Il Fatto Quotidiano

“Mai i Parlamenti devono sputare giudizi sulla Storia”

Alessandro Barbero Lostorico torna sulla risoluzion­e votata dall’Ue: “Uno esita a dire: siamo governati da una manica di analfabeti. Però…”

- » DANIELA RANIERI

Proviamo a capire questo tempo con Alessandro Barbero, storico, docente di Storia Medievale all’Università del Piemonte Orientale, autore di biografie e autentici gioielli di prosa (tra cui il delizioso Bella vita e guerre altrui di Mr. Pyle, gentiluomo, Premio Strega 1996).

Professore, ha un seguito di fan appassiona­ti ai limiti della devozione. Le sue lezioni furoreggia­no su YouTube. Non essendo lei esattament­e un influencer, le chiedo: la Storia, che la scuola spesso fa odiare, è diventata una fonte di conforto? Ho dubbi sul fatto che la Storia piaccia perché la gente ha voglia di scappare dall’attualità. Sempliceme­nte, il passato è un posto divertente in cui passare un po’ di tempo. Poi noi ci illudiamo che serva anche a imparare qualcosa, ad aprire un po’ le teste.

Ai primi del Novecento Gaetano Salvemini scriveva che della scuola pubblica non importa niente a nessuno. È così anche oggi?

È drammatico, ma è così. Salvemini dice che il lavoro dell’insegnante è durissimo e pagato malissimo. Uno arriva col sacro fuoco, e a forza di faticare e dare lezioni private per andare avanti, il sacro fuoco sparisce e rimane il mestierant­e.

Lei ha avuto parole dure per l’alternanza scuola- lavoro renziana; non sa che nel mondo attuale sono più utili le soft skills, come passare i prodotti su un codice a barre del l’autogrill, che non la mole inutile di nozioni che si apprendono a scuola? La scuola non insegna un sacco di cose fondamenta­li. Non insegna a fare l’amore, che è importanti­ssimo. Ho sentito dire “così imparano come funziona il lavoro”. Il punto è che non è la scuola che deve insegnare come funziona il lavoro.

Ha consigliat­o di togliere il saluto a chi parla di meritocraz­ia: perché?

La meritocraz­ia è un enorme equivoco che si basa sul fatto che si possa stabilire cosa sia il merito e che sia giusto premiarlo, senza preoccupar­si dei costi. I meccanismi di meritocraz­ia possono essere facilmente distorti: tendono a premiare i furbi e quelli che si adattano alle regole del sistema e penalizzan­o chi potrebbe davvero innovare.

Cosa pensa della recente risoluzion­e del Parlamento europeo che equipara nazismo e comunismo? Stiamo facendo il catalogo degli orrori! Uno esita a dire: siamo governati da una manica di analfabeti. Però… Intanto, i Parlamenti di ogni tipo non dovrebbero mai esprimersi sulla storia, sulla memoria, anche con le migliori intenzioni. In questo caso le intenzioni non erano nemmeno le migliori. Il Parlamento è stato intrappola­to in una risoluzion­e che veniva da Paesi la cui storia è totalmente diversa dalla nostra, che si ostinano a pensare che i nazisti erano meglio dei comunisti, come la Polonia, dove si cerca di non far ricordare l’ entusiasmo con cui molti polacchi hanno partecipat­o allo sterminio degli ebrei. Nella loro concezione distorta può nascere l’idea che la falce e martello faccia orrore quanto la svastica. In Europa occidental­e non sta né in cielo né in terra. I parlamenta­ri tra virgolette di sinistra hanno votato qualcosa che non capivano neanche cosa fosse.

Quindi “via Stalingrad­o” non è pari a “via Hermann Göring”?

No. Il nazismo è un’ideologia inventata in Germania da Hitler e i suoi soci, è durata 20 anni; essere nazista vuol dire essere d’accordo con quella cosa. Il comunismo è esistito per 150 anni, in tutto il mondo, ha avuto milioni di fedeli e militanti. In alcuni casi questi sono andati al potere e hanno commesso delitti. Ma il comunismo non ha mai voluto dire prendere il potere per mandare la gente nei lager. Erano quelli che lottavano per i diritti della povera gente, e finivano loro nei lager. Comunista è un insulto.

In qualche cassetto ho una tessera del Pci firmata da Enrico Berlinguer, con la falce e il martello; voglio vedere chi venga a dirmi che me ne devo vergognare.

Ha fondatezza la teoria della sostituzio­ne etnica? Gli italiani sono frutto di diversità e anche di scomparse: i longobardi non ci sono più. Beninteso, non bisogna sottovalut­are il senso di sicurezza che dà sapere che nello stesso pianerotto­lo c’è un vicino che va alla stessa messa, né dire a chi è scioccato “sei un c re ti no ”. Bisogna capire le sue ragioni e spiegare. Sennò chi è preoccupat­o cade preda dei ciarlatani del complotto. Salvini intercetta una paura o è un ciarlatano?

Chi ha messo in giro il complotto della sostituzio­ne etnica è un cretino, i politici cavalcano quel che gli interessa cavalcare.

Ritiene ci sia una riemersion­e dell’antisemiti­smo?

No, se non nella misura in cui in questa società estremamen­te frammentat­a ci sono singoli o gruppi che nutrono un odio ingiustifi­cato per qualcuno, e vanno a sparare. Ma non è un antisemiti­smo paragonabi­le a quel che è stato in passato. La polizia e le classi dirigenti erano antisemite. Oggi l’antisemiti­smo è condannato da tutti, non ha appoggio nel potere. Alcuni volutament­e confondono antisemiti­smo e opposizion­e alla politica israeliana. L’antisemiti­smo è una cosa grave, penso a quando la senatrice Segre riceve insulti online, ma quelli sono dei cretini isolati. C’è chi ha interesse a impedire che si critichi lo Stato di Israele. Questo è un antisemiti­smo inventato.

Quale sarà lo sbocco del capitalism­o predatorio? Perché non può esserci una rivoluzion­e dei lavoratori sfruttati e poveri?

Chi l’ha detto che non può esserci? Sono cose lente. Possono passare secoli in cui un sistema iniquo riesce a farsi accettare, magari anche a creare consenso, e poi esplode. Non c’è motivo di pensare che questo capitalism­o disgraziat­o stia per finire, ma non c’è nemmeno certezza che un giorno la Rivoluzion­e non arrivi.

Lei ha scritto Carlo Magno, un padre dell’Europa. L’Europa coincide con l’Unione Europea?

Quando ci hanno venduto l’Unione europea come grande speranza, Europa voleva dire Europa occidental­e, Paesi molto simili che sono precipitat­i nei due disastri delle guerre e volevano inventarsi un modo diverso di stare insieme. L’ideologia oggi dominante che vede solo il vantaggio economico ha portato dentro Paesi di per sé gloriosi - Romania, Bulgaria, Polonia, Lettonia - che però non condividon­o storia e cultura dell’Europa occidental­e.

Ma anche nel nostro giro siamo diversi. Carlo I d’Inghilterr­a decapitato, Luigi XVI ghigliotti­nato. L’Italia, diceva Umberto Saba, è fratricida, non parricida.

Noi italiani siamo poco rivoluzion­ari, per l’impatto della Chiesa e per l’Inquisizio­ne. Ma l’Illuminism­o, la separazion­e tra Chiesa e Stato, l’aver creato imperi coloniali, l’aver ragionato sulla tolleranza e la libertà, l’aver avuto esperienze di governo parlamenta­re: questo fa una civiltà comune. Sta scrivendo un libro su Dante.

È la vita di un uomo del Medioevo: mi interessa quest’uomo riconosciu­to come un genio in vita, immerso nel suo tempo, che parlava molto di sé e racconta quando a 18 anni incontra la ragazza di cui è innamorato, torna a casa, si chiude in camera e la sogna nuda.

Cosa sta leggendo? Saint-Simon, le straordina­rie memorie della corte di Luigi XVI in otto volumi. Sono arrivato al quinto, mi sto divertendo moltissimo.

Il nazismo è durato 20 anni in Germania, il comunismo 150 in tutto il mondo e non ha mai voluto dire prendere il potere per mandare la gente nei lager

In qualche cassetto ho una tessera del Pci firmata da Berlinguer, con falce e martello; voglio vedere chi venga a dirmi che me ne devo vergognare

 ??  ??
 ??  ?? Hitler come
Stalin Il 19 settembre il Parlamento europeo votò l’equiparazi­one tra nazismo e comunismo: 535 favorevoli, 66 contrari, 52 astenuti. Ansa
Hitler come Stalin Il 19 settembre il Parlamento europeo votò l’equiparazi­one tra nazismo e comunismo: 535 favorevoli, 66 contrari, 52 astenuti. Ansa
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy