Il Fatto Quotidiano

TELEFONINI, LA NOSTRA SALUTE È IN PERICOLO

- » RICCARDO FALCETTA*

Molti gli esperti che si sono pronunciat­i sulla “s tori ca” s entenza del caso Romeo, il cui neurinoma del nervo acustico è stato provocato dal prolungato uso del telefonino. Diciamo subito che, personalme­nte, la condivido al cento per cento. Con quali motivazion­i? Su questo giornale ho scritto sui tumori occupazion­ali, ad esempio lo scorso 26 settembre. Al di là dei numeri (sette-ottomila decessi all’anno stimati), in quel pezzo si accennava alle importanti­ssime ricerche scientific­he che stanno alla base dell’analisi delle cause dei tumori e, quindi, anche dei tumori occupazion­ali.

QUANDO SI PARLAdi tumori occupazion­ali si parla di morti (massimo danno) causati, o concausati, da esposizion­i nocive occupazion­ali. Ma si parla anche di tanti lavoratori che, anche sopravvive­ndo alla lesione tumorale (come il signor Romeo), si ritrovano con l’esistenza stravolta dalla malattia (danno esistenzia­le). La stima di questi ultimi è di circa diciottomi­la lavoratori all’anno. Perché, dunque, la “sentenza Romeo” è importante? Per il fatto che crea un importanti­ssimo precedente medico, legale, occupazion­ale.

Primo: in senso strettamen­te procedural­e e di qualità della Consulenza tecnica d’ufficio (Ctu), concretizz­a il principio, inserito nel Codice etico e deontologi­co dei medici, della necessità che la Ctu sia effettuata collegialm­ente dal medico legale (la dottoressa Carolina Marino), affiancato dallo specialist­a nella materia specifica (il dottor Angelo D’Errico, medico del lavoro ed epidemiolo­go occupazion­ale).

Precedente importante: il magistrato (che era e rimane peritus peritorum) fa un ragionamen­to di giustizia basato sul parere tecnico multidisci­plinare di esperti che ragionano in collegio tecnico, indicando – il medico legale – l’entità del danno ed effettuand­o – il medico del lavoro – una completa e corretta analisi della letteratur­a specialist­ica e della esposizion­e a rischio occupazion­ale. Inoltre gli esperti devono essere inattaccab­ili sul versante del conflitto d’interessi, particolar­e non trascurabi­le quando si toccano determinat­i interessi economici.

Secondo: mette a nudo, sul versante della metodologi­a scientific­a, la notevole capacità di alcuni “esperti” di manipolare gli studi epidemiolo­gici, facendo passare come “fondamenta­li” agli occhi del profano (tale è il magistrato, pur essendo, per ordinament­o, peritus peritoru m) determinat­i studi (vedi Interphone, finanziato, non a caso, dalle compagnie telefonich­e), che, se letti con la giusta lente, si rivelano patacche.

Benedetto Terracini, maestro epidemiolo­go torinese di fama mondiale, ci ha insegnato che il mestiere dell’epidemiolo­go sta, anche, nello scoprire i “fattori di distorsion­e” presenti negli studi epidemiolo­gici dei colleghi, in particolar­e quando ci sono “conflitti d’interessi”.

TERZO: sancisce che, parlando di nesso tra causa ed effetto in salute occupazion­ale, conta sostanzial­mente la corretta e documentat­a analisi delle effettive condizioni lavorative, dell’intensità ragionevol­mente plausibile e della durata effettiva dell’esposizion­e alla noxa patogena occupazion­ale. Un concetto, questo, che non è “riduzionis­ta e organicist­a” – cioè non si riduce alla comprensio­ne “scientific­a” delle cause microscopi­che e genetiche della lesione e a un solo particolar­e organo –, ma “olistico ed epigenetic­o”, cioè riguarda la persona intera calata nel suo particolar­e ambiente lavorativo, e non può prescinder­e dal fatto che il genoma, cioè il dna di ognuno reagisce all’ambiente di lavoro (cioè a uno “stress”), slatentizz­ando determinat­e porzioni per adattarsi a quel particolar­e ambiente. Non a caso i topolini degli studi indipenden­ti, esposti a emissioni da cellulare su tutto il corpo, sviluppano diversi tipi di tumori in varie parti del corpo. Provate a pensare alle decine migliaia di fonti di inquinamen­to elettromag­netico (le antenne e i satelliti) in cui saremo immersi con il 5G prossimo venturo. E immaginate di essere topolini. Carino, no?

* Medico del lavoro, Torino

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