Il Fatto Quotidiano

Rifiuti, i 5 Stelle si spaccano Raggi va ko sulla discarica

Campidogli­o In 12 votano mozione FdI contro Malagrotta 2, in 6 quella Pd Maggioranz­a conferma fiducia. I guai giudiziari di Lozza, patron del sito

- » VINCENZO BISBIGLIA E SAUL CAIA

Virginia Raggi finisce in minoranza sulla nuova discarica di Roma. L’impia nto dovrebbe sorgere in Valle Galeria, periferia ovest della città. Anche se, per ora, la prima cittadina sembra non avere intenzione di tornare indietro. Una sfida alla sua stessa maggioranz­a che ieri pomeriggio in Assemblea capitolina le ha votato contro, facendo approvare le due mozioni-trappola presentate da Fratelli d’Italia e Pd che bocciano il progetto.

E così, dopo settimane di tira e molla con la Regione Lazio sulla scelta dei siti idonei, “Malagrotta 2” diventa un problema politico, facendo andare sotto – per la prima volta – la sindaca su un suo provvedime­nto. “Non c’è alcun allarme sulla tenuta dell’amministra­zione”, si affrettano a spiegare al Fatto dall’entourage della sindaca, che in serata avrebbe detto ai suoi: “Capisco la sofferenza dei cittadini della Valle Galeria e dei consiglier­i. Ma dobbiamo dare risposte a 3,5 milioni di cittadini”. Anche “il Pd ha indicato Monte Carnevale tra i siti - ha aggiunto - se ha cambiato idea possono sempre farla fuori Roma”.

In particolar­e, è stata la mozione presentata da Fdi ad attrarre il voto favorevole di ben 12 consiglier­i del M5s. Semplice l’impegno: ritirare la delibera del 31 dicembre con la quale si indicava nella

La prima cittadina “Il Pd era d’accordo, ora ha cambiato idea Dobbiamo dare risposte ai romani”

cava di via Monte Carnevale, a 500 metri dall’ex mega-discarica di Malagrotta – chiusa nel 2013 Ue – il sito idoneo per la costruzion­e di una discarica di 1,5 milioni di metri cubi. Oltre i 12 “ribelli”, ci sono stati anche 3 astenuti e ben 11 “assenti”. Fra questi il capogruppo Giuliano Pacetti, che si giustifica: “Stavo facendo delle fotocopie”. Solo in 3 hanno votato contro, sostenendo Raggi. In serata, la riunione di maggioranz­a ha ribadito la “piena fiducia alla sindaca” chiedendol­e però di “rispettare il voto dell’Aula”. “Non ha neanche i voti dei suoi, Raggi si dimetta”, ha commentato il leader della Lega, Matteo Salvini.

ORA SI NAVIGA a vista. Raggi a dicembre è stata obbligata a indicare un sito per una discarica in città da un’ordinanza firmata dal governator­e Nicola Zingaretti. La cava, che ha colleziona­to fin qui ben 4 pareri contrari, è stata scelta in una lista fra 11 aree redatta da una cabina di regia formata da tecnici di Regione, Città metropolit­ana e Comune. Fra questi, l’unica “idonea” alle necessità romane pare essere proprio quella nella Valle Galeria, territorio in cui però il

M5s in campagna elettorale si era impegnato a non proporre “mai più impianti inquinanti”. Le mozioni hanno un valore politico ma non sono determinan­ti dal punto di vista sostanzial­e. In teoria, dunque, Raggi potrebbe ignorare l’Aula e andare avanti. Cosa che però creerebbe un problema, in una maggioranz­a già sfilacciat­a. “Ultimament­e qui ognuno fa come gli pare”, si è sfogato Paolo Ferrara, ex capogruppo fra i “ribelli” di ieri, che ha parlato ai giornalist­i in buvette. “Forse manca il manico – ha detto - Gente che presenta mozioni contro gli assessori, consiglier­i che litigano sui social, altri che votano contro”.

COME SVELATO dal Fatto, la discarica di Monte Carnevale appartiene alla società New Green Roma, partecipat­a al 55% dalla Mad srl di Valter

Lozza, già proprietar­io della mega-discarica di Frosinone e di un’altra a Civitavecc­hia. “Ma noi non ne sapevamo nulla”, dicono in coro dal Campidogli­o e da Ama. L’aspirante nuovo “re della monnezza” romana, ex vicepresid­ente della Banca del Sud, ha alcuni guai giudiziari. Oltre all’inchiesta “Maschera”, su presunti rifiuti pericolosi stoccati nella discarica di Roccasecca, il 30 maggio 2017 è stato sanzionato dalla Vigilanza della Banca d’I t al ia , multa di 34.500 euro per la mancata comunicazi­one della cessione di quote aziendali. “È stato sanzionato in qualità di socio, e non come amministra­tore bancario – precisa l’avvocato Marco Pizzutelli - perché aveva dismesso la sua quota, ceduta a una cordata. Avrebbe dovuto comunicarl­a preventiva­mente a Bankitalia, ma lo fece solo dopo”.

L’IMPRENDITO­RE è stato condannato nel dicembre 2018, in primo grado dal Tribunale di Cassino, a un anno e 8 mesi per intralcio alla giustizia, con interdizio­ne temporanea dai pubblici uffici (pena in entrambi i casi sospesa): secondo l’accusa, avrebbe tentato di offrire del denaro a un perito chimico, nominato dal gip del Tribunale di Gela, in cambio di una perizia favorevole nell’ambito di un’indagine che riguardava un impianto dell'Eni. Il fatto si sarebbe consumato a San Giovanni Incarico, in provincia di Frosinone. “Una vicenda paradossal­e, è già stato presentato appello, e Lozza non ha alcun rapporto con nessuna società dell’Eni, a nessun livello”, spiega Pizzutelli.

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I residenti della Valle Galeria hanno manifestat­o ieri in piazza del Campidogli­o
LaPresse La protesta I residenti della Valle Galeria hanno manifestat­o ieri in piazza del Campidogli­o

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