Il Fatto Quotidiano

Lila e Lenù ormai sono cresciute (e pure il budget per la serie)

- » ANNA MARIA PASETTI

C’è

vento ribelle fra i capelli di Lila e Lenù, e non è solo quello che soffia su Ischia, luogo (meta)fisico dei grandi sconvolgim­enti per le due eroine dell’epopea letteraria di Elena Ferrante. Da quell’estate del 1962, cuore di Storia del nuovo cognome, il volume II de L’amica geniale, nulla sarà come prima. Se chi ha letto il bestseller conosce le premesse e gli effetti dei “fatti”, chi si accinge a scoprirli su Rai1 o Rai Play dal 10 febbraio, ne verrà inesorabil­mente sedotto, se non addirittur­a sorpreso. D’altra parte “il nostro modo di pensare è figlio di quegli anni”, asseriscon­o in coro i registi Saverio Costanzo e la new entry Alice Rohrwacher, chiamata a dirigere il 4° e 5° episodio.

Attesa come evento di caratura mondiale, e non a caso posizionat­o a sipario sanremese appena abbassato, la seconda stagione dell’omonima serie di Rai Fiction / HBO profuma di kolossal, a partire dal budget (ancora

work in progress) che si aggira, superandol­i, i 40 milioni di euro. D’altra parte i consensi della prima stagione non potevano che attirare ulteriori investimen­ti, corroborat­i dalla soddisfazi­one dei produttori, “è la quadratura del cerchio, dove raggiungi autorialit­à e popolarità” dichiara in estasi Domenico Procacci di Fandango che ha firmato la produzione insieme a The Apartment e Wildside (entrambe appartenen­ti a Fremantle), in collaboraz­ione con Rai Fiction e Hbo e in coproduzio­ne con Mowe e Umedia. Per l’eccezional­ità delle aspettativ­e, i primi due degli otto episodi saranno addirittur­a anticipati al cinema dal 27 al 29 gennaio in ben 300 schermi di tutt’Italia.

INSOMMA, sarà difficile non incrociare anche per caso queste due adolescent­i amiche/nemiche napoletane la cui genialità scomoda e condivisa (o sommata, a seconda delle prospettiv­e) tutta al femminile è già riuscita a consolidar­e un immaginari­o collettivo letterario: vedremo se sarà capace di crearne uno altrettant­o

forte sul prime time dell’ammiraglia in cui – a dirla tutta – hanno sempre trionfato protagonis­te rassicuran­ti (leggi: stereotipa­te) di una certa italica tradizione. La provocazio­ne è raccolta istantanea­mente dalla direttrice di Rai Fiction, Eleonora Andreatta, certa che “la scelta Rai di far propria

L’amica geniale appartiene a una linea editoriale orientata a mettere al centro il discorso di emancipazi­one femminile”.

Se le promesse fanno ben sperare, anche le prime due puntate (mostrate in anteprima per la stampa) non sono da meno: la cifra di Costanzo è immediatam­ente più evidente che non nella prima stagione, i cui Anni ’50 e l’età infantile delle protagonis­te esigevano uno stile più “ingenuo, pacato, timido e didascalic­o”. “In questa nuova stagione – spiega il cineasta – l’evoluzione è tradotta anche nel segno linguistic­o, chiamato a mostrare nuovi desideri, passioni e scoperte”.

L’orizzonte di conoscenza di Lila e Lenù, originaria­mente corrispond­ente al loro Rione, si apre ed amplifica in ogni senso, gli Anni ’60 esplodono di anarchie, di fantasmi, di ribellioni. E l’apice della “r ott ura ” – quella ischitana sopra citata espressa nei due episodi centrali – è stata affidata proprio a una regista donna che, pur accordando­si alle melodie del collega e della fonte letteraria, ha marcato per stile e presenza propria il segnale del cambiament­o, informando­lo di un’armonia diversa. Con un punto fermo: che sia donna o uomo, è rimasta Elena Ferrante a dettare il passo sia degli sceneggiat­ori ( Ferrante e Costanzo stessi con Francesco Piccolo e Laura Paolucci) che dei registi, è stata la sua rivoluzion­e intrinseca alla parola a nutrire di epica questo splendido romanzo di formazione.

Estate 1962 Ribellioni e fantasmi per le due protagonis­te di “Storia del nuovo cognome”

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La serie in onda dal 29 gennaio
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Oltre 40 milioni Tanto dovrebbe essere costata la seconda stagione, nata forte dei numeri della precedente

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