#digiunopersalvini: boom di adesioni (però dopo colazione)
Allacciate le cinture di sicurezza e indossata una scomoda ma efficace tuta anti- cazzate, ho intrapreso il tempestoso viaggio nel delirio salviniano del rush finale della battaglia per l’Emilia Romagna. Mi trovo in difficoltà, devo ammetterlo: passare così senza paracadute da Silvio Pellico a Gandhi, a Mandela, e tornare a Salvini, fa un certo effetto. Spararsi in un piede per provare la pistola non è da tutti, così come votare per farsi processare e poi autoincoronarsi patriota perseguitato perché (forse) ti processano su tua richiesta.
LA MODALITÀ, insomma, è il testacoda un po’ condito di melodramma, con il solito tocco di vittimismo aggressivo e conseguente chiamata alle armi del “p o po l o ”. Gli avvocati del Regno si metteranno a migliaia a difenderlo, dicono i suoi, e lui tuona di preparare tribunali molto grandi perché insieme a lui si processano “gli italiani”. Insomma c’è tutto e il contrario di tutto: il capopopolo arrogante e volitivo, accanto al lamento della vittima (a Milano si dice “fare il piangina”).
Però confesso: sono rimasto incantato davanti alla pagina web del #digiunopersalvinisu cui centinaia di adepti della Setta accolgono l’invito a non mangiare per un giorno intero per sostenere il Nelson Mandela degli ultras del Milan, già ministro dell’Interno, premier in pectore, eccetera eccetera. Sono tanti, i misteri dell’Universo, e uno di questi è cosa spinga Anna C. da Giugliano in Campania, o Jessica B. da Milano, o Gabriele V. da Rapallo, ad aderire a un simile appello: “Matteo Salvini rischia la galera per aver difeso la Patria! Io sto con lui e digiunerò per un giorno in segno di solidarietà”. C’è una piccola vertigine, e per vari motivi. Il primo è che Salvini non rischia la galera e non ha salvato la Patria; il secondo è vedere gli adoratori del baciatore di caciotte e capocolli costringersi al digiuno (boom di adesioni, va detto, dopo colazione). Un sacrificio, tra l’altro, particolarmente doloroso per chi si riconosce nei veri valori che Salvini usa declamare dal palco dei suoi comizi: “La mamma, il papà, il Natale e il Parmigiano”. Lui, intanto, si fotografa in mezzo ai salami e scrive: “Stasera cena sostanziosa, domani io digiuno”. Non è da tutti mobilitare “il popolo” prendendolo per il culo così.
Va bene, la propaganda disintermediata di questi tempi non deve stupirci, però resta il fatto che così tanta propaganda, così scoperta, e di segni così opposti ( la vittima e il condottiero, Silvio Pellico ma anche il digiunatore, il voto leghista a favore processo e le piazze leghiste contrarie al processo esibite nei tweet) è sorprendente. Si aggiunga la narrazione piuttosto esilarante di un’Emilia- Romagna messa peggio del Burkina Faso, che bisogna “l ib e ra r e ”. Insomma, io non ho niente contro Anna C. da Giugliano in Campania, o Jessica B. da Milano, o Gabriele V. da Rapallo che digiunano per solidarietà con Salvini, sono un po’, scusate il francesismo, cazzi loro. Però mi chiedo se dimostrino la stessa garrula boccalonaggine, lo stesso convinto e tignoso “cascarci come un pollo” al momento dell’acquisto, che so, di un frullatore, o della macchina nuova, o di un qualsiasi bene di consumo.
NEL QUAL CASO, temo, il Paese è messo addirittura un po’ peggio di come ce lo immaginiamo. Il tutto mentre si lanciano allarmi e anatemi (inascoltati, inutili) contro l’assoluta preminenza del salvinismo in tivù, su tutte le reti, in tutti i programmi, spesso blandito e riverito, trattato come se fosse davvero un eroe del Risorgimento appena tornato dallo Spielberg (che per Salvini è il regista di E.T.) dove era stato ingiustamente carcerato (?) per aver “difeso l’Italia” (?). Una commedia dell’assurdo che contiene ogni vizio, ogni trucco maldestro e ogni falsità, nemmeno mascherati, ma esibiti senza veli, anzi dichiarati e rivendicati, in un paese in cui essere senza vergogna sembra un vantaggio decisivo.
CONTRADDIZIONI La vittima e il condottiero, Silvio Pellico e l’affamato, il voto leghista a favore del processo e le piazze leghiste contrarie esibite nei tweet