocati, per primi, sempre rivendican­o”. Ai due lunghi comunicati il presidente della Camera Penale Alberto de Sanctis replica con poche righe: “La nostra era una lettera riservata. Con amarezza notiamo che è stata divulgata, non da noi, per sostenere tesi di un attacco irriguardo­so che non c’è stato”.

Le conseguenz­e I penalisti pretendono il trasferime­nto delle toghe L’Anm: “Richiesta inaccettab­ile”

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Ansa Il procurator­e Saluzzo
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