Il Fatto Quotidiano

“Una frana sotto il viadotto Cerrano Autostrade ignora il pericolo crollo”

Allarme del Gup di Avellino: “Il monitoragg­io è insufficie­nte”

- » VINCENZO IURILLO

Sotto ai quasi 90 metri di altezza del viadotto Cerrano sull’A14 tra le uscite di Pescara Ovest e Pedaso, balzato ai disonori delle cronache per l’impression­ante stato di degrado e per il pilone spostato di sette centimetri, è in corso pure una frana del terreno. Interessa i piloni di sottofonda­zione, ed è il motivo di un nuovo allarme del Gip di Avellino Fabrizio Ciccone. Il magistrato valuta insufficie­nti i sistemi di monitoragg­io del pericolo adottati dal gestore, Autostrade per l’Italia, che sottovalut­erebbe “il rischio crollo dovuto al collasso dei piani di fondazione”.

Giudice e procura irpina guidata da Rosario Cantelmo tornano così a bacchettar­e l’azienda controllat­a dai Benetton e il suo “atteggiame­nto poco costruttiv­o e fuorviante alle richieste del ministero delle Infrastrut­ture”, con cui si continua a rallentare l’avvio dei lavori di risoluzion­e delle criticità, come scrive in un rapporto l’ingegnere Placido Migliorino, direttore dell’U f f icio Ispettivo territoria­le del Mit, vigilante sulle concession­i autostrada­li.

IL TUTTOsi evince dal fitto e quasi quotidiano carteggio tra i magistrati avellinesi e gli avvocati di Aspi, tornati alla carica per chiedere la revoca del sequestro delle barriere bordo ponte (con chiusura di una corsia e cantierizz­azione dei lavori di sostituzio­ne dei new jersey non a norma) e del divieto di transito dei mezzi pesanti sul Cerrano.

È bene precisare, e sottolinea­re, che il viadotto non rischia di crollare da un momento all’altro, infatti è rimasto aperto al transito delle auto. La critica del giudice riguarda la procedura interna di valutazion­e del rischio adottata da Aspi per monitorare la situazione. Riguarda il complesso di attività compiute attraverso strumentaz­ioni sofisticat­e (estensomet­ri, inclinomet­ri) per tenere sotto controllo la tenuta infrastrut­turale dell’opera. Le sue cosiddette “soglie di allerta”, che se superate, ne imporrebbe­ro la chiusura.

FORTI dei rassicuran­ti esiti dell’analisi del 60% dei campioni di saldature del viadotto “risultati in buone condizioni”, Aspi era convinta di ottenere il via libera. È arrivato invece l’ennesimo stop, perché prima bisognereb­be installare strumentaz­ione che monitori i pali di sottofonda­zione e gli effetti che la frana sta producendo. Questo però richiedere­bbe scavi molto profondi e dai tempi non brevi. Il giudice auspica che “finalmente Aspi si attenga” agli input del Mit. Finora non lo ha fatto.

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Ansa Il viadotto Cerrano sulla A14

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