Il Fatto Quotidiano

Addio a Severino, il filosofo che impression­ò Heidegger

Maestro Il professore si è spento a 90 anni. In giugno a Brescia il convegno sulle note che il pensatore tedesco gli aveva dedicato

- » SILVIA TRUZZI

L’annuncio è stato dato ieri, a funerali avvenuti. Anche nell’andarsene Emanuele Severino, l’ultimo dei grandi filosofi, è stato straordina­rio. Per raccontare la grandezza, la vastissima cultura (i suoi studenti erano stupefatti dalle lunghe citazioni della Repubblica di Platone in greco), la sua opera ci vorrebbero dieci giornali (ha scritto oltre sessanta libri, da La struttura originaria a Essenza del nichilismo­aIl destino della necessità). Potremmo cominciare a dire della sua magnifica intuizione sul dominio e sulla non neutralità della tecnica, in tempi lontani dai nostri iperconnes­si. O dalla critica al capitalism­o (che alle spalle ha una visione assolutist­ica del mondo, in cui individuo e proprietà sono i valori assoluti: “Gli si fa torto quando lo si tratta come un semplice mezzo per aumentare il profitto”).

DOVREMMO dar conto dei dissidi con la Chiesa, di quando – lui professore alla Cattolica di Milano - negli Acta apostolica del 1970 venne dichiarata l’insanabile opposizion­e tra il suo pensiero e il cristianes­imo. Sulla morte che lo ha colto venerdì, aveva riflettuto moltissimo. L’evento che più segnò la sua vita fu la scomparsa sul fronte francese dell’adorato fratello ventunenne, nel 1942. Aveva otto anni più di lui. Studente della Normale, Giuseppe gli raccontava delle lezioni di Gentile, Carlini, Russo e Calogero. Da questo lutto, dall’inaccettab­ile separazion­e, forse germogliò l’idea che nulla finisce davvero perché ogni ente è eterno: il filo rosso (che tanto ha fatto discutere) del suo pensiero. A sedici anni e mezzo scrisse quello che considerav­a un peccato di gioventù, Pensieri per un’Antifiloso­fia, pubblicato poi negli anni dell’università e per il quale ancora arrossiva a causa di certe ingenuità. Allievo di Gustavo Bontadini, si laureò con una tesi su Martin Heidegger (lo aveva tradotto da ragazzino) e la metafisica. Lavoro che il padre di Essere e tempo ha letto e su cui ha scritto. Sono state recentemen­te ritrovate le note di Heidegger su Severino, a cui è stato dedicato un grande convegno in giugno a Brescia, a cui per fortuna il professore ha fatto in tempo a presenziar­e. Anche di Brescia, amatissima città, bisogna parlare. Quando gli chiedevi l’indirizzo di casa aveva un modo tutto suo per spiegare dove si trovava precisamen­te: “La via è lunga, io abito in quel tratto di strada dove amava passeggiar­e Foscolo”.

Poi dovremmo dire di Leopardi, su cui aveva pubblicato due saggi scritti in una stanza tutta dedicata al poeta di Recanati nella casa dove il soggiorno era dominato da un pianoforte a coda e da una scultura del figlio Federico, un Orfeo che ha perduto Euridice: “È così, testa a terra e piedi in aria – ci spiegò il professore – e getta in faccia lo sconvolgim­ento del cuore”.

RESTANO POCHISSIME righe e dobbiamo ancora dire di Esterina, “la ragazza più bella di Brescia”, scomparsa nel 2009, di cui a novant’anni il professore parlava ancora con l’incanto e l’incredulit­à di un giovanotto innamorato. Fu lei, ancora fidanzata, n e l l ’ i n v e r n o del 1950, a segnalargl­i sul Corriere una noticina in cui si diceva che poteva partecipar­e al concorso di libera docenza anche chi era laureato da meno di cinque anni. Salutandoc­i sulla porta, dopo l’ultima intervista in giugno, disse: “È stato un bel pomeriggio, abbiamo riso. Ma niente è come quando Esterina era ancora viva”. Ora, come avrebbe detto il professore che con la dolcezza contraddic­eva il cognome, si ritroveran­no nella Gioia. E a noi mancherà infinitame­nte.

Lunga carriera Allievo di Gustavo Bontadini, ottenne la libera docenza a 22 anni

Chi era Nato a Brescia nel 1929, è stato uno dei fondatori della facoltà di Lettere alla Ca’ Foscari di Venezia

In cattedra Dal 1970 è stato ordinario di Filosofia teoretica, ha diretto l'Istituto di filosofia e ha insegnato Logica, Storia della filosofia moderna e contempora­nea e Sociologia

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Ansa Cattedra a Venezia Emanuele Severino (Brescia 1929 - 2020)
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